Life is too short not to ride the best trails...
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Il primo approccio con la Mountain Bike non è stato dei migliori. Inforcato
per
la prima volta alla fine degli anni 80 un "cancello di ghisa" da 20
kg di mio padre,
dopo pochi km di bosco
ero distrutto
e assetato e una bevuta di acqua fresca da un ruscello mi procurò
un'epatite A!
Avrei rinunciato? Giammai! Non solo quel virus, ma anche quello della
MTB e delle
ruote grasse era entrato in
me ed ancora oggi è una delle mie più grandi passioni.
Dopo un po' di anni di lunghe e estenuanti salite al seguito di amici
e personaggi
troppo più forti di me, ho cominciato a capire che contrapposta alla
fatica
doveva esserci il divertimento della discesa e già alla fine degli
anni '90 sono
passato ad una bici full-suspended che non ho più abbandonato.
Il grande merito della MTB è stato quello di farmi scoprire la
montagna e parti sconosciute della mia terra; non essendo infatti
un grande amatore
delle camminate mi ero perso la bellezza di luoghi incredibili a due
passi da casa.
Ho la fortuna di abitare a poche centinaia di metri da boschi e pinete
che consentono
infiniti trail e giri sempre diversi (Monticolo
e Caldaro con i loro centinaia di km di sentieri, le pendici
della Mendola
la zona da Predonico alle Buche di Ghiaccio, ecc.).
Nel week-end c'è solo l'imbarazzo della scelta tra l'altipiano
del Salto di
S.Genesio, Merano2000, il Colle e la zona del Rosengarten-Latemar,
l'altipiano
del Renon e la Val Venosta.
Oggi frequentando siti e forum si sente parlare molto di All-Mountain,
Enduro, Trail-bike,
ecc. ma alla fine tutto si riduce a quello che ho fatto dall'inizio:
uscite in solitaria
o quando possibile in compagnia di amici, qualche sudata, una mangiata
in qualche
malga, la discesa adrenalinica e una birra alla fine. Cosa volere
di più ?
Finora l'unica vera lunga vacanza dedicata alla MTB è stato quella
trascorsa nel lontano 1999 con il mio amico Alex sull'Isola d'Elba;
nel 2017 invece in un w/e lungo di tre giorni abbiamo attraversato sulla
Via Degli Dei l'Appenino Tosco-Emiliano. Nel 2019 abbiamo bissato con la
Via della Lana e della Seta (da Bologna a Prato), mentre ogni anno mi piace
andare a trovare il mio amico Rob nel suo Mugello.
Per andare in bici...ci vuole la bici! A parte il primo cancello Ganna
citato in
apertura, la mia prima vera mtb è stata una leggerissima Cannondale
usata che però
aveva il difetto di essere completamente rigida. Dopo solo un anno
quindi l'ho cambiata
con la mia prima "hardtail" (una splendida no-name tutta in acciaio
con componenti
Ritchey e Shimano XT) dotata di forcella anteriore Marzocchi da "ben"
(!) 50mm.
La prima full è stata una Giant ATX con il freno a disco meccanico
solo anteriore
(due dischi costavano troppo!). Il salto successivo è stato su una
full di escursione
più ampia (120mm), freni idraulici e comandi di blocco: la Scott Genius
MC30 che
ho tenuto per moltissimi anni. Con la scimmia dell'enduro più cattivo
e
dei bikepark, nel 2013 è arrivata una Cube Stereo
da 160mm di escursione,
telaio in Carbonio e il
nuovo formato ruote 650B (27,5") che per 4 anni mi ha dato moltissime
soddisfazioni e ha contribuito (insieme a qualche corso gravity che consiglio
vivamente a tutti) a elevare il mio skill di rider.
All'alba del 50°compleanno, come mi ero ripromesso, il salto nel "dark-side"
delle e-bike: una Cube Stereo Hybrid da 140mm
con ruote plus, mi ha permesso di innalzare
il kilometraggio e il dislivello dei miei giri facendomi scoprire
posti bellissimi che finora mi erano preclusi "psicologicamente"
dalla fatica per raggiungerli.
Due altre e-bike sempre di Cube si sono succedute (la prima per tornare a 160mm
di escursione
ed avere la batteria integrata, la seconda e attuale per il nuovo motore Bosch CX4
e per la batteria più capiente).
Oggi nell'epoca del commercio online e
di ditte che vendono solo su internet si è perso un po' il contatto
con il rivenditore
di fiducia. Per me, fortunatamente, non è così! Da quasi 25 anni
ho trovato in
Sanvit un punto
vendita veramente
speciale: non solo al momento è uno dei più grandi il più grande e rifornito
della
zona (penso d'Italia con i suoi 2500mq)
ma è un luogo dove la simpatia, cortesia e disponibilità dei due titolari
(Arthur
e Andreas e la nuova generazione Lorenz),
dello storico capo officina Paul, del service manager Daniel e di tutti
gli altri
collaboratori
regnano sovrani.
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