Il blog di Sandro Rizzetto

Capita anche ai “migliori” bis

 

Un anno e mezzo fa avevo intitolato in questo modo un post nel quale raccontavo di un piccolo infortunio sugli sci. Visto che sono qui a parlare di un infortunio un po’ più grave a così poca distanza, direi che l’aggettivo “migliore” non si abbina più molto al mio status di sciatore :-)

Per farla breve domenica 13 (!) dopo due ore e mezza di sciate fantastiche  in quasi solitaria a Reinswald (-12°, nevischio, visibilità non ottima, ma piste dure e tirate come piacciono a me) ho forse preteso troppo dalla buona sorte e un volo – né banale, ma neppure drammatico – mi ha fatto “girare” il ginocchio. Come sempre casco e paraschiena hanno evitato ben più gravi conseguenze e, seppure vedendo Madonna, Maometto e Buddha tutti insieme, sono riuscito a fare su uno sci solo i mille e passa metri di dislivello per arrivare a fondo valle e tornare autonomamente a casa (ovviamente vuoi non farti male nel punto più alto e distante dal parcheggio ?? Murphy docet)

L’immediata visita al Pronto Soccorso del nosocomio cittadino (che nel ramo Ortopedia non brilla di fama eccelsa) rilevava “nessuna evidenza di frattura” ed il medico valutava un legamento stirato e consigliava gesso per 25 giorni; cosa che io ho prontamente rifiutato.

Brutto e triste a dirsi, ma pagando (o avendo un’assicurazione) e rivolgendosi al settore privato le cose cambiano sostanzialmente. Due 2 giorni di riposo per farlo sgonfiare, mercoledì mattina risonanza magnetica in uno studio privato,  prognosi di frattura composta al piatto tibiale, mercoledì pomeriggio visita all’ortopedico che mi opererà, giovedì ricovero in clinica privata e intervento, venerdì prima fisioterapia e dimissioni, sabato a casa riuscivo a salire le scale con le stampelle appoggiando l’arto malato (senza carico ovviamente). Ripeto, mi intristisce e rammarica sapere che chi purtroppo non ha i mezzi si sarebbe fatto un mese di gesso, un attesa infinita per una RM per poi scoprire che doveva ri-iniziare da capo !

Tuttavia non è che con i soldi si risolva tutto; mi aspettano comunque 45/60 giorni di stampelle e “carico strisciante” e sei mesi per tornare a correre o a fare una vita normale. E’ proprio in momenti come questi che ti accorgi di quanto sei fortunato quando stai bene in salute e di quanto dura sia la vita di chi ha un handicap fisico anche non grave (banalità come fare la doccia o infilarsi un calzino sono piccole imprese quotidiane che ti fanno sudare!).

Un grazie enorme a Silvia e alla mia famiglia che mi sta ovviamente molto supportando (e sopportando), ai soci di lavoro che si sono arrabattati per farmi avere i migliori specialisti e trattamenti e che mai mi hanno fatto pesare l’assenza dal lavoro che inevitabilmente ci sarà (VPN e Alice per fortuna mitigheranno l’effetto), al dott. Markus Mayr e a tutto il personale della Clinica Santa Maria veramente efficienti e gentilissimi (soprattutto l’infermiera notturna della notte dopo l’operazione che imploravo di iniettarmi qualsiasi oppiaceo avesse sottomano –come neanche il Dr.House con il Vycodin) e infine ai numerosi amici in FB che mi hanno consolato e rassicurato.

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