Namibia
    5-20 ottobre 2015
    
         Erano molti anni che la Namibia era nella nostra wish-list di viaggi, ma per una
        serie di motivi era stato sempre posticipato.
        Erano molti anni che la Namibia era nella nostra wish-list di viaggi, ma per una
        serie di motivi era stato sempre posticipato. 
    
    
        La possibilità di compierlo in completo self-drive vista la sicurezza offerta dal
        Paese e dalla buona viabilità, l'ottima offerta ricettiva in termini di qualità,
        il paradiso per i fotografi sia per i panorami che per i game-safari, rendono questa
        nazione un'attraente attrattiva.
    
    
        A inizio anno quindi la decisione era presa e questa sarebbe stata la volta buona.
        Grazie all'aiuto di due amici che ci erano già stati (qui e qui i loro diari di viaggio) ho fugato molti dubbi,
        buttato giù un itinerario di massima e deciso la durata del viaggio. Due settimane
        sono il minimo, mentre se si vuole includere anche il sud (Fisher River canyon,
        Luderitz e Kolmanshop) e/o il nord (le Epupa Falls o addirittura il Caprivi Strip)
        allora bisogna aggiungere un'altra settimana. Noi abbiamo optato per il giro
        classico in senso orario: Windohoek, Kalahari, Namib Desert con le dune di Sossusvlei,
        Swakopmund e la costa, il Damaraland, il parco Ethosha e il ritorno a Windhoek passando
        per la regione di Otjwarongo. Qui potete vedere la mappa completa dei 3000 km percorsi
        di cui un buon 60/70% su strade sterrate.
    
    
        Abbiamo volutamente deciso di evitare il Kaokoland e la regione degli Himba, l'etnia
        locale stra-fotografata con le donne in topless che si cospargono i capelli di una
        specie di fango rossastro: ogni volta infatti che mi sono imbattuto in queste popolazioni
        con usi e aspetti caratteristici -es. le donne dal collo di giraffa in Thailandia-,
        l'impressione è stata di estrema tristezza e mai di fierezza o orgoglio delle
        loro tradizioni; i loro volti -spesso segnati dall'alcolismo come ho letto-
        sembrano sempre dire "ok fammi in fretta sta foto e lascia quanto dovuto...".
        Se sommata alla mia ritrosia a scattare ritratti "rubati", non è proprio
        un'esperienza che volevo fare; ho avuto conferma di ciò anche da un libro comprato poco prima di partire dove l'autore
        (un genio, visto che riesce a vendere un diario di viaggio simile a questo e a mille
        altri presenti in rete) conferma l'aspetto fake sia dei bushman che degli himba
        che ha incontrato nel suo viaggio.
    
    
        Il grosso anticipo organizzativo (febbraio per ottobre) era dovuto a due fattori:
        i voli che devono essere prenotati abbastanza in fretta per non far lievitare il
        loro costo e la disponibilità di posti nei lodge che in periodi di alta stagione
        è molto limitata.
    
    
        Purtroppo voli diretti a uno scalo per Windhoek non ve ne sono più (esisteva una
        volta un comodo Monaco-Windhoek di LTU ma è stato cancellato), volendo risparmiare
        si possono prendere compagnie che fanno 2 scali (es. Dubai o Cairo e poi la classica
        Johannesburg), io ho preferito spendere un centinaio di euro in più e volare direttamente
        al Tambo con SAA via Monaco.  
    
    
        A questo punto mancava il noleggio auto e la prenotazione di tutti i lodge (era
        da subito escluso il viaggio con pernottamento in tenda sopra la macchina come hanno
        fatto gli amici Roby e Steno per nostra completa incompatibilità con il campeggio
        e affini). Un primo contatto con un'agenzia locale di Windhoek gestita da un
        italiano (la stessa usata dagli amici di cui sopra) non ha avuto un esito positivo,
        in quanto seppur professionale e disponibile non ha saputo far scattare in me la
        necessaria fiducia per affidargli comunque un budget non proprio "negligible".
        Cercando in internet altre alternative, ne ho trovate altre 3 tutte gestite da italiani
        che mi hanno prontamente fatto un preventivo per il giro che avevo sottoposto.
    
    
    
    AfroZapping
    
         Delle tre offerte quella più cara è stata quella del tour operator chiamato AfroZapping, ma da subito ho capito che loro erano le persone
        giuste per me in quanto dopo qualche scambio di mail sono riuscite subito a capire
        le nostre esigenze e a ri-formulare l'offerta con qualche variante e con qualche
        cambio di lodge rispetto a quelli che io avevo suggerito. L'Agenzia è composta
        da due giovani italiane (Barbara e Sabrina) che gestiscono il tutto o da Windhoek
        quando sono in loco o direttamente dall'Italia coadiuvandosi con altre colleghe
        (ho conosciuto ad esempio Agnes al ritiro della macchina). Io personalmente ho avuto
        occasione di trattare solo con Barbara ma presumo che la sua cortesia, disponibilità
        ed efficienza siano uguali in Sabrina.  Sia via mail che via lunghe
        chiacchierate con Skype, Barbara ha sempre risposto in tempi brevissimi (premevo
        Send e sentivo il bing della risposta!) ed esaurienti. Come dicevo ha saputo modulare
        l'offerta capendo che per noi il lodge e 
        l'accomodation sono una parte fondamentale del viaggio e non solo il posto "dove
        dormire". Alcune chicche come l'Hoodia Desert, il Mowani e il Mushara probabilmente
        senza di lei non le avremmo mai conosciute e saremmo andati in lodge "standard"
        con molta meno soddisfazione. Sono anzi pentito di essermi approcciato a loro con
        già delle mie idee e di non averle lasciato carta bianca su tutto (li ho interpellati
        quando il volo e le date erano già stati fissati quindi con paletti ben precisi),
        probabilmente il viaggio sarebbe stato ancora più spettacolare di quanto lo sia
        comunque stato.
        Delle tre offerte quella più cara è stata quella del tour operator chiamato AfroZapping, ma da subito ho capito che loro erano le persone
        giuste per me in quanto dopo qualche scambio di mail sono riuscite subito a capire
        le nostre esigenze e a ri-formulare l'offerta con qualche variante e con qualche
        cambio di lodge rispetto a quelli che io avevo suggerito. L'Agenzia è composta
        da due giovani italiane (Barbara e Sabrina) che gestiscono il tutto o da Windhoek
        quando sono in loco o direttamente dall'Italia coadiuvandosi con altre colleghe
        (ho conosciuto ad esempio Agnes al ritiro della macchina). Io personalmente ho avuto
        occasione di trattare solo con Barbara ma presumo che la sua cortesia, disponibilità
        ed efficienza siano uguali in Sabrina.  Sia via mail che via lunghe
        chiacchierate con Skype, Barbara ha sempre risposto in tempi brevissimi (premevo
        Send e sentivo il bing della risposta!) ed esaurienti. Come dicevo ha saputo modulare
        l'offerta capendo che per noi il lodge e 
        l'accomodation sono una parte fondamentale del viaggio e non solo il posto "dove
        dormire". Alcune chicche come l'Hoodia Desert, il Mowani e il Mushara probabilmente
        senza di lei non le avremmo mai conosciute e saremmo andati in lodge "standard"
        con molta meno soddisfazione. Sono anzi pentito di essermi approcciato a loro con
        già delle mie idee e di non averle lasciato carta bianca su tutto (li ho interpellati
        quando il volo e le date erano già stati fissati quindi con paletti ben precisi),
        probabilmente il viaggio sarebbe stato ancora più spettacolare di quanto lo sia
        comunque stato.
    
    
        Il lettore potrebbe chiedersi che bisogno ci sia di affidarsi ad un'agenzia
        visto che i rent a car e i lodge sono comunque prenotabili via internet (o dai loro
        siti o anche da booking/expedia) in maniera autonoma. Io ho fatto un paio di tentativi:
        in febbraio via booking.com praticamente tutti davano per ottobre sold-out e anche
        mail
        private dirette ai lodge ricevevano come risposta la non disponibilità di posti.
        Il motivo è che quasi tutte le strutture inizialmente riservano gli allotment ai
        grandi tour operator, lasciando comunque la possibilità alle agenzie locali di mettersi
        in lista di attesa per qualche camera. Per il privato invece la risposta è sempre
        picche a meno che non sia un last-minute e vogliano vendere una camera rimasta libera
        all'ultimo. Questo vale ancor più per i lodge all'interno del parco Etosha
        che sono gestiti direttamente a livello governativo e dove le prenotazioni senza
        agenzia mi dicono siano quasi impossibili.
    
    
        Barbara è quindi riuscita a prenotare da subito la maggior parte dei lodge e nel
        corso dei mesi mi aggiornava mano a mano che le richieste in lista di attesa venivano
        accettate: morale della favola non ho dovuto rinunciare a nessun lodge di quelli
        preventivati inizialmente grazie alla sua ottima organizzazione. Se poi ci aggiungiamo
        il kit che ti arriva a casa con sim telefonica namibiana per le emergenze, mappa
        con già evidenziato percorso e rifornimenti, libriccino redatto da loro stesse con
        utilissime indicazioni, recall telefonico durante il viaggio per sapere se andava
        tutto bene, capite bene che non posso esimermi dal stra-consigliare AfroZapping
        per il vostro viaggio in Namibia (e visto che trattano anche altre destinazioni
        spero vivamente di servirmene anch'io una seconda volta).
    
    
    
    La macchina e le strade
    
    
         Uno dei primi dubbi affrontati con le chiacchierate con gli amici è stato sul tipo
        di autovettura da noleggiare. E' ovvio che molto dipende dal percorso che si
        deve affrontare e io non avendo preventivato passaggi da "ridotte" o scollinamenti
        di dune con pendenze da skilift, ho subito escluso le 4x4 estreme come Land Rover
        e Toyota Hilux. In rete ho letto spesso che il giro che avrei affrontato lo si poteva
        fare benissimo con qualsiasi macchina, berlina o addirittura più piccola (Yaris
        o Polo), ma sono contento di aver optato per una via di mezzo che a mio parere è
        l'ideale per questo tipo di viaggio: un piccolo SUV a 4 ruote motrici, con magari
        la possibilità di avere il differenziale bloccante e una modalità "ridotte"
        ma senza la doppia leva di marcie (funzione che comunque ho usato solo 1 volta).
        Perché il Suv e non ad esempio un Passat? Semplicemente per  il
        motivo per cui io in Italia non lo comprerei mai: un assetto "schifosamente"
        morbido che però per le buche 
        e i corrugamenti dei centinaia di km di sterrato che si devono fare sono una manna.
        Se poi uniamo ruote generose, magari sgonfiate di 0,1/0,2 bar rispetto all'originale
        e un'altezza di guida maggiore che ti fa intravedere meglio il panorama, il
        cerchio si chiude. La parte "fuoristradistica" da ridotte e paura di insabbiarsi
        l'abbiamo affrontata solo una volta sulla private road del primo lodge (il Camelthorn
        del Kalahari) dove in effetti c'era il rischio che anche con la nostra ci impantanassimo
        (in quel caso se non ci vedevano arrivare entro un tot. ci sarebbero venuti a prendere
        e a tirare fuori con molto imbarazzo, mentre per fortuna -pur bestemmiando per l'impossibilità
        di fermarmi a scattare favolose foto dei primi struzzi/orici/springbok che vedevamo-
        siamo arrivati con le nostre "forze").
        Uno dei primi dubbi affrontati con le chiacchierate con gli amici è stato sul tipo
        di autovettura da noleggiare. E' ovvio che molto dipende dal percorso che si
        deve affrontare e io non avendo preventivato passaggi da "ridotte" o scollinamenti
        di dune con pendenze da skilift, ho subito escluso le 4x4 estreme come Land Rover
        e Toyota Hilux. In rete ho letto spesso che il giro che avrei affrontato lo si poteva
        fare benissimo con qualsiasi macchina, berlina o addirittura più piccola (Yaris
        o Polo), ma sono contento di aver optato per una via di mezzo che a mio parere è
        l'ideale per questo tipo di viaggio: un piccolo SUV a 4 ruote motrici, con magari
        la possibilità di avere il differenziale bloccante e una modalità "ridotte"
        ma senza la doppia leva di marcie (funzione che comunque ho usato solo 1 volta).
        Perché il Suv e non ad esempio un Passat? Semplicemente per  il
        motivo per cui io in Italia non lo comprerei mai: un assetto "schifosamente"
        morbido che però per le buche 
        e i corrugamenti dei centinaia di km di sterrato che si devono fare sono una manna.
        Se poi uniamo ruote generose, magari sgonfiate di 0,1/0,2 bar rispetto all'originale
        e un'altezza di guida maggiore che ti fa intravedere meglio il panorama, il
        cerchio si chiude. La parte "fuoristradistica" da ridotte e paura di insabbiarsi
        l'abbiamo affrontata solo una volta sulla private road del primo lodge (il Camelthorn
        del Kalahari) dove in effetti c'era il rischio che anche con la nostra ci impantanassimo
        (in quel caso se non ci vedevano arrivare entro un tot. ci sarebbero venuti a prendere
        e a tirare fuori con molto imbarazzo, mentre per fortuna -pur bestemmiando per l'impossibilità
        di fermarmi a scattare favolose foto dei primi struzzi/orici/springbok che vedevamo-
        siamo arrivati con le nostre "forze").
    
    
         A parte questo episodio il resto del roadbook era composto da perfette strade asfaltate
        a due o quattro corsie (limite 120kmh), da scorrevoli strade bianche tipo le nostre
        forestali (limite 80kmh) e ahimè da molti tratti dove la scorrevolezza veniva meno
        per le "bumps" (cunette) che si creano dopo molti passaggi e che rendono
        la macchina un enorme vibratore dove i 40 o 50kmh sono il massimo percorribile (andare
        più piano è comunque peggio in quanto le corrugazioni si sentono molto di più; per
        dare un'idea del frullatore in cui si è immersi, la ventosa porta cellulare
        che avevo comprato prima di partire per usarlo come navigatore si è spaccata dopo
        4 o 5 giorni per un cedimento strutturale della plastica a causa delle vibrazioni!).
        Se la macchina non ha le plastiche perfettamente fissate, inizia quindi il concerto
        di scricchiolamenti e cigolii che arriva a rendere quasi difficile parlare tra due
        persone.
        A parte questo episodio il resto del roadbook era composto da perfette strade asfaltate
        a due o quattro corsie (limite 120kmh), da scorrevoli strade bianche tipo le nostre
        forestali (limite 80kmh) e ahimè da molti tratti dove la scorrevolezza veniva meno
        per le "bumps" (cunette) che si creano dopo molti passaggi e che rendono
        la macchina un enorme vibratore dove i 40 o 50kmh sono il massimo percorribile (andare
        più piano è comunque peggio in quanto le corrugazioni si sentono molto di più; per
        dare un'idea del frullatore in cui si è immersi, la ventosa porta cellulare
        che avevo comprato prima di partire per usarlo come navigatore si è spaccata dopo
        4 o 5 giorni per un cedimento strutturale della plastica a causa delle vibrazioni!).
        Se la macchina non ha le plastiche perfettamente fissate, inizia quindi il concerto
        di scricchiolamenti e cigolii che arriva a rendere quasi difficile parlare tra due
        persone.
    
    
        Uno dei tanti difetti della nostra Suzuki Gran Vitara era proprio questo: abbiamo
        viaggiato per 15 giorni con il gomito a turno perfettamente appoggiato al portaoggetti
        centrale, ché altrimenti emanava rumori osceni che non chiamerò più "come una
        Fiat" ma "come una Suzuki".
    
    
        L'altro grosso "problema" è stata la polvere che viene sollevata dal
        tuo passaggio (e quindi impatta la parte posteriore della vettura) e nel caso sfortunato
        tu debba seguire un'altra macchina anche quella anteriore. Mi avevano messo
        in guardia che nelle double cab come le Hilux con copertura del cassone in alluminio
        o vetroresina, i bagagli sarebbero stati subito sommersi dalla polvere ma ero convinto
        che nelle macchine "normali" porte e portelloni fossero a chiusura "quasi"
        stagna. Ahahahah!! Già dopo una ventina di km le nostre valigie messe nel bagagliaio
        erano praticamente bianche di polvere e dopo un paio di giorni i sedili posteriori
        e le cose appoggiate sopra erano in identiche condizioni. Quando poi è capitato
        di dover seguire anche da lontano una macchina che alzava una nuvola di polvere
        analoga alla nostra, il problema si è posto anche anteriormente: pur mettendo il
        ricircolo la polvere da qualche parte entra (anche da posti strani come l'imbocco
        della cintura di sicurezza 
        che era quasi completamente bianca). Insomma bocca sempre impastata, necessità di
        comprare degli stracci per pulire alla meglio cruscotto e sedili, e valigie in condizioni
        di vergognarsi ad ogni check-in nei lodge! Last but no least, pur preavvisati dal
        gestore del car hire, la maniglia del portellone posteriore, se non veniva continuamente
        soffiata e liberata dalla polvere si inceppava costringendomi ogni mattina a fare
        i conti con San Pietro che mi pregava di smettere di invocare tutti i suoi fratelli!
        Non so se tutto ciò sia ascrivibile a Suzuki o se con una Kia/Hunday/Toyota le cose
        sarebbero andate in maniera diversa, so solo che la polvere è stata una dei fattori
        dominanti
        del nostro viaggio. Per il resto la macchina si è comportata bene, NON ABBIAMO MAI
        BUCATO (cosa mi dicono abbastanza rara) e quindi le due ruote di scorta sono rimaste
        fortunatamente inutilizzate: attenzione a questo fattore se 
        viaggiate in 3 o addirittura in 4 con una macchina di questa classe, la seconda
        ruota di scorta viene messa nel bagagliaio e quindi porta via molto posto per le
        valigie. 
    
    
    Navigazione
    
        Il consiglio di Barbara era stato: non portatevi navigatori GPS perché basta e avanza
        la mappa stradale e le indicazioni che avevano redatto per raggiungere ogni lodge.
        Visto che però lo smartphone lo avevo comunque e che per l'app che uso esistono
        anche le mappe per la Namibia, ho "disubbidito" e abbiamo navigato con entrambi
        i
        mezzi. Dico subito che Barbara aveva ragione a mettermi in guardia da eventuali
        "pazzie" che il GPS avrebbe sugggerito ed infatti certe volte se non avessimo avuto
        la cara e vecchia mappa cartacea, avremmo allungato di molto oppure preso strade
        ancora piú disastrate del solito. Se lo usate quindi fatelo cum grano salis
        e sempre
        con un double-check della mappa. Però... nelle 2 città diventa molto comodo per
        trovare le guesthouse o i ristoranti e soprattutto l'indicazione di quanto manca
        all'arrivo o l'estimated time senza fare tanto calcoli è tutta a vantaggio dello
        strumento digitale.
        Sull'app OsmAnd (che ricordo non
        ha bisogno di connessione in quanto ha tutto in
        locale) e la qualità delle mappe OpenStreet ormai ho parlato più volte e non posso
        che ripetere le lodi sperticate!! Quanti altri navigatori/mappe indicano i cancelli
        di entrata di un lodge o adirittura vi dicono dove è la vostra camera all'interno
        di un lodge??!
    
    Caprivi Car Hire
    
        Due parole sul noleggiatore
        dell'auto: come detto la macchina a parte la non-impermeabilità
        alla polvere e al fatto che non fosse nuovissima (90000 km) aveva le 4 gomme praticamente
        nuove di zecca cosi come una delle 2 ruote di scorta (la seconda invece era abbastanza
        "slick"). La consegna e il ritiro con relativo transfer da e per l'aeroporto
        sono avvenuti in maniera professionale e con tutte le spiegazioni del caso. L'unico
        grosso punto "a sfavore" di questo noleggiatore, ma come ho letto di molti
        altri, è la presenza sulla macchina di una "black-box" che segnala con
        un sibilante e rumoroso fischio i superamenti dei limiti di velocità tramite il
        suo GPS integrato che le serve da tachimetro e per sapere su che strada sei e quindi
        che limite applicare (120 su asfalto, 80 su sterrata, compresa la strada di sale
        verso Cape Cross che è invece nera, compatta e scorrevole come l'asfalto). Sul
        foglio
        che ti consegnano vi è inoltre specificato che ad ogni beep viene mandata una email
        al 
        noleggiatore e che ti verrà addebitata di 1 NAD$ (0.065€) e che dopo 5 infrazioni
        si
        riservano il diritto di far decadere l'assicurazione. Probabilmente ciò è vero
        se i limiti sono superati di molti kmh e per prolungate distanze, perché altrimenti
        i miei 1000 $ di cauzione che avevo lasciato mi sarebbero stati tolti quasi tutti
        :-) E' infatti quasi impossibile riuscire a non far suonare il maledetto coso
        anche volendo
        sempre stare sotto i limiti...basta un pressione di un ettoPascal
        in più sull'acceleratore o un sorpasso che se non vuoi che duri 8 km devi dare
        un po' di gas e l'inesorabile beep arriva come un treno. 
    
    
        C'è poi un
         problema intrinseco di aggiornamento della loro base dati: in almeno 3 occasioni
        strade asfaltate (la C20 prima di Mariental, la C28 dopo la Welwitschia drive e
        un'altra che ora non mi sovviene) dove il limite era 120 o al massimo 100 e
        che erano viste dal loro gps come sterrate e mi hanno costretto per molti km a viaggiare
        con "l'handicap". Insomma se alla guida a 
        sinistra, al cambio manuale che non usavo da una decina d'anni, ai tergicristalli
        che continuavano ad essere azionati al posto degli indicatori di direzione ci aggiungiamo
        la necessità di viaggiare guardando praticamente solo il contachilometri e non la
        strada, devo dire che è stata un'esperienza abbastanza pesante e faticosa...
        Nella scelta del Rent a Car considerate attentamente questo fattore; io in futuro
        preferirò spendere di più piuttosto che non avere questa spada di Damocle sul piede
        dell'acceleratore!
    
    
        Se siete amanti di numeri e statistiche questi sono i km giornalieri con una stima
        di % di asfalto e sterrato e dei rifornimenti fatti (il cambio al tempo di questo
        viaggio era 100 $ (namibiani o rand sudafricani) = 6.65€
    
    
        
            
                
                    | Day | Destinazione | Km | % sterr. ~ | Rifornimento | NAD$ | 
                
                    | 1 | Windhoek |  |  | Windhoek | $  550,00 | 
                
                    | 2 | Kalahari | 340 | 30% |  |  | 
                
                    | 3 | Hoodia | 260 | 50% | Mariental | $  222,00 | 
                
                    | 4 | Sossusvlei | 164 | 30% |  |  | 
                
                    | 5 | Swakopmund | 385 | 100% | Solitaire | $  380,00 | 
                
                    | 6 | Walvis Bay | 110 | 0% | Swakopmund | $  440,00 | 
                
                    | 7 | Mowani | 359 | 70% |  |  | 
                
                    | 8 | Grootberg | 151 | 100% |  |  | 
                
                    | 9 | Etosha (Okakujeio) | 404 | 30% | Kamanjab | $  487,00 | 
                
                    | 10 | Etosha (Halali) | 225 | 100% | Halali | $  492,00 | 
                
                    | 11 | Etosha( Mushara) | 151 | 90% |  |  | 
                
                    | 12 | Okonjima | 364 | 0% |  |  | 
                
                    | 13 | Windhoek | 210 | 0% | Otavi | $  466,00 | 
                
                    | 14 | Windhoek | 11 | 0% |  |  | 
                
                    |  |  | 3134 |  | (200€ circa) | $ 3.037,00 | 
            
         
        
     
    Fotografia
    
         E'
        esagerato dire che la Namibia è il paradiso dei fotografi? Non di molto!
        Intanto per la luce, esageratamente spettacolare e calda all'alba e tramonto
        e comunque sempre particolare a causa dell'assenza di inquinamento (se escludiamo
        la polvere lasciata dalle macchine che però si posa quasi subito). I paesaggi e
        panorami sono ovviamente da wow, soprattutto per chi come noi non è abituato a grandi
        spazi aperti e vede la sua visuale essere sempre ridotta all'osso da qualche
        montagna limitrofa.
E'
        esagerato dire che la Namibia è il paradiso dei fotografi? Non di molto!
        Intanto per la luce, esageratamente spettacolare e calda all'alba e tramonto
        e comunque sempre particolare a causa dell'assenza di inquinamento (se escludiamo
        la polvere lasciata dalle macchine che però si posa quasi subito). I paesaggi e
        panorami sono ovviamente da wow, soprattutto per chi come noi non è abituato a grandi
        spazi aperti e vede la sua visuale essere sempre ridotta all'osso da qualche
        montagna limitrofa.
    
    
        Certo, la maggior parte sono "pur sempre dei fottutti deserti" come dicevano
        in Ocean Eleven, ma la conformazione di questi è estremamente variegata. Da quelli
        sabbiosi a quelli pietrosi al bush dove cresce della vegetazione nonostante le precipitazioni
        di pioggia inferiori ai 100mm all'anno (che è la definizione di deserto). E
        poi ovviamente la fauna, così abbondante e così diversa dalla nostra. La visione
        dei primi springbok, orix, impala, kudo lungo la strada ti invoglia a fermarti ogni
        5 minuti (dopo alcuni giorni vengono snobbati come le mucche e le capre sui nostri
        pascoli). La stessa cosa succede per le giraffe, zebre ed elefanti che all'inizio
        incontri scaricando una memory card ogni volta e che dopo qualche pozza li dedichi
        al massimo qualche scatto di contorno in attesa di incontri "felini" molto
        più rari ed emozionanti. Per i bird-watching invece è un po' diverso, essendo
        completamente ignorante sull'argomento e quindi qualsiasi cosa volasse cercavo
        di immortalarla, magari 
        ritrovandomi a fotografare dei normali passerotti.
    
    
        E poi le notte stellate... non voglio dire di aver scelto questo periodo per l'assenza
        della luna ma è stata una fortuna scoprire che la luna nuova cadeva a metà vacanza,
        quindi i cieli erano sempre molto bui per l'assenza del nostro satellite e ovviamente
        per la totale mancanza di inquinamento luminoso, visto che spesso le uniche luci
        nel giro di 100 km erano le abat-jour della decina di bungalow che compongono il
        lodge.
    
    
        Purtroppo non avevo con me un obiettivo grandangolare molto luminoso (f2,8 o inferiore)
        che è la lente adatta per questo tipo di fotografia. Qualcosa 
            ho tirato fuori, ma
        non quello che l'ambiente avrebbe potuto offrire. Un bel Rokinon 14mm a fuoco
        manuale potrebbe essere un prossimo acquisto, unito al portare un treppiedi serio,
        nel caso ripetessi un viaggio simile.
    
    
        Per il resto, tanto, tanto tele! Un 400mm è a mio avviso il minimo indispensabile,
        il mio Sigma 150-600 spero si sia comportato bene, lo giudicherete voi dalle 
            photogalleries
    
    
        3015 fotografie per 75Gb di occupazione.... Non si può dire che non abbia scattato.
    
    
    
    Meteo e Clima
    
    
        Preferite il caldo o il freddo? Noi indiscutibilmente il primo e quindi la scelta
        è caduta sul periodo più caldo possibile ma prima delle grandi piogge che solitamente
        iniziano a novembre. Devo dire che un po' abbiamo rischiato in quanto ogni tanto
        le piogge anticipano e quindi anche la fine di ottobre è un po' a rischio. A
        noi è andata bene, la prima goccia d'acqua l'abbiamo sentita nel gate dell'aeroporto
        prima di imbarcarci per il ritorno, per il resto sole, sole, sole se escludiamo
        un pomeriggio velato al Camelthorn e "ovviamente" i due giorni sulla costa
        a Walvis Bay e Swakapomund dove il termometro è stabile quasi tutto l'anno sui
        15/16 gradi di giorno e 3 o 4 di meno di notte ma sempre nuvolosi o piovigginosi...insomma
        una specie di Scozia o di Germania del nord dove io mi suiciderei dopo 3 giorni!
    
    
         Il resto del viaggio è stato caratterizzato da un gran caldo (una media di 35 a
        occhio) con punte di 42/43 a Sossusvlei e all'Etosha. Insopportabile? Per noi
        affatto...anzi, piacevole direi... molto meno l'escursione notturna patita al
        Mowani che dai 35 delle 5 di pomeriggio quando abbiamo preso il thè al riparo del
        sole si è passati ai 17/18 della cena e presumibilmente ai 5 o 6 gradi della notte
        e della colazione (poi la comparsa del sole ha fatto subito salire la temperatura).
        Fare colazione con guanti, berretto di lana e pile grosso non era però nelle nostre
        corde, e non oso immaginare come sia lo stesso viaggio fatto in luglio/agosto (e
        forse anche settembre) dove questa è la norma: freddissimo mattina/sera/notte e
        piacevole di giorno. Certo se siete caldo-fobici come i miei amici che già a 30
        boccheggiano,
        allora ottobre non è il vostro periodo ideale, a noi è andato divinamente.
        Il resto del viaggio è stato caratterizzato da un gran caldo (una media di 35 a
        occhio) con punte di 42/43 a Sossusvlei e all'Etosha. Insopportabile? Per noi
        affatto...anzi, piacevole direi... molto meno l'escursione notturna patita al
        Mowani che dai 35 delle 5 di pomeriggio quando abbiamo preso il thè al riparo del
        sole si è passati ai 17/18 della cena e presumibilmente ai 5 o 6 gradi della notte
        e della colazione (poi la comparsa del sole ha fatto subito salire la temperatura).
        Fare colazione con guanti, berretto di lana e pile grosso non era però nelle nostre
        corde, e non oso immaginare come sia lo stesso viaggio fatto in luglio/agosto (e
        forse anche settembre) dove questa è la norma: freddissimo mattina/sera/notte e
        piacevole di giorno. Certo se siete caldo-fobici come i miei amici che già a 30
        boccheggiano,
        allora ottobre non è il vostro periodo ideale, a noi è andato divinamente.
    
    
    
    Cibo
    
         "Se siete vegetariani, sieti fottuti!" (cit. mia!). A parte due cene in
        cui il piatto principale era il pesce, il resto è stato carne, carne, carne...E
        devo dire di ottima qualità! Erano un po' di mesi che il nostro consumo di carne
        rossa era drasticamente diminuito al max a una volta alla settimana e le fiorentine
        o le mega grigliate non ci attiravano più come in passato (sarà la vecchiaia...).
        Però già la prima cena al ristorante Stellenbosch ha ritirato fuori il carnivoro
        che era sopito in noi, con un ottimo filetto di manzo. E la serie è continuata le
        sere successive con filetti di Orice (i migliori), di kudu, spezzatini, maxi-burger,
        carpacci per concludere degnamente con il classico spiedino misto di Joe's Beer
        House di sprinbok, zebra, kudu, coccodrillo e orice. Mangiare carne eticamente purtroppo
        mi disturba ed è ormai assodato che soprattutto la rossa bene non fa... diciamo
        che almeno qui i pascoli sono naturali e allevamenti a base di antibiotici o ormoni
        non ve ne sono. Per 
        quanto riguarda i pranzi, su consiglio di Barbara, abbiamo evitato i lunch packet
        che avrebbero potuto fornirci gli hotel ed abbiamo invece optato per il classico
        e sano panino imbottito comprando pane, affettati (in busta o tagliati al volo)
        e formaggi nei locali supermercati (dal piccolissimo spaccio attiguo al distributore
        al mega SuperSpar della nota catena austriaca). Sulle colazioni non possiamo spendere
        lodi sperticate in quanto consumatori delle classiche "continental" caffè,
        brioche, pane e marmellata che erano si sempre presenti ma diciamo non in infinita
        varietà (muffin e biscotti se andava bene e talvolta il pane nero con i semi al
        posto del bianco). Gli altri ospiti anglofoni o germanici erano invece super serviti
        con uova, bacon, sausages e tutto
        il resto che Dio solo sa come faccia un fegato ad assimilare alle 7 di mattina!
        :-)
        "Se siete vegetariani, sieti fottuti!" (cit. mia!). A parte due cene in
        cui il piatto principale era il pesce, il resto è stato carne, carne, carne...E
        devo dire di ottima qualità! Erano un po' di mesi che il nostro consumo di carne
        rossa era drasticamente diminuito al max a una volta alla settimana e le fiorentine
        o le mega grigliate non ci attiravano più come in passato (sarà la vecchiaia...).
        Però già la prima cena al ristorante Stellenbosch ha ritirato fuori il carnivoro
        che era sopito in noi, con un ottimo filetto di manzo. E la serie è continuata le
        sere successive con filetti di Orice (i migliori), di kudu, spezzatini, maxi-burger,
        carpacci per concludere degnamente con il classico spiedino misto di Joe's Beer
        House di sprinbok, zebra, kudu, coccodrillo e orice. Mangiare carne eticamente purtroppo
        mi disturba ed è ormai assodato che soprattutto la rossa bene non fa... diciamo
        che almeno qui i pascoli sono naturali e allevamenti a base di antibiotici o ormoni
        non ve ne sono. Per 
        quanto riguarda i pranzi, su consiglio di Barbara, abbiamo evitato i lunch packet
        che avrebbero potuto fornirci gli hotel ed abbiamo invece optato per il classico
        e sano panino imbottito comprando pane, affettati (in busta o tagliati al volo)
        e formaggi nei locali supermercati (dal piccolissimo spaccio attiguo al distributore
        al mega SuperSpar della nota catena austriaca). Sulle colazioni non possiamo spendere
        lodi sperticate in quanto consumatori delle classiche "continental" caffè,
        brioche, pane e marmellata che erano si sempre presenti ma diciamo non in infinita
        varietà (muffin e biscotti se andava bene e talvolta il pane nero con i semi al
        posto del bianco). Gli altri ospiti anglofoni o germanici erano invece super serviti
        con uova, bacon, sausages e tutto
        il resto che Dio solo sa come faccia un fegato ad assimilare alle 7 di mattina!
        :-)
    
    Karma
    
        Senza tirare in ballo religioni o santoni, ho sempre creduto che il bene (o il male)
        che si fa, prima o poi torna indietro. In questo viaggio ne ho avuto più di una
        conferma:
        se la salute ha retto, a parte un piccolo episodio, per entrambi, se non abbiamo
        mai bucato, se tutto è filato liscio dal primo all'ultimo momento, se il meteo
        è stato super clemente proprio come me l'aspettavo, se quando dici "mi
        mancherebbe da vedere solo quell'animale..." e taac salta fuori dal cespuglio,
        e se soprattutto il primo giorno di vacanza sollevi di scatto come un idiota lo
        zaino fotografico aperto e il tuo super tele di 1,9kg appena comprato e principale
        strumento di questo viaggio cade rovinosamente a terra da un metro di altezza sulle
        piastrelle grezze di porfido dure come il diamante, e miracolosamente NON subisce
        alcun danno (di solito o l'autofocus o lo stabilizzatore o l'allineamento
        di una delle 19 lenti parte...); ecco se tutto ciò avviene forse un merito lo hanno
        le decine di mance più o meno 
        cospicue che ho lasciato.
        La più clamorosa è stata la prima sera al ristorante dove obnubilato da 24 di viaggio
        e anche da un ottimo Shiraz e ancora poco incline al cambio devo avere sbagliato
        il conto mentale del tip lasciando ad un'esterrefatta cameriera più del 50%
        del conto. Ho avuto un sospetto quando ha chiamato le sue amiche colleghe a vedere
        la ricevuta, ma io e Silvia ci siamo fatti una risata e il giorno dopo un angioletto
        ha messo la mano sotto l'obiettivo precipitato a terra. In molti altri casi
        non avendo banconote di piccolo taglio ho reso felici molti portatori di valigie,
        benzinai, cameriere, parcheggiatori più o meno abusivi e perfino un ometto che ci
        ha lavato la macchina e ha ricevuto molto di più di quello che pago a casa. Tutto
        questo lo dico assolutamente non per vantarmi ma per far riflettere le persone che
        vedo che si mettono a trattare sul souvenir etnico da 1 euro per comprarlo a 30
        centesimi e che poi 
        sono magari quelli che manifestano in piazza al grido di "aiutiamoli a casa
        loro..." Non lesinate sulle mance o sugli acquisti, 10/15€ li spendete in 2
        aperitivi usciti dal lavoro mentre qui possono fare veramente una piccola differenza...e
        poi quanto vale la sorpresa, il sorriso e il thank you VERY VERY much dell'omaggiato
        ???
    
    
    
    Diario e foto
    
        Nella pagine successive  troverete come nei precedenti diari di viaggio, l'esatta
        successione degli avvenimenti e dei flash sulla giornata/e
        in quell'area con alcune immagini inerenti.
    
    
        La parte corposa fotografica la trovate qui suddivisa
        in categorie tematiche che spero possano soddisfare i vostri gusti.
    
    
        Se avete commenti o dubbi su un viaggio simile che state organizzando, non esitate
        a contattarmi.