Etosha
    
        Ripartiamo dal Grootberg in direzione del parco Etosha: abbiamo deciso di non 
        entrare da ovest dal Galton Gate in quanto poi il trasferimento su sterrata di 
        260km ci sembra un po’ troppo pesante e i limiti di velocità sono ancor più 
        bassi.
    
    
        Puntiamo quindi verso Kamanjab dove facciamo rifornimento e finalmente troviamo
        l’asfalto e un po’ di scorrevolezza che ci porta velocemente all’Andersson Gate
        dove entriamo nel Parco.
    
    Okaukuejo
    
         Il 
            camp è la nostra prima tappa e dove passeremo la nostra prima notte; ci
        avevano avvertito che essendo gestito direttamente dal governo non avrebbe avuto
        lo stesso standard qualitativo degli altri lodge. La nostra camera oltre che per
        l’ottima posizione (è una Water Chalet a pochi passi dalla grande pozza d’acqua)
        è invece ottimamente arredata, sufficientemente grande e –come sempre- 
        pulitissima. Ma non è per la stanza che siamo qui… appena ci affacciamo sulla 
        waterhole infatti capiamo perché queste pozze sono così famose. In pratica è un
        cinema all’aperto, con panchine, tribunette coperte e spot dove sedersi ed 
        ammirare il turn-over di animali che vengono ad abbeverarsi. E’ infatti 
        sorprendente la sincronia con la quale quando finisce di bere un gruppo, questo
        si allontani e ne arrivi un altro e così via all’infinito.
        Il 
            camp è la nostra prima tappa e dove passeremo la nostra prima notte; ci
        avevano avvertito che essendo gestito direttamente dal governo non avrebbe avuto
        lo stesso standard qualitativo degli altri lodge. La nostra camera oltre che per
        l’ottima posizione (è una Water Chalet a pochi passi dalla grande pozza d’acqua)
        è invece ottimamente arredata, sufficientemente grande e –come sempre- 
        pulitissima. Ma non è per la stanza che siamo qui… appena ci affacciamo sulla 
        waterhole infatti capiamo perché queste pozze sono così famose. In pratica è un
        cinema all’aperto, con panchine, tribunette coperte e spot dove sedersi ed 
        ammirare il turn-over di animali che vengono ad abbeverarsi. E’ infatti 
        sorprendente la sincronia con la quale quando finisce di bere un gruppo, questo
        si allontani e ne arrivi un altro e così via all’infinito. 
    
    
        Verso le 4 quando il sole e la temperatura comincia un po’ ad abbassarsi, 
        prendiamo la macchina e iniziamo a girare all’interno del parco facendo il giro
        di tutte le waterholes a ovest del campo. Pochi chilometri appena usciti la 
        classica “botta di c..”: tre leonesse appollaiate sotto un albero che decidono,
        con mooolta calma, decidono di attraversare la strada e andare a bere ad una 
        pozza lì vicina.
    
    
        La quantità di animali è abbondante, tanto che nelle pozze dove all’arrivo non 
        vediamo nulla non aspettiamo neanche 5 minuti (come bisognerebbe fare) e ci 
        dirigiamo alla successiva. Torniamo con anticipo sulla chiusura dei cancelli del
        campo (sperando di non bucare, in quanto scendere sarebbe vietato e il cellulare
        per la prima volta dà segnale assente) e consumiamo una cena come al solito a 
        base abbondante di carne.
    
    
        Prima di andare a letto è d’obbligo una sosta alla pozza illuminata da lampade 
        che sembra non infastidire gli animali: elefanti e rinoceronti sono i primi 
        attori che vediamo arrivare, purtroppo nessun felino o altro big-five.
    
    Halali
    
         Il secondo giorno dentro l’Etosha si svolge in modo analogo al precedente: 
        sveglia, colazione, e partenza per il camp site Halali fermandosi a tutte le 
        pozze lungo la strada. Il camp è molto più piccolo e meno affollato (a cena 
        saremo una decina di persona massimo); la camera è un po’ più spartana, ma solo
        dall’esterno, dentro è carina e arredata con cura.
        Il secondo giorno dentro l’Etosha si svolge in modo analogo al precedente: 
        sveglia, colazione, e partenza per il camp site Halali fermandosi a tutte le 
        pozze lungo la strada. Il camp è molto più piccolo e meno affollato (a cena 
        saremo una decina di persona massimo); la camera è un po’ più spartana, ma solo
        dall’esterno, dentro è carina e arredata con cura.
    
    
        La pozza del camp site è anch’essa più piccola, ma fornita di una bella 
        “tribunetta” naturale con tettoia dove incredibilmente tutti i visitatori 
        mantengono un silenzio assoluto e al massimo sussurrano due parole al partner 
        quando scorgono qualche esemplare avvicinarsi.
    
    
        Al pomeriggio altro giro per pozze questa volta verso est per avvantaggiarsi sul
        tragitto del giorno dopo. 
    
    Mushara Lodge
    
         L’indomani dobbiamo purtroppo uscire dal parco entro le 13, infatti il permesso
        di entrata timbrato allo stesso orario ci è stato fatto per due giorni. Decidiamo 
        di arrivare a Namutomi e nel caso prolungarlo di un altro giorno, ma ci 
        giungiamo proprio nei pressi della scadenza. Dopo aver visto anche la iena che
        mancava alla nostra check-list, decidiamo quindi che siamo soddisfatti di 
        quanto visto ed usciamo dal Von Lindenquist Gate per raggiungere il nostro lodge
        che dista solo pochi km.
        L’indomani dobbiamo purtroppo uscire dal parco entro le 13, infatti il permesso
        di entrata timbrato allo stesso orario ci è stato fatto per due giorni. Decidiamo 
        di arrivare a Namutomi e nel caso prolungarlo di un altro giorno, ma ci 
        giungiamo proprio nei pressi della scadenza. Dopo aver visto anche la iena che
        mancava alla nostra check-list, decidiamo quindi che siamo soddisfatti di 
        quanto visto ed usciamo dal Von Lindenquist Gate per raggiungere il nostro lodge
        che dista solo pochi km.
    
    
        All’arrivo ci accoglie una bella e simpatica ragazza che ci mostra l’ennesimo 
        splendido lodge che AfroZapping ci ha fatto scoprire.
    
    
        Mega camera con bellissimi arredamenti, ma soprattutto una cura particolare dei
        dettagli nell’enorme parte comune della struttura. Non 
        resisto ad un ottimo beef-burger (visto che abbiamo mangiato poca carne in 
        questi giorni!) e poi ci sdraiamo per il resto del pomeriggio sui lettini della
        piscina allietati ogni tanto dalla visita di volatili colorati o inconsueti.
    
    
        Ottima cena, incredibilmente a base di pesce, e poi a nanna.