Vaucluse e Luberon
Mi sveglio con l’apprensione di trovare brutto tempo, poiché oggi (e in parte il
giorno dopo) è la giornata che attendevo di più di questo viaggio: i campi fioriti
di lavanda! E invece la giornata semipiovosa di ieri, unita al vento notturno hanno
spazzato via tutte le nuvole procurando quelle condizioni che si hanno proprio dopo
una giornata di maltempo (avete presente quando da Milano si vedono le montagne
? non capita spesso purtroppo per i milanesi, ma ogni tanto capita…)
Partiamo quindi con il sorriso nel cuore verso il centro della Vaucluse e più precisamente
verso la zona del Luberon. La prima tappa è la splendida Abbazia di Senanque
che lascia veramente senza parole. Fotografata da migliaia di turisti dietro un
campo di lavanda, ci accoglie invece con il grano più biondo che abbia mai visto al posto della viola pianta
(o i monaci si sono stufati dei turisti che venivano solo per quello, o hanno dato
una rotazione alla semina del campo). Scattando decine di foto da tutte le posizioni,
per la prima volta mi sono quasi sentito commosso di fronte a tale bellezza del
posto, forse anche per la pace e la tranquillità che solo un posto religioso sa
dare.
Ripartiamo a malincuore ma ben presto sarò altrettanto felice: campi di lavanda
con i classici filari
ben allineati si parano davanti a noi sotto un cielo che più azzurro non si può,
e grazie alla pazienza di Silvia, posso finalmente sbizzarrirmi con n inquadrature
a tutte le focali e impostazioni possibili…
Proseguiamo quindi con destinazione Sault percorrendo strade montane deserte,
passando tra paesini con i vecchietti seduti fuori dalla porta (Lioux ad
esempio) e vedendo in lontananza il brullo Mont Ventoux, teatro tra l’altro di memorabili
tappe ciclistiche del Tour de France. Sault non offre molto se non una balconata
sulla valle sottostante e una carina piazzetta, dove all’ombra del solito enorme
albero pranziamo e ci deliziamo di un ottimo Café Gourmand (caffè espresso, pallina di gelato alla vaniglia
e brownies con panna).
Dopo varie soste per alcuni scatti “alla lavanda”, raggiungiamo Roussillon,
un borgo famoso per le sue ocre che vengono ricavate dalle vicine cave. Dopo alcuni
tentennamenti rinviamo al giorno dopo il giro al “Sentier des Ochres” (un
sentiero didattico che mostra le 17 varietà di roccia da cui si ricavano i pigmenti)
e ci concentriamo solo sulla visita del villaggio, che offre le solite viuzze carine,
ma che si distingue dagli altri proprio per il colore intenso delle mura delle case.
La luce bassa e calda del tardo pomeriggio, unita al contrasto del cielo azzurrissimo,
fa ancor più esaltare i magnifici
toni dell’intonaco dei vari edifici, ma ci “tocca” andare verso Joucas
per rilassarci un paio di orette e fare un bagno nella piscina del magnifico hotel che abbiamo scelto.
Alla sera rinunciamo a mangiare al ristorante dell’hotel anche se forse ne sarebbe
valsa la pena (sicuramente per il palato, un po’ meno per il portafoglio) e andiamo
a visitare il paese di Gordes. La prima cosa che facciamo è andare subito
a vedere se è vero che alcune scene del film “Un’ottima annata” sono state girate
qui, e, in effetti, scorgiamo subito la piazzetta con la fontana dove Russell Crowe circuisce la bella
ragazza del posto. Peccato che al posto della Brasserie tipica dove serviva la protagonista,
ci sia un ristorante che sicuramente avrà approfittato della pubblicità del film
e propone prezzi allucinanti (ed infatti è completamente vuoto sia dentro che nei
tavolini fuori).
Dopo qualche giretto intorno al paese (che offre molto meno di altri precedentemente
visitati) decidiamo quindi di cenare in una specie di trattoria tipica (con classica
tovaglia a quadretti bianchi e rossi) e facciamo ritorno in hotel dove mi concedo
il lusso di sorseggiare nella
sala del camino
uno spettacolare Armagnac del 1982 (parlo di lusso, perché un bicchiere costa come
tutta la cena appena consumata !)
Alloggio
Mas des Herbes Blanches
Appartenente alla catena Relais & Chateau, può definirsi un hotel di lusso che
forse meriterebbe più delle sue quattro stelle. La costruzione è ottimamente armonizzata con l’ambiente
e la posizione è spettacolare, giacché dalla finestra e dalla terrazza dove si mangia si gode di un panorama
su tutta la zona sottostante collinare del Luberon. Camera (con vista a sud sulla vallata) non enorme
ma dotata di tutti i confort. Unica piccola pecca: la terrazza della colazione aveva
solo pochi tavoli riparati all’ombra e fare colazione con il sole a picco che ti
batte sulla fronte non è piacevolissimo… Per il resto, assolutamente da consigliare.