Parte tecnica
Essendo per Sony lo scopo del field test quello di raccogliere feedback sull’uso
dei loro prodotti, mi sembra giusto dedicare qualche parola su questo aspetto. L’argomento
è quello tipico cosiddetto “scaccia fighe”, quindi i/le non interessati passino
pure oltre !
Partiamo dalle reflex: l’ammiraglia alfa 900 (full frame da 24 megapixel) era quella
che più mi incuriosiva in quanto omologa della mia Canon 5D II in fatto di caratteristiche
e posizionamento sul mercato. Devo dire che non mi ha per niente deluso: il corpo
si presenta massiccio (esteticamente un po’ troppo squadrato il pentaprisma a mio
parere), è tropicalizzato, ed infatti le poche gocce non le hanno fatto nulla, e
dopo pochi minuti ci si trova subito a proprio agio. Un “difetto” di tutte le reflex
che ho provato è la posizione del pulsante di scatto, a mio parere troppo arretrato
rispetto a dove cade naturalmente il dito indice. Gli scatti che ho eseguito sono
stati tutti molto puliti e nitidi, merito anche dell’ottimo Zeiss 24-70 f2,8 che
è una signora lente. Ho scattato spesso a 800 e 1600 iso nei bui antri della Medina
ottenendo immagini con un rumore accettabile; sarebbe stato interessante fare lo
stesso scatto con la mia Canon 5D-II o con una Nikon D700 per avere un termine di
paragone, ma non era quello lo scopo del field test.
I file raw a piena risoluzione sono ancora più “ciccioni” dei miei (superano abbondantemente
i 35 Mb !!) ma contengono come ovvio molto dettaglio e sono molto bilanciati in
termini di low/high lights (non so se per merito del DRO, il Dynamic Range Optimizer).
Come detto il 24-70 f2,8 è una bella lente, forse un po’ corta per lo street-photograph
e mi è parso con un pelo troppo di distorsione a 24. Anche il 16-105 mi ha molto
ben impressionato (anzi è forse la lente che con un occhio al prezzo mi è piaciuta
più di tutte), mentre il versatile 18-250 e l’entry level 18-70 oltre all’aspetto
e costruzione “plasticosi” non brillano per le prestazioni. Infine ho tenuto in
mano per qualche minuto il possente 70-400 G (ahhh, se mi avesse visto Simona Z…)
focheggiando per qualche minuto da zero a infinito ricavandone l’impressione che
l’autofocus non sia velocissimo, non so se per colpa sua o del corpo (era montato
su una 900).
Le altre due reflex che ho provato (alfa 300 e alfa 200) si sono rivelate per quello
che sono: delle ottime entry level, forse qualcosa in più, per chi vuol fare il
grande salto dalla compatta/bridge al mondo D-SLR. Lo stabilizzatore integrato nel
corpo (al contrario di Canon e Nikon che lo adottano sulle lenti) non mi ha strappato
urla di entusiasmo, nel senso che non si ha la sensazione di “freeze” che ho io
sui miei obiettivi IS quando premo a metà il pulsante di scatto, anche se ad onor
del vero, scatti mossi non ne ho visti.
Per quanto riguarda le videocamere ho avuto in prova una HandyCam SR-12 con 120Gb
di hard disk (ma noi registravamo sulle nostre memory stick da 4 Gb che avevamo
a disposizione), una buona ottica, un buon display LCD e un mirino non proprio ergonomico.
Settata per prima cosa la qualità massima (HD-FH, ovvero un avchd fullHd a 16 mb/s
di bitrate), ho filmato per una mezz’oretta apprezzando lo stabilizzatore e la qualità
video (secondo me però ancora un pelo inferiore all’HDV). Le magagne sono però venute
fuori, come prevedevo, alla sera cercando di visionare e montare il girato su un
portatile Vaio a nostra disposizione: seppure fosse un notebook di alto livello,
sia Vegas che Premiere Elements facevano molta fatica a gestire le clip. Probabilmente
era sensato il consiglio di usare bitrate inferiori (9 o 6 mb/s) dato dalle solerti
Claudia e Emanuela (le ragazze del supporto tecnico e marketing che seguivano il
settore videocamere). Notevolissimo invece lo stabilizzatore montato sulla nuovissima
(anzi ancora non uscita) HDR XR-500 e 520: sia da fermo con focali lunghe sia addirittura
camminando le riprese sono notevolmente più stabili di tutti gli apparecchi che
ho finora provato, anche se il mio consiglio rimane quello che il vero video si
fa SOLO con treppiedi e testa fluida :-)
Tra l’altro questo nuovo modello è dotato di un dispositivo GPS e tagga ogni clip
geolocalizzando la ripresa consentendoci in post produzione di vedere la mappa dove
si è girato: una feature molto carina (anche se non ho visto l’implementazione software
che ci sta dietro; bello sarebbe se fosse integrabile con Google Earth o Maps.Live)
Infine il mondo Cybershot (compatte e bridge); come ovvio ero abbastanza riluttante
e scettico nell’usare questi strumenti dall’ergonomia dubbia: non sai se tenerli
con una o due mani, l’LCD con la forte luce è inusabile, il mirino è un buco di
c… praticamente inservibile… ma ciò vale per TUTTE le compattine, non solo quelle
di Sony sia chiaro. Le funzioni “consumer” tipo il face detection (riconoscimento
facciale sia di adulti che di bambini per mettere automaticamente a fuoco e esporre
bene i visi) o addirittura lo “smile shutter” (la fotocamera scatta da sola se rileva
che il soggetto inquadrato sta sorridendo) mi affascinano dal punto di vista dell’implementazione
del software/firmware, ma mi “rattristano” nel vedere sprecata l’occasione di imparare
quelle 4 nozioni alla base della fotografia. Neppure le foto panoramiche e il successivo
“stich” in post-produzione si salvano. Con la nuova Sony XH1 basta fare una “spennellata”
stile panning da destra a sinistra e la foto panoramica è bella che pronta!! O tempora,
o mores :-)