Il viaggio
            
                La prima giornata è trascorsa quasi interamente in spostamenti: levataccia notturna
                per raggiungere Linate all’alba, volo Milano Roma per aggregarsi al gruppo che partiva
                dalla capitale, altro volo fino a Tunisi e finalmente arriviamo ad Hammamet dove
                alloggeremo all’Hotel Royal, il classico resort enorme con sfarzo di marmi e piscine
                ideale per vacanze famigliari e con bambini (non proprio il posto insomma dove andrei
                in ferie !). Una cena stile matrimonio, nel senso che le portate erano troppe, e
                una passeggiata al freddo hanno concluso la serata che ci vedeva tutti quanti esausti.
            
            
                 Il secondo giorno è iniziato il vero e proprio field-test: a bordo di jeep 4x4 ci
                siamo addentrati nell’entroterra sulle tracce dei pastori berberi. La prima parte
                della giornata ero stato destinato alla prova delle videocamere a memoria handycam:
                non sono un grande appassionato di video, ma visto che poche settimane fa ho cambiato
                videocamera con un modello HD (più precisamente una HDV a nastro ahimè di un competitor)
                ero abbastanza preparato da serate di lettura di forum e siti. Dopo un pranzo in
                una caratteristica fattoria berbera, siamo tornati ad Hammamet (con sosta per fotografare
                un bell’arcobaleno e aiutare un’altra jeep alla quale non si chiudeva più una portiera).
                Ci siamo addentrati nella Medina cercando di ignorare gli insistenti richiami dei
                venditori di souvenir e mercanzia tipica dei suk maghrebini. Avevo finalmente in
                mano una reflex con la quale mi trovo molto più a mio agio, ed il tempo è passato
                via in fretta tra vicoli, botteghe e qualche foto sulla spiaggia battuta da un fortissimo
                vento (ottimo per testare dopo un cambio lente se il sensor cleaning funziona bene
                !). Cena in un ristorante tipico tunisino con tempi di attesa un po’ troppi lunghi
                anche se allietata da una procace danzatrice del ventre.
                Il secondo giorno è iniziato il vero e proprio field-test: a bordo di jeep 4x4 ci
                siamo addentrati nell’entroterra sulle tracce dei pastori berberi. La prima parte
                della giornata ero stato destinato alla prova delle videocamere a memoria handycam:
                non sono un grande appassionato di video, ma visto che poche settimane fa ho cambiato
                videocamera con un modello HD (più precisamente una HDV a nastro ahimè di un competitor)
                ero abbastanza preparato da serate di lettura di forum e siti. Dopo un pranzo in
                una caratteristica fattoria berbera, siamo tornati ad Hammamet (con sosta per fotografare
                un bell’arcobaleno e aiutare un’altra jeep alla quale non si chiudeva più una portiera).
                Ci siamo addentrati nella Medina cercando di ignorare gli insistenti richiami dei
                venditori di souvenir e mercanzia tipica dei suk maghrebini. Avevo finalmente in
                mano una reflex con la quale mi trovo molto più a mio agio, ed il tempo è passato
                via in fretta tra vicoli, botteghe e qualche foto sulla spiaggia battuta da un fortissimo
                vento (ottimo per testare dopo un cambio lente se il sensor cleaning funziona bene
                !). Cena in un ristorante tipico tunisino con tempi di attesa un po’ troppi lunghi
                anche se allietata da una procace danzatrice del ventre.
            
            
                 Il terzo giorno, anch’esso sotto un cielo nuvoloso e spesso piovoso, si apre con
                il trasferimento a Tunisi per visitare la Medina, sicuramente più grande e interessante
                di quella di Hammamet. Lo scoramento di essere stato assegnato tutto il giorno alle
                compatte Cybershot svanisce ben presto grazie al mitico Roberto di AfDigitale che
                mi presta la “sua” alfa 900 con la quale gioco per un’oretta nei bui vicoli e porticati
                del suk. Impietosito dalle richieste di altri partecipanti che mi sbavavano dietro
                come lumache :-) consegno l’ammiraglia di casa Sony e mi rassegno a scattare (ben
                poco a dire il vero) con una point&shot. Pranziamo in un bellissimo ristorante
                con terrazza sul mare di Sidi Bou Said, la cittadina famose per i muri bianchi e
                le imposte di porte e finestre azzurre. Un giretto nel paese post-prandiale non
                sortisce l’effetto sperato di scuoterci dall’abbiocco, e, infatti, il viaggio di
                ritorno in pullman ci vede quasi tutti ronfanti (ben documentato dal corto “Nessun
                Dorma” girato da un partecipante). Come il giorno precedente una sala predisposta
                con vari notebook (ovviamente Sony Vaio) ci permette di visionare le foto e i filmati
                fatti durante la giornata; e ci attende anche il compito di selezionare un “greatest
                hits” di queste due giornate da proiettare alla sera in una sorta di mini-contest
                senza vincitori né vinti.
                Il terzo giorno, anch’esso sotto un cielo nuvoloso e spesso piovoso, si apre con
                il trasferimento a Tunisi per visitare la Medina, sicuramente più grande e interessante
                di quella di Hammamet. Lo scoramento di essere stato assegnato tutto il giorno alle
                compatte Cybershot svanisce ben presto grazie al mitico Roberto di AfDigitale che
                mi presta la “sua” alfa 900 con la quale gioco per un’oretta nei bui vicoli e porticati
                del suk. Impietosito dalle richieste di altri partecipanti che mi sbavavano dietro
                come lumache :-) consegno l’ammiraglia di casa Sony e mi rassegno a scattare (ben
                poco a dire il vero) con una point&shot. Pranziamo in un bellissimo ristorante
                con terrazza sul mare di Sidi Bou Said, la cittadina famose per i muri bianchi e
                le imposte di porte e finestre azzurre. Un giretto nel paese post-prandiale non
                sortisce l’effetto sperato di scuoterci dall’abbiocco, e, infatti, il viaggio di
                ritorno in pullman ci vede quasi tutti ronfanti (ben documentato dal corto “Nessun
                Dorma” girato da un partecipante). Come il giorno precedente una sala predisposta
                con vari notebook (ovviamente Sony Vaio) ci permette di visionare le foto e i filmati
                fatti durante la giornata; e ci attende anche il compito di selezionare un “greatest
                hits” di queste due giornate da proiettare alla sera in una sorta di mini-contest
                senza vincitori né vinti.
            
            
                La cena in una splendida tenda addobbata alla maniera berbera ci attende: sempre
                ottimo il cibo, il vino e la compagnia, il tutto intramezzato da giocolieri, ballerine,
                danzatrici del ventre (ancora più procace di ieri), e domatori di serpenti (mancavano
                solo i nani ed eravamo al completo :-) ).
            
            
                La discoteca non è il mio ambiente ideale e quindi passo la mano, ma so che gli
                altri si sono molto divertiti.
            
            
                Il quarto e ultimo giorno si apre con un cielo terso e un sole splendente (fanculo
                possiamo dirlo ? non poteva arrivare prima ?) anche se ancora ventoso e fresco.
                La mattina scorre lenta su un lettino a fare le lucertole in attesa del check-out
                e dell’inevitabile partenza. Trasferimento in aeroporto, due voli con scalo a Roma
                e congedo dagli amici del Centro Sud, arrivo a Milano e quella sensazione mista
                di tristezza e nostalgia che ti pervade quando finiscono le vacanze.