Day 1 - Lisbona
Un breve tocca e fuggi
Eravamo già stati ben 18 anni fa per un week end lungo a Lisbona (oltre che
a Sintra e Cabo de Rocas), quindi nell'organizzazione del viaggio ho
escluso la ri-visita completa. Visto però che le pratiche del rent-car si
sono svolte molto velocemente ne abbiamo approfittato per un giretto. Dal
Marque de Plombal siamo scesi a piedi fino a Rossio, fatto un giretto per
il Barrio alto, salutato Pessoa al Cafe Brasileria, preso aperitivo in
Praça do Comércio e tornati in metro. Non l'abbiamo trovata molto cambiata
da 4 lustri fa, forse solo un po' di catene globalizzate in più (Zara,
Mango, H&M) ma per il resto la stessa atmosfera che caratterizza tutto
il Portogallo ovvero quel misto di decadenza-abbandono ma "voluto",
difficile da spiegare.
Con il senno di poi forse sarebbe stato da evitare in toto ed andare a
dormire a Cascais che è l'unica meta "famosa" che abbiamo
saltato.
Day 2 - Lisbona - Peniche
Mafra
Prima tappa del nostro viaggio il
Palácio Nacional e Convento de Mafra
, il più grande edificio portoghese, costruito nel XVIII secolo per ordine
di D.Joao V.
Parliamo di un palazzo di 666 stanze, un convento che ospitava 300 frati e
di una basilica con sei organi e due carillon da 114 campane…robetta
insomma. Ci vuole il suo tempo a percorrere i lunghissimi corridoi ed
ammirare le moltissime stanze dove si svolgeva la vita di corte, dalle
camere da letto, ai salotti, dalla sala del biliardo, alla nursery, al
salone coi trofei di caccia, fino alla splendida Biblioteca
in stile rocaille lunga 83 metri e che ospita 40.000 antichi volumi. Visita
appagante che consiglio vivamente.
Ericeria
A una decina di chilometri si trova questo tradizionale borgo di pescatori
che oggi è meta famosa di surfisti dato che alla
Praia de Ribeira d'Ilhas
si tiene addirittura una prova del Campionato del Mondo. Fortunatamente lo
sviluppo turistico non ha intaccato il fascino e le caratteristiche
originali del vecchio paesino che è rimasto molto godibile con le sue
facciate bianche e azzurre e i suoi vicoli dove trovare qualche
ristorantino tipico (magari non la steak house Prim che abbiamo scelto noi e
che non ci ha soddisfatto).
Peniche
Un sito che avevo letto prima di partire lo definiva un "grazioso" paesino
di mare con mura perimetrali, fortezze, pieno di vecchiette che cuciono il
pizzo al tombolo ecc. Devo dire che di grazioso c'è ben poco. Non esiste un
centro vero e proprio, non esistono negozi degni di questo nome, nessuna
nonnina avvistata, il Forte esiste ma è in ristrutturazione, insomma
abbastanza squallido. Se non siete interessati al Surf potete saltare a piè
pari. Belle solo le formazioni rocciose delle falesie lungo la penisola e
alcune spiagge molto estese ma, ovviamente, stra-ventose e fredde.
Mood della giornata è stato infatti "fa un cazzo di freddo!!!". Dai 35° di
ieri, siamo passati ai 22/23 ma con un vento oceanico gelido che ne fa
percepire anche meno. Non penso sia un'eccezione perché sono molte le
vetrine che espongono felponi, scialli o addirittura maglioni. Non oso
pensare come sia l'acqua del mare…
Oltre al freddo oggi ci si aggiunge anche una fastidiosa "foschia" che scopriamo essere i fumi degli incendi che hanno devastato le foreste canadesi e che sono arrivati fino in Europa. Per fortuna il fenomeno scomparirà già l'indomani.
Day 3 - Peniche - Nazaré
Óbidos
Passeggiata in questo borgo medievale,
capitale della Ginjinha
, ovvero quel liquore alla ciliegia che viene di solito offerto o venduto
in bicchierini di cioccolato. Purtroppo come sovente capita ormai in tutto
il mondo la via principale è devastata da decine di negozi di souvenir che
potrebbero trovarsi in qualsiasi posto in Europa. La visita, oltre che nel
labirinto di strette vie che formano il paese, può anche essere fatta
camminando sulle mura che arrivano al Castello dove sono in corso i
preparativi per una nota festa medievale che si svolge a fine luglio.
Monastero di Alcobaça
La seconda tappa della giornata cade su questo imponente monastero
classificato Patrimonio dell'umanità dall'Unesco nel 1989. L'imponente
chiesa in stile gotico antico con una grandiosa navata centrale è
impreziosita da due capolavori scultorei, ovvero i due
tumuli di Dom Pedro I e Dona Ines
collocati uno di fronte all'altro.
Il resto dell'edificio è composto dalle molte sale che servivano alla vita
cistercense come il refettorio, la cucina, il dormitorio oltre alla sala
capitolare e alla Sala dei Re.
Nazaré
Meta finale di oggi è Nazarè, famosa per la sua spiaggia a mezzaluna dalle
tende colorate ma soprattutto per le sue onde gigantesche, prima tra tutte
quella da guinness dei primati di 30 metri che nel 2011 venne cavalcata dal
surfista McNamara.
La Praja do Norte è infatti l'altra spiaggia al di là del promontorio di
Sitio che ha reso famosa Nazaré per i vari contest di surf
e soprattutto per il fatto che possono essere seguiti dall'alto dal
Pederneira, un belvedere naturale con un faro in cui è
stato allestito un piccolo museo dedicato a questo sport e alla spiegazione
della geomorfologia sottomarina (un canyon di 170km e 3000 mt di
profondità) che causa questo fenomeno ondoso.
Certo, raggiungere il Sitio attraverso la sua infinita scalinata (la
Funicolare è chiusa per manutenzione) non è stato proprio un toccasana, ma
la fatica è ripagata dalla vista della schiuma ribollente e dal vento così
forte che quasi ti sposta.
Alla sera concludiamo con un'ottima cena dove proviamo per la prima volta
la famosa Cataplana, una specie di paella portoghese dove
però il riso è a parte e scegli tu il tipo di pesce che viene cotto in un
mare di verdure; facciamo anche la gradita conoscenza di una famiglia
portoghese che vive a Lugano e in perfetto italiano ci dona molti consigli
per i prossimi giorni oltre -graditissimo e inaspettato– a offrirmi un
bicchiere di Porto di 20 anni come commiato, le cose che non ti
aspetteresti da degli sconosciuti!
Day 4 - Aveiro e Porto
Aveiro
Scegliamo questa piccola cittadina a un'ora circa da Porto per fare una
pausa e pranzare. Aveiro è famosa per le facciate di edifici in stile
Art Nouveau che sorgono lungo il canale principale.
L'altra caratteristica è infatti quella di essere "una piccola Venezia"
(tra 27 virgolette), non solo per la presenza di corsi d'acqua che
l'attraversano ma anche e soprattutto per le imbarcazioni chiamate moliceiros che ricordano alla lontana le nostre gondole. Queste
affusolate e variopinte barche una volta venivano usate per la raccolta
delle alghe, mentre oggi servono solo al turismo fluviale. Il forte e
ancora gelido vento non ci fa venire voglia di provarle e dopo pranzo
riprendiamo quindi il nostro viaggio alla volta della seconda e terza più
grande città portoghese.
Porto e Vila Nova de Gaia
Spoiler: Porto (e la sua dirimpettaia Gaia) è BELLISSIMA,
sul nostro personalissimo cartellino (cit.) più bella e interessante di
Lisbona e tra le Top 5 europee!
E dire che la prima impressione non è stata un granché dato che i cantieri
presenti per la costruzione di una nuova linea della metro ci hanno reso
l'arrivo in hotel abbastanza stressante e incasinato. Ma una volta lasciata
la macchina in un parcheggio, fatto check-in e cominciato ad esplorarla a
piedi, ci siamo subito innamorati.
C'è da dire che ci vogliono scarpe comode e buoni polpacci perché Porto si
sviluppa su una collina che degrada verso il suo fiume, il
Douro
che la divide appunto dall'altra città chiamata per brevità Gaia e dove
sorgono TUTTE le cantine di Porto (che quindi NON sono a Porto!) più famose
del mondo.
Iniziamo la visita dal Municipio, dalla Stazione (São Bento
Station) al cui interno ci sono stupendi azulejos,
che troviamo anche sulle facciate di molte chiese che ho perso il conto in
che ordine abbiamo visitato (
Igreja do Carmo, Capela das Almas, la Sè de Porto)
oltre alla famosa Torre dos Clerigos che domina la città
e intorno alla quale passeremo svariate volte.
Scendiamo finalmente nel famoso quartiere della Ribeira un
dedalo di vicoli che sfocia sul lungo-fiume dove sono affacciate le
decoratissime case che si vedono meglio dalla sponda opposta. Sponda che
raggiungiamo percorrendo l'altrettanto famoso
Ponte de Dom Luís I
sul livello più alto (dove oltre ai pedoni passa solo il tram) e quando
dico alto non sto scherzando, tanto che all'arrivo per raggiungere la riva
sottostante ci si può avvalere addirittura di una cabinovia (Leitner o
Doppelmayr? il dubbio non è stato fugato).
Non so se sia una condizione fortunata e temporanea, ma
la luce
che c'è oggi è veramente pazzesca, quel terso e nitido che solo un
fortissimo vento e la mancanza di umidità possono favorire. Le facciate
della Ribeira do Porto, le guglie della Sè e la torre seppur molto distanti
sembrano lì a portata di mano… anche questo contribuisce alla magia di
questa città (d'altronde qui è nata la saga di Harry Potter dato che la
Rowling ha vissuto e insegnava qui…).
Day 5 - Porto
Iniziamo la nostra seconda giornata sorprendendoci per la temperatura
notevolmente aumentata e senza vento! Passeggiamo su e giù (a noi sembra
soprattutto SU!) con mete non ben definite ma tanto già sappiamo che
qualcosa di "noto" lo incontreremo. Ed infatti nel giro di un'oretta
passiamo per Igreja de Santo Ildefonso, per il
Cafe Majestic
e soprattutto la Livreria Lello: due spot imperdibili per
i fans -quali noi NON siamo- di Harry Potter; è incredibile la fila davanti
alla libreria (che oltretutto chiede 5€ per essere visitata, un pozzo
d'oro!). Entriamo nel Mercato de Bolhao (ci ha ricordato
in tono minore un po' quello di Rotterdam) e poi puntiamo in direzione del
fiume verso il Palàcio de Bolsa e la
Igreja do San Francisco
(che -come ormai ho deciso per tutte le attrazioni turistiche che vietano di
fotografare- boicottiamo anche per via dell'altare in ristrutturazione).
Dato che è abbastanza presto, decidiamo di "perdere" un'oretta buona
prendendo l'antico tram nr 1 fino alla Foz di Douro,
ovvero la foce del fiume che si getta nell'Atlantico. I 20+20 minuti di
tragitto sul vecchio tram sferragliante con l'aria fresca che entra dal
finestrino passano in un baleno. Ai giardini di Passeio Alegre l'aria
comincia a rinfrescare e in pochi metri, arrivati sulla "spiaggia" del Molo
il vento freddo dell'oceano e le sue onde impetuose ci salutano con alti
spruzzi.
Tornati sulla Riva della Ribeira RI-attraversiamo il ponte de Dom Luís I
questa volta sul livello inferiore e pochi passi dopo la sua fine, sulla
sinistra, vediamo l'entrata della Cantina Burgmust che
ricordavo essere l'unica (o una delle poche) che fanno visite guidate in
lingua italiana. Entriamo per chiedere informazioni e fortuna vuole che
l'unico tour giornaliero stia per partire tra pochi minuti. La guida Luca
(portoghese e con un lessico italiano più che buono, ma con un'attitudine
da "siesta" che sembra che il Porto se lo sia scolato pochi minuti prima…)
ci illustra tutte le varie tipologie, caratteristiche e la storia di questo
vino liquoroso; purtroppo la cantina non è un granché come "spot" (nessuna
barricaia, e due sale con qualche strumento come antichi torchi,
imbottigliatrici o etichettatrici) ma la visita si chiude con la
degustazione di 3 bicchieri molto buoni (io ho scelto la degustazione
Premium con un white dry, un vintage ruby 2009 e un thawnie di 10 anni).
Facciamo due passi a Gaia sulla riva opposta alla Riberia e poi ci
incamminiamo (in SU!) per l'ultima volta verso l'hotel, stanchi morti ma
appagati da questa bellissima città che vale sicuramente la pena visitare
anche solo in un week end mordi e fuggi (visto che ha un aeroporto servito
sia da TAP che dalle compagnie ex-low-cost).
Day 6 - Braga - Guimaraes
Braga
Santuário do Bom Jesus do Monte
Ripartiamo a malincuore da Porto e la prima tappa è questo famoso Santuario
a cui siamo psicologicamente preparati per la lunga scalinata che lo
contraddistingue. Peccato che il navigatore ci ha già portato alla sommità
e quindi "a malincuore" (ci sono 31 gradi alle 10 di mattina) rinunciamo
alla salita da penitenza e visitiamo solo la basilica e il parco attiguo.
Centro storico
Avevo letto su qualche diario di persone che si sono fermati a Braga un
giorno intero, sinceramente già mezza giornata, secondo noi, è troppa… É
vero che è oggi è domenica mattina, quindi alla Cattedrale
purtroppo possiamo dare solo una fugace occhiata visto che si sta celebrando
la Messa ed è vero che il bel Palácio do Raio non è
visitabile all'interno. Passeggiamo quindi per
l'Avenida Central
dando un'occhiata alla Basilica dos Congregados (con il
prete che a fine messa si intrattiene all'esterno scambiando due chiacchiere
con i fedeli come avevo visto solo nei film americani!), sorpassiamo
Praça da Repubblica e facciamo la classica foto da turisti
alla scritta Braga in Largo Carlos Amarante dove oltre alla
succitata Cattedrale si trova anche la più "umile"
Igreja de Santa Cruz
. È l'ora dell'aperitivo che consumiamo al Cafè Brasilera
che non ho ancora capito se è una catena o un nome comune che danno ai bar
centrale.
Guimaraes
Se Braga si gira in breve tempo, Guimares ancor di più…Il
Centro storico
è comunque molto carino e suggestivo; purtroppo la bella
Piazza Oliveira
circondata da antiche case tradizionali, palazzi trecenteschi e botteghe
artigianali è anche completamente "pregna" di tavoli di bar e ristoranti
non solo sui lati ma anche al centro; in uno di questi (ma a ridosso di un
muro perché fa più fresco) anche noi pranziamo con la vista della facciata
della Cattedrale di Nostra Signora Oliveira quindi
teoricamente non possiamo lamentarci :-) Fugace visita al
Castello
e al Palazzo Ducale (Paco dos Duques de Braganca) dato che
il caldo si fa sentire e quindi optiamo per un pomeriggio di relax (il primo
dopo 5 giorni da 18000 passi/die) nella piscina del bellissimo hotel nella
campagna di São Torcato
Day 7 - Alta Valle del Douro
Il tragitto odierno comprende l'alta valle del Douro
ovvero quel tratto di strada che costeggia il fiume che sfocia nel mare a
Porto e le cui rive collinose sono piene di vitigni a terrazza e vi sono
gli appezzamenti delle più famose cantine che abbiamo incontrato a Gaia.
Il panorama che si comincia a vedere sulla
Ruta de vinho Porto
a circa 15km da Pinhão è veramente bellissimo e penso che ammirarlo
dall'acqua durante una crociera sul placido fiume sia ancor più appagante.
I paesi scelti come tappa non sono un granché ma il vero protagonista sono
il fiume e gli ettari di vitigni.
Amarante
Dopo un'oretta di strada da São Torcato che decidiamo di fare in strada
normale, arriviamo ad Amarante. Diciamo che ci abbiamo messo di più a
cercare il parcheggio e ad individuare il centro storico che non a visitare
la piccola cittadina. Bello il ponte che porta alla cattedrale, ma poi il
nulla. D'altronde è più famosa per le sue numerose
forme di pasticceria
(tra cui una che vi lasciamo scoprire :-)) che non per altro.
Pinhão
A Pinhão c'è ancora di meno e probabilmente se non ci fosse una
graziosissima stazioncina dei treni "tempestata" di
azulejos e dall’atmosfera del secolo scorso, nessuno si fermerebbe.
Lamego
Terza tappa per scattare da lontano una foto al Santuario
che ha una scalinata che ricorda molto quello di Braga (e che altrettanto
non saliamo), la solita Cattedrale e poi via per una lunga tappa
autostradale verso Coimbra.
Coimbra
Il nostro hotel in cui facciamo check-in appena arrivati ricalca
perfettamente il mood di questa città: vecchiotto, trasandato ma "charmant"
e con qualche chicca che ti lascia stupito: in questo caso la vista dal
balconcino (o dal roof-top bar che è un piano sopra la nostra camera) della
collina su cui sorge la città alta e la famosa Università che visiteremo
l'indomani.
Non abbiamo le forze per inerpicarci in alto (si vedono già salite e
scalinate da 6° grado!) e quindi ceniamo ai piedi in un bel ristorante
specializzato nella preparazione del merluzzo che cucinano in mille modi
diversi.
Day 8 - Coimbra, Batalha e Tomar
Coimbra
Università, Biblioteca Joanina, Jardim Botanico
Dopo colazione e check-out (un plus di questo hotel è che puoi lasciare la
macchina tutto il giorno nel loro free park) ci dirigiamo subito verso la
parte alta della città dove ha sede la famosa Università fondata nel 1290.
Abbiamo prenotato ieri online l'ingresso alla sua
famosa Biblioteca
per lo slot delle 10.20 (fanno entrare solo 60 persone alla volta;
purtroppo niente foto ma ormai avevo pagato i biglietti e quindi i miei
propositi di boicottaggio sono andati in fumo…). Dopo la visita alle
Prigioni e ad una sala antistante si entra finalmente nel salone che lascia
veramente a bocca aperta; i libri sono quasi un corredo di arredamento in
quanto anche fosse vuota sarebbe "amazing" (come sentiamo ripetutamente
dire da turisti americani che a casa loro a quel tempo al massimo avevano
un campanile).
Terminata la visita, i pur belli Palacio Real e
Cappella di San Michele
che si trovano nello stesso complesso (e compresi nel biglietto) non
possono competere. Fuori dalla Porta Ferreira gli edifici delle varie
Facoltà, alcuni con architettura che noi definiremmo "del periodo
fascista", altri invece oserei dire "di stampo sovietico" e mal tenuti.
Non ci facciamo mancare una passeggiata nel bosco di bambù
del Jardim Botanico e una visita al Laboratorio Chimico,
dove devo dire che su 10 teche interattive più della metà erano "out of
order"...non proprio un bel biglietto da visita.
Concludiamo la visita della città alta passando per la
Sé nova
(nuova cattedrale) mentre scendendo verso la Baixa incontriamo quella
vecchia. Ed è nel dedalo di vicoletti e viuzze strettissime che si conosce
il carattere di Coimbra… degrado, scritte sui muri di ogni genere, case
lasciate andare e girato l'angolo, facciate restaurate o piazzette
meravigliose. Piano piano, scendendo la ripida scalinata di
Rua Quebra Costas
, giungiamo all'arco di Almedina, antica porta moresca,
che sfocia nel viale della città moderna dove pranzando ci congediamo da
quella che dopo Porto ritengo finora la città che vale assolutamente la
pena visitare.
Monastero di Batalha
Questo complesso dichiarato Patrimonio dell'Umanità dall'UNESCO è un altro
dei must da visitare che si trovano su tutte le guide del Portogallo e non
posso che concordare. É un gioiello dell'arte gotica che ha un suo stile
originale dato da un miscuglio di flamboyant e di influenze inglesi (la
facciata e il transetto ricordano un po' le cattedrali di York e
Canterbury). La navata centrale è impressionante da quanto è alta, non da
meno sono le Cappelle del Fondatore e quella incompiuta e i vari chiostri
come quello di Giovanni I e di Alfonso V; alcune sale poi sono dedicate ai
caduti portoghesi della I guerra mondiale e in quella Capitolare due
sentinelle stanno di guardia al milite ignoto.
Tomar
Festa dos Tabuleiros
Arriviamo a Tomar e la strada che condurrebbe al nostro hotel è sbarrata da
alcune transenne…come mai? Senza minimamente esserne a conoscenza, siamo
capitati nel mezzo della settimana (anzi della decina di giorni) in cui si
svolge una festa che ha cadenza quadriennale, appunto la
Festa dei Vassoi
dove centinaia di ragazze portano altissimi Vassoi di fiori sulla testa e
tutto il paese viene decorato con fiori di carta, ogni via con colori
diversi. (S)fortunamente il corteo vero e proprio è tra 3 giorni e anche
per l'inaugurazione delle vie addobbate siamo in anticipo di un giorno;
facciamo solo in tempo a vedere il gran fervore con cui tantissimi abitanti
(presumo ognuno della propria contrada) siano all'opera con colla,
spillatrice ed enormi quantità di decorazioni per tappezzare "il cielo" (su
apposite impalcature) e ogni palo possibile della propria via, chiudendola
con teli per celarla alla curiosità degli altri fino a quando non sia
pronta.
Passeggiare per il centro storico è quindi un'impresa in quanto solo la via
principale è aperta e sfocia nella bella
Praça da República
che è già pronta con le tribune per gli spettatori della festa. Riusciamo
comunque a infilarci in qualche vicoletto per scattare alcune foto e
soprattutto raggiungere il ristorante che ci hanno consigliato (Sabores ao
Rubro) e dove ho mangiato il polipo più tenero della mia vita!
Day 9 - Tomar Evora
Tomar
Convento de Cristo
Concludiamo il trittico di Monasteri e conventi (dopo quelli di Alcobaça e
Batalha) per i quali abbiamo preso un biglietto cumulativo (15€ al posto di
3x6€) con appunto il Convento de Cristo che decidiamo di
raggiungere a piedi con una camminata di un quarto d'ora dal nostro hotel,
ovviamente in salita!!
Di primo acchito sembra tenuto molto peggio degli altri due e più spoglio,
ma quando si arriva alla chiesa rotonda romanica (in realtà poligonale a 16
lati e all'interno ottogonale) si resta di nuovo di stucco per i capitelli,
i dipinti e le sculture. La visita poi si protrae con svariati chiostri, un
enorme dormitorio, il refettorio e moltissime sale dove sono adibite anche
mostre contemporanee. Fare una classifica di questi 3 siti è veramente
difficile, posso solo consigliare di non perderne nessuno.
Arraiolos
Dopo molti km nell'Alentejo interno dove non c'è molto da vedere in quanto
regione prettamente rurale (i paesaggi cambiano comunque di continuo a
seconda di quanto coltivato o allevato) ci fermiamo in questa piccola
cittadina famosa più che altro per la
produzione artigianale di Tapetes
che fanno bella mostra dentro e fuori le numerose botteghe artigiane che si
aprono sulla via principale. Di più non c'è se non il rudere di un vecchio
castello che raggiungiamo, ovviamente con una rampa assassina di ciottoli,
per fare due foto alle infinite praterie sottostanti.
Evora
A poca distanza si trova invece una cittadina più grande, adagiata
anch'essa su una collina alla cui sommità troveremo una bella
Cattedrale
e soprattutto l'unica testimonianza archeologica antica di tutto il
viaggio, ovvero le rovine di un
tempio romano dedicato a Diana
.
Il centro storico, protetto da un'ampia cinta muraria, è il solito dedalo
di viuzze pieno di locali e ristorantini che confluiscono però in grandi
piazze. Come tappa verso la discesa a Sud è stata una buona scelta, anche
per l'hotel rivelatosi sicuramente quello con il miglior rapporto
prezzo/prestazioni.
Day 10 - Alentejo - Algarve
Da Evora fino all'Algarve se si chiede a Google Maps di tracciare
l'itinerario, ti risulta una linea verticale diritta, ed è proprio così che
abbiamo percorsi i quasi 200 km fino alla costa sud nel totale "nulla" o
meglio nell'assenza di grossi nuclei abitati o di installazioni umane. Si
passa da piantagioni e zone agricole a svariati ettari di "bush" e indico
non a caso questo nome perché più di una volta ci siamo ritrovati a
paragonare i paesaggi a quelli Namibiani (anche se qui ovviamente non si
percorrono centinaia di km senza trovare civiltà!).
Una volta arrivati a sud, il dubbio… girare a sinistra per andare a
visitare Faro o addirittura la più lontana
Tavira
,oppure a destra per avvicinarci al nostro hotel di Lagos? La temperatura
piuttosto alta è l'orario di pranzo ci fanno propendere per "la seconda che
hai detto"...
Albufeiera
Visto che è una delle mete più conosciute dell'Algarve la eleggiamo per il
nostro pranzo che consumiamo in riva al mare tra turisti in costume che
parlano ogni lingua europea… Siamo nella Rimini portoghese, eletta da molti
giovani inglesi e francesi come classica vacanza da "spaccarsi". Oltre la
grande spiaggia e le strette viuzze (in salita e discesa… ma vah?) si
trovano infatti solo locali che sembrano una copia di quelli di Maiorca,
Rodi, Cancun…. ci siamo capiti insomma. Birra, cocktail, happy hour, musica
a tutto volume e molta f….femminilità in mostra. L'insalata all'anastra
laccata spicy era comunque molto buona.
Day 11,12,13 - Algarve - Days off
Lagos
Dopo 10 giorni di camminate, pensiamo, un giorno di relax puro ci sta… in
realtà qui si sta così bene che rivoluzioneremo i nostri piani di visite e
ci concederemo tre giorni di "vacanza di mare". Non troverete quindi in
questo diario consigli sulle varie spiagge se non quelle a cui abbiamo dato
un'occhiata prima di andare a cena nella cittadina di Lagos:
Praia de Dona Ana, Praia do Camilo e Ponta da Pietade
sono sicuramente suggestive ma -a inizio luglio- già molto affollate e con
i parcheggi pieni. Se volete una spiaggia non scenografica ma dove il
vostro vicino sta a mezzo km, Meia Praia fa per voi (è
quella che in 10 minuti di cammino raggiungiamo dal nostro hotel).
Ci siamo spinti fino ai paesi limitrofi di Luz e
Burgau
(oltre che ad Alvor) per trovare paesini e spiagge molto
più carini e a misura d'uomo che non la più grande Lagos che alla sera dopo
le 7 diventa decisamente caotica e stra-piena di gente che fanno "una
vasca" o in cerca di un posto dove cenare; cosa non difficile visto che è
completamente ricoperta di tavoli di ogni tipo di ristorante (non oso
pensare in agosto, sarà impossibile camminare!!). Per questo motivo abbiamo
escluso la visita di altri posti ancor più famosi immaginandoli altrettanto
caotici ( Portimão e l'annessa
Praia da Rocha
, Praia da Marinha con la sua grotta di
Benagil
, il Percurso dos Sete Vales Suspensos che mi è
dispiaciuto non fare e qualche gita in kayak o in barca).
L'hotel che abbiamo scelto per 4 notti in Algarve d'altronde invitava
all'ozio puro. Un adults-only di sole 20 stanze (dove stimo un fill factor
del 60%) immerso in un enorme campo da golf da 27 buche, con piscina a
totale nostra disposizione (presumo gli altri ospiti fossero sui drive o in
giro), il mare a qualche minuto di cammino e il vento che non ti fa sentire
il caldo…Cosa vuoi più dalla vita?
Da quel poco che ho visto comunque, l'Algarve meriterebbe una seconda
visita, magari in tarda primavera quando alcuni percorsi lungo i cliff si
dice siano fioriti, presumibilmente una settimanina con partenza e arrivo
da Faro per risparmiarsi il viaggio dalla capitale.
Day 14 - Costa Vicentina, Alentejo, Palmela
Sagres e Cabo São Vincente
Lasciamo il nostro bell'hotel facendo la colazione per la prima volta senza
dover indossare la felpa, il vento infatti è quasi assente…o miracolo!!! Il
termometro della macchina segna 34° ma dopo neanche una trentina di km in
prossimità di Sagres pensiamo si sia rotto perché è crollato a 23!
Possibile? Usciamo dalla macchina e confermiamo!! È bastato avvicinarsi
alla costa ovest dell'Atlantico perché il vento oltre che impetuoso sia
tornato ad essere freddissimo e la prima cosa che incontriamo al
Forte di Sagres
è un banchetto dove vendono maglioni e poncho!
I panorami costieri sono comunque stupendi, l'aria è ovviamente
limpidissima e le spiagge che incontriamo nelle varie soste (come quella di
Mareta, omonima della Val Ridanna) sono deserte e con
acqua cristallina. Ci spostiamo di qualche km per raggiungere la punta
"dell'angolo inferiore sinistro" della penisola iberica, ovvero il Cabo São Vincente che non è comunque il punto più a ovest
dell'Europa (lo è Cabo de Rocas) ma un simpatico food track ci dice che è
comunque l'ultimo Bratwurst che potremo mangiare prima dell'America.
Costa Vicentina, Porto Covo, Sines
Non ho idea se il nome abbia assonanza con la nostra città veneta (non
penso, e probabilmente è legata a San Vincenzo come il Cabo). La strada non
è per niente costiera, anzi…sembra più la Vallarsa per andare da Rovereto a
Schio, ovvero una sequela infinita di curve in mezzo a boschetti e panorami
alpini. Per fortuna non troviamo davanti nessun camper, visto che la zona
sembra molto battuta da questi mezzi. Saltiamo
Vila Nova di Milafonte
che avevo segnato come tappa e invece ci fermiamo nella carina cittadina di
mare Porto Covo dove mangiamo un gelato nella piazza
principale e diamo un'occhiata alla solita bella spiaggetta e panorama
costiero.
Idem per Sines, che ha un centro più grande e si è
sviluppata per la vicinanza del comparto petrolifero (per strada vediamo
infatti alcuni pozzi che sputano fiamme dalla sommità).
Palmela
A pochi km da Setúbal come alloggio per la nostra ultima notte avevo
trovato questa bella
Pousada Castelo de Palmela
, ovvero l'annessa magione di un complesso composto da un castello + torre
in rovina, una Igreja (a prima vista sconsacrata) e appunto un ex-convento
trasformato in hotel. La cena e la colazione si tengono lungo i lati di un
ampio chiostro e anche se lo stile antico non è proprio nelle nostre corde,
direi che può considerarsi una degna conclusione dei nostri
10 diversi alloggi in 14 notti
.
Day 15 - Setúbal - Airport
Setùbal
Trascorriamo le ultime ore in Portogallo in questa cittadina il cui nome mi
diceva qualcosa, ma non riuscivo a ricordare cosa… Ma è la città natale
dello Special One José Mourinho!! Gli hanno addirittura intitolato una
Avenida (anche bella centrale proprio sul lungo mare) che non potevo
esimermi di percorrere come suo tributo.
Per il resto un bel centro storico e un altro classico esempio del dualismo
di cui parlavo in apertura… Appena dieci passi fuori dalle Rue principali,
e fanno capolino facciate degradate e vicoli sgarruppati di una classica
città di porto.
Rientriamo a Lisbona per il lunghissimo
Ponte Vasco De Gama
che attraversa il Tago e c'è già "saudade" di quanto abbiamo vissuto in
questi lunghi 15 giorni.
Come ho scritto durante il diario, gli unici rimpianti sono stati quello di
aver saltato Cascais per un pomeriggio a Lisbona e di aver solo
"assaggiato" l'Algarve che merita sicuramente una visita più accurata fuori
stagione.
Ragione in più per non dire adios ma arrivederci Portogallo.