La Foresta Pluviale
Ci svegliamo per l’assordante “urlo” di qualche cacatoa e altri volatili,
d’altronde siamo nella foresta pluviale. Dopo un’energica colazione nel bel
ristorante sul fiume che ora vediamo finalmente con la luce, partiamo per una
camminata su un trail dapprima sulla riva e poi dentro la fitta giungla. Il
primo tratto è semplice e permette di guardarsi attorno e meravigliarsi per la
ricchezza della flora arborea che è veramente fitta. Per i fotografi: con una
giornata di pieno sole dovevo scattare a 1600 iso tanta poca è la luce che
filtra.
L’ultimo tratto fino alle Fig Falls invece è abbastanza impestato di rocce,
tronchi, radici e passaggi “propriocettivi”!
Tanto sforzo non è ripagato da chissà cosa (una cascatella di un metro di
dislivello), ma è stato comunque divertente e ci ha permesso di conoscere un
altro aspetto di questo grande continente.
Il pomeriggio, escluso il bagno nel fiume avendone saggiata la temperatura da
torrente alpino, lo trascorriamo nel puro e vero ozio! Io sull’amaca, Silvia sul
letto, facendo due conti sono due settimane che camminiamo, guidiamo e trottiamo
ed è la prima volta che ci fermiamo senza l’assillo di dover vedere o fare
qualcosa.
Alla sera, cena a lume di candela, venendo a sapere che uno dei cuochi è
italiano così come il cameriere toscano Matteo che ben mi consiglia su un ottimo
Chardonnay (ma anche il Pinot Grigio della Tasmania era apprezzabilissimo!)
Sicuramente il miglior hotel del nostro viaggio. Le “camere” sono minibungalow
sospesi su alti pali che ti fanno sembrare di dormire SUGLI alberi, arredamento
molto di gusto, stereo con musica lounge che ti accoglie, grande bagno con
idromassaggio e doccia e una fantastica terrazza con un’amaca ove oziare in
mezzo alla vegetazione.