Victoria Falls
    
        Arrivo in Zimbabwe
    
         Con un volo Johannesbourg-Victoria Falls lasciamo il Sudafrica
        per il secondo Stato africano che visiteremo, lo Zimbabwe. Già dall'aereo
        si nota una grossa diversità di panorama in quanto qui tutto si risolve in un'enorme
        e sconfinata foresta dove non si vedono insediamenti umani ma solo vegetazione e
        corsi d'acqua.
Con un volo Johannesbourg-Victoria Falls lasciamo il Sudafrica
        per il secondo Stato africano che visiteremo, lo Zimbabwe. Già dall'aereo
        si nota una grossa diversità di panorama in quanto qui tutto si risolve in un'enorme
        e sconfinata foresta dove non si vedono insediamenti umani ma solo vegetazione e
        corsi d'acqua.
    
        L'arrivo in aeroporto ci proietta quindi nella vera Africa... scordatevi le comodità
        e se vogliamo il way-of-life americano/australiano del Sudafrica e abituatevi a
        quello che, senza dispregio, viene definito terzo mondo. Solo il pagamento del visto
        di ingresso ci porta via un tempo infinito (e siamo i primi della coda), le valigie
        (non le nostre per fortuna) arrivano semi-aperte, con le chiusure rotte e sicuramente
        "ispezionate" per cercarci qualcosa di valore, l'unica valuta ammessa
        è il dollaro statunitense (scordatevi l'esperienza di cambiare nella loro valuta
        che data l'enorme svalutazione  è estremamente ballerina) e la carta di credito
        viene accettata solo nei grandi alberghi e solo fino ad un certo orario (mai viste
        transazioni bancarie che vanno a dormire...mah).
    
        Lo scopo comunque è quello di visitare le Cascate Vittoria e decidiamo come
        primo impatto di vederle dall'alto tramite un giro in elicottero (fortunatamente
        pagabile in euro visto che eravamo a corto di US$). L'esperienza è stata carina
        se non altro perchè era la prima volta che volavo su questo mezzo e mi dovevo trattenere
        dall'interessarmi di più agli strumenti
         che non alle cascate...
che non alle cascate...
    
        Se le cascate del Niagara non mi avevano entusiasmato, queste hanno fatto lo stesso
        effetto se non peggio ! Il fronte di caduta è molto ampio (quasi 2 Km) e il salto
        altrettanto (109 metri nel punto più alto) ma il fatto che cadano in una fenditura
        abbastanza stretta e che ci sia perennemente un'enorme nube di goccioline, ne impedisce
        la visione completa fino in fondo e resta quindi uno spettacolo parziale.
    
        Il giorno dopo le visitiamo da terra ed è più l'esperienza di stare immersi in una
        nube vaporizzata d'acqua che rende la cosa divertente, in quanto anche qui la visione
        dai vari "Point" è sempre limitata. Certo lo spettacolo della nube da
        lontano (Livingstone pensava si trattasse di un incendio e il nome originale delle
        cascate è "fumo che tuona - smoke that thunder") è impressionante, così
        come il canyon a curve strettissime scavato dal fiume.
        
   
    
        
        
    
    
        Gita in battello sul fiume Zambesi
    
        Sul tardo pomeriggio partiamo per una rilassante navigazione con una piccola barca
        a fondo piatto sul fiume Zambesi tenendoci ovviamente a debita distanza dalle
        cascate ma ammirando la vegetazione sulla costa ed avendo la possibilità di scorgere
        anche qualche animale (ippopotami e uccelli vari), ma soprattutto di ammirare un
        fantastico tramonto sul fiume e uno splendido panorama serale con la luna quasi
        piena.
    
    
        
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            | Sbadiglio o grugnito ? | Cala il sole... |  | ... e sorge la Luna | 
    
    
        Kingdom Hotel
    
        
            | Le due notti passate in Zimbabwe sono trascorse in questo enorme hotel che ricorda
                un po' quelli di Las Vegas  per l'ostentazione di cascate, fontane, parchi,
                ecc. (o forse perchè c'era anche un Casinò) Insomma sembra finto pur essendo nell'ambientazione
                vera ! Niente da dire sulla pulizia, il vitto (visto che abbiamo preso d'assalto
                per due sere le piastre dove cuocevano al volo struzzo e coccodrillo), il trattamento,
                ma il ricordo più bello sarà sicuramente quello di un nutrito gruppo di babbuini
                (papà serioso, madri affettuose e piccoli scatenati) che si sono "esibiti"
                davanti alla nostra camera in allegre capriole e giochi sfrenati. Infine un cenno
                alla visita a una ricostruzione di un villaggio africano con gli usi e i costumi
                delle popolazioni tribali del luogo (faceva coppia come tristezza turistica con
                le danze tribali della sera prima, che per decenza ho disertato...) |  
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