Day 0 - Arrivo all'Argentario
Dopo aver preso possesso nel tardo pomeriggio del nostro appartamento nel bel
Agriturismo Pimpinnacolo a
Porto Ercole non resistiamo alla tentazione di andare a fare aperitivo e bagno
(non sappiamo ancora in che ordine) in una delle spiagge vicine, inforchiamo
quindi una braghetta costume, e senza casco, guanti, zaino, scarpe e ammennicoli
vari ci spariamo una ventina di km di “giretto di orientamento” (almeno per me)
tra calette e lunghe spiagge di sabbia dove scambio i miei pneumatici 2.6” per
dei fat da 4.8 e mi areno subito come un pirla. La compattina Canon G9X II
decide subito di morire (Lens Error) ma -stranamente- non mi viene neanche da
incazzarmi: sono in ferie, il mal di schiena che ho temuto mi bloccasse mi sta
dando tregua, il termometro segna un qualcosa con il 3 davanti (e per me è già
gioia!) e sto iniziando una vacanza sognata da mesi! Non avrò foto? Amen…
Intanto godiamoci il tramonto dalla laguna di Orbetello e la prima di una serie
di ottime cene e pranzi.
Day 1 - Argentario
Il tour che Rob tramite la sua
Bikemood propone ai suoi clienti è di 3 giorni ma noi lo condenseremo in 2
(siamo da soli, in salita con le ebike più veloci e in discesa mediamente più
forti della siura Pina con una hardtail).
Il primo giorno (traccia verde) parte con l’ascesa alla
base militare e al telegrafo, passando per Bunker, torri, Croci del Passatore,
miniere abbandonate e panorami dall’alto fantastici, purtroppo -è proprio il
caso di dire- offuscati dalla presenza di sabbia del Sahara in atmosfera che
rendono il cielo bianchiccio e non permettono visioni lontane dell’arcipelago
toscano. Il mio garmin mi segnala la presenza di molti trail che sembrano
promettere bene come downhill (Sentinel, Vipera, Raul, Crocicchio) ma decidiamo
di restare sulla traccia originale prevista e di non rischiare sui ripidoni di
rocce taglienti. Scendiamo quindi per facili forestali verso il Convento dei
Padri Passionisti e poi giù verso Orbetello dove mangiamo una “leggerissima”
frittura di calamari e paranza che renderà il pomeriggio una caccia al Digerselz
😊 (in realtà troveremo un sorbetto al limone in un bar della
spiaggia che fa il suo ottimo lavoro digestivo). Pedalando di fianco alla laguna
dove in lontananza scorgiamo un gruppo di fenicotteri raggiungiamo Ansedonia e
il suo sito archeologico romano di Cosa, che incredibilmente possiamo visitare
gratuitamente e in bicicletta(!!).
Rientrando per il tombolo di Feniglia dapprima all’interno di una stupenda
Pineta, intervalliamo con un bagno in un mare non proprio cristallino (come
tutti i fondali di sabbia che creano sospensione) e arriviamo a Porto Ercole,
dove per qualche strano incrocio astrale ho la batteria dell’ebike quasi a zero
(probabilmente in appartamento di notte si è caricata male perché dopo 1000mt.D+
di solito ho il 40 o 50% di autonomia). Non mi godo del tutto le ascese ai due
Forti che dominano la cittadina (io e Eco abbiamo un rapporto di conflitto!)
però il bel single track roccioso che riporta al molo mi appaga assai. Ultime
rampe per tornare al residence, esercizi di scarico e mobilità accompagnati da
“birretta” e pronti per la cena in riva al mare a Porto Ercole (con
Rob che stalkera biondona da urlo!).
Day 2 - Argentario
La giornata si apre con la bici di Rob che non si accende (la maledizione
elettromagnetica del posto continua con anche il mio garmin che in carica fa
strane cose!) e la mia ruota posteriore che perde lattice dal cerchio (sono
riuscito a tagliare il copertone proprio vicino al cerchietto rigido del bordo,
quindi non-riparabile e inutilizzabile col tubeless… tocca montare l’odiata e
odiosa vecchia camera d’aria, grrr.).
Rimediati gli inghippi meccanici, partiamo in direzione della parte ovest del
promontorio dove su una ripidissima e scassatissima forestale vediamo scendere
tra i nostri sguardi di sorpresa un signore milanesissimo in bici da corsa
tuttacarboniodamillemilionidieuro che si è fidato del Garmin confondendo la
traccia asfaltata con il sentiero da capre!
Continuiamo tra voli di droni e facili forestali tra vari poggi e scorgendo
ville fantastiche (tra cui quella di un appartenente alla royal family olandese)
fino ad arrivare a Porto Santo Stefano dove pranziamo al ristorante al Piropo
davanti a due mega yacht, gustando forse il miglior pranzo della vacanza.
Riprendiamo (questa volta più leggeri di stomaco e con batteria largamente piena
di watt) la via dell’interno che taglia completamente da nord a sud e questa
volta andiamo a fare il terzo bagno in una caletta (Cannelle) di ciottoli con
l’acqua finalmente degna della fama del posto, per poi ripercorrere sulla via
dell’andata la strada di casa.
Cena in un posto bellissimo come posizione e panorama, con il proprietario che è
il sosia di Carlo Croccolo in Tre Uomini e una Gamba, ma dal menu e servizio non
proprio all’altezza (“cosa avete di dolce? Ahhh guardi poca roba e
confezionata…” OK!)
Day 3 - Parco Naturale della Maremma
Nella mia testa questa giornata doveva essere un “day-off” di relax prima di
affrontare i restanti tre giorni a Massa. Rob però mi propone un facile e
rilassante tour nel Parco
regionale della Maremma che è di strada verso la prossima meta.
Lasciamo quindi il furgone ad Albarese, prendiamo il biglietto necessario (10€)
per poter entrare con le bici e iniziamo una salita affrontata in turbo che non
posso consigliare a citybike o bici trainanti carrello bimbi!!
Arriviamo alla prima sorpresa del giorno che è l’Abbazia di San Rabano, un
complesso del 1100 parzialmente diroccato ma con ancora il campanile e la
facciata perfettamente conservati. Veramente bella anche perché siamo solo noi
due e la pace il silenzio che regna (a parte i grilli e le cicale) rendono tutto
molto suggestivo…sembra di vedere uscire dal refettorio qualche frate amanuense
del Nome della Rosa!
Ripartiamo percorrendo in discesa il sentiero A1 che nonostante la poca
difficoltà sarà uno delle più belle discese della vacanza che ricordo, e
l’arrivo non è da meno: una fantastica uliveta con i colori rossi della terra
che contrastano con il verde della pineta sottostante e ovviamente gli azzurri
di mare e cielo. Solo per questo spot penso che valga la pena di venire in
questo Parco, perché è di una bellezza incredibile.
Ci dirigiamo successivamente verso la Foce dell’Ombrone attraverso lunghissime
strade diritte e costeggiando allevamenti di cavalli (immagino cavalcati e
domati dai famosi butteri maremmani) e di bovini dalle corna lunghe che insieme
ai vasti orizzonti ci fanno sentire come i cowboy delle praterie texane.
Rientriamo nella pineta dove si trova l’unico posto dove poter mangiare qualcosa
(e sinceramente di questo ne approfittano dato il non proprio esaltante rapporto
qualità/prezzo dell’hamburger e
verdure-ciungose-fredde-che-dovevano-essere-grigliate).
Si conclude quindi la prima metà del Tuscany Ride, e non posso che ringraziare
Rob per la guida e compagnia. Non esitate a
fare un tour
con lui e il suo team… vi offriranno un’esperienza indimenticabile.