Marche - Tappe e Diario

Cosa visitare nelle Marche in 7 giorni

Day 1

Casteldimezzo

Prima tappa del nostro viaggio nelle Marche è Casteldimezzo…CHIII??? Casteldimezzo!! CHIII??? :-) In effetti non penso sia una nota e conosciuta meta turistica, ma per me era una sosta obbligatoria (soprattutto il palo con il cartello del nome del paese) visto che sono molti anni che l'amico Marco me ne parla estasiato e lo vorrebbe erigere a sua dimora “eterna”. In effetti la posizione è favolosa, in cima a un poggio con davanti il mare, dietro le colline ed è sicuramente un paese “bike-friendly” visto che la strada Panoramica è frequentatissima da ciclisti di ogni tipo (bdc, mtb, ebike, ecc.). Addirittura, la domenica mattina, il traffico automobilistico è interdetto, immagino perché solcata da troppi amanti delle due ruote.

Gradara

Uno dei più famosi “borghi belli” delle Marche famoso per la sua rocca e il suo camminamento sulle mura. Carino, ma come spesso accade troppo infestato di negozi di souvenir. Notevole anche qui la sua posizione sopraelevata dalla quale si intravede parte della famosa riviera romagnola/marchigiana. Sembra quasi di sentire in lontananza il “casino” delle spiagge con gli ombrelloni attaccati uno all'altro che fanno da contraltare al silenzio dei vicoletti medioevali sotto le mura. Primo pranzo del viaggio al Ristorante Il Bacio (esagerato! ma avevamo fatto colazione alle 5!) e ripartenza satolli.

Urbino

La strada da Gradara ad Urbino comincia a farci assaporare il paesaggio collinare marchigiano. Vediamo un cartello indicante Tavullia, vuoi non fare una deviazione in onore di Vale 46?

Arriviamo ad Urbino e dopo aver parcheggiato ai piedi del centro storico, lo raggiungiamo con una bella rampa elicoidale molto suggestiva che ci fa sbucare all'inizio di lunghi portici. Il centro è veramente affascinante da percorrere a piedi e inframezziamo le camminate su e giù (molto SU, alcune strade sfioreranno il 25/30% di pendenza) con la visita del Duomo, di Palazzo Ducale e dei due splendidi oratori di San Giuseppe e San Giovanni Battista. Concludiamo soddisfatti la visita con aperitivo e crescia docg di Urbino.

Day 2

Corinaldo

Prima di puntare all'interno, decidiamo di fare una puntatina a Fano (diamo solo un'occhiata al lungomare e alla spiaggia) per poi scendere lungo la costa fino a Senigallia (niente Rotonda sul Mare che avevo già visto) e puntare al famoso borgo di Corinaldo. Passeggiamo seguiti da una processione di bambini che hanno appena fatto la prima Comunione per poi sorseggiare in piazza un gingerino a cui accompagnano una quantità di cibarie che dovrebbero far vergognare i nostri baristi che al triplo del prezzo si degnano di darti due patatine in croce.

Genga

Il caratteristico borgo (in realtà un Castello dentro le cui mura è sorto un piccolissimo paesino) lo avevo scelto non tanto per lui stesso ma perché il tragitto per arrivarci avevo letto essere un classico esempio di panorama collinare marchigiano ed in effetti con il sole e un tempo meno grigio ne sarebbe valsa proprio la pena. Il ristorante all'entrata del castello (La Scaletta) prometteva molto bene, purtroppo essendo domenica era tutto pieno e si sarebbe dovuto prenotare. Peccato.

Tempo di Valadier

Raggiungiamo il santuario ottagonale in stile neoclassico fatto costruire da Papa Leone XII su disegno del famoso architetto Giuseppe Valadier, attraverso una salita di circa 700mt e 91 di dislivello. Dire, come si legge, che la pendenza è lieve e adatta alle bici e ai passeggini, mi sembra forse ottimistico, comunque in una decina di minuti si raggiunge questo magnifico tempio incastonato nella roccia a fianco del quale si erge anche un minuscolo Monastero (Infrasaxa) di monache benedettine. Sicuramente suggestivo e una tappa da non perdere.

Grotte Frasassi

Abbiamo avuto fino all'ultimo il dubbio se dedicare parte della giornata alla visita delle famose grotte, ma poi la pigrizia (bisogna attendere troppo la navetta e l'inizio della visita programmata), il fatto che ne abbiamo viste molte altre nel corso della nostra vita di viaggiatori e soprattutto la poca voglia di passare 1h15’ a 14° ci fanno desistere. Next time…

Fabriano

Decidiamo quindi di sostituire le cavità sotterranee con una visita alla capitale della carta. Molto carina la piazza, il Loggiato e le varie porte. Visitando la cattedrale abbiamo la fortuna di trovare una gentilissima signora che ci indica (non le avremmo mai viste) due Cappelle gotiche che si trovano dietro l'altare e a cui si accede da una porticina dietro il coro ligneo.

Serra San Quirico e Rosora

Alla ricerca di un ristorante dove cenare ci imbattiamo in questi due piccoli paesini, come al solito deliziosi e abbracciati da imponenti mura, sotto le quali scopriamo le “copertelle”, antichi vicoli coperti che servivano come camminamenti dei soldati a protezione dell’abitato. Il ristorante di Rosora (Taverna Mangiafuoco) offre una bellissima terrazza con panorama che nelle giornate più terse arriva fino alla Dalmazia!

Day 3

Ancona

Tappa non prevista, ma il meteo non proprio promettente (più nelle previsioni delle app che non nella realtà) ci induce a ridurre le visite di costa e spiagge e quindi a dedicare qualche ora alla visita del capoluogo di Regione. Ci facciamo subito una vasca di negozi (per la fortuna della mia carta, chiusi in quanto lunedì mattina) in C.so Garibaldi e arriviamo nella piazza principale (P.zza Plebiscito), dopodiché cerchiamo la chiesa di S.Maria con i suoi bei mosaici ma ahimè il lunedì è chiusa (al pari dei musei) e lo stesso ci accade con il Duomo di S.Ciriaco che raggiungiamo alle 11.59 vedendoci serrare il portone in faccia (pausa pranzo del sagrestano?? mah!). Il panorama diciamo che non è idilliaco (i cantieri navali di Fincantieri e il porto) e anche le strade e gli edifici che percorriamo prima in su e poi in giù sono tenuti diciamo non benissimo. Peccato perché la sua conformazione particolare (unica città in cui si vede alba e tramonto sul mare) ci ha ricordato molto Trieste ma pulizia e decoro una volta immersi nelle strette strade purtroppo non sono la stessa cosa.

Portonovo

Dopo tanta carne mangiata nei giorni scorsi abbiamo voglia di pesce e ci dirigiamo quindi alla prima spiaggia della Riviera del Conero che incontriamo. Scendiamo al parcheggio che immagino in estate essere preso d'assalto (oggi è vuoto) e dopo due foto alla limpida (e fredda) acqua turchese del mare scegliamo il ristorante “il Molo” per sfogare la nostra voglia ittica (e la mia di provare i famosi bianchi marchigiani che tanti premi stanno vincendo ultimamente). Scelta alquanto azzeccata perché il cibo e il vino sono ottimo così come il servizio. Da stra-consigliare.

Sirolo

Giretto in piazzetta per ammirare le famose spiagge bianche dall'alto; voglia di scendere zero viste le gambe molli da alcol e il meteo alquanto freschetto. Come stagione sembra un inizio aprile invece che i primi di giugno, ed infatti ci confermano che per la ricettività il 2024 non è iniziato alla grande causa meteo.

Riviera del Conero, Numana, Porto Recanati

La costa della riviera ora si apre in spiagge senza la roccia dietro la schiena e al posto di esclusive baie raggiungibili solo via mare o da scoscesi sentieri, si aprono le distese di ombrelloni stile riviera veneta/romagnola. Salutiamo quindi questo tratto di mare Adriatico e rientriamo nell'interno verso la nostra ultima meta.

Recanati

Dopo aver preso alloggio nel B&B semplice ma molto carino dedicato anch'esso al famoso poeta marchigiano, visitiamo il paese natio del Leopardi che, devo dire, mi ha sorpreso molto positivamente. Intanto la posizione è favolosa, posto su un colle (ma va?) da cui si scorge un favoloso panorama di colline che digradano fino al mare; iniziamo la camminata dalla piazza principale (indovinate a chi è dedicata…) con la sua alta torre del Borgo e poi passeggiando per stretti vicoli e passando per la Torre del Passero Solitario, per la Piazzetta del Sabato del Villaggio e per mille targhe e scritte sui muri che ci rimembrano ricordi di poesie imparate a memoria, arriviamo alla Casa di Leopardi a quella di Silvia (in realtà di Teresa Fattorini) e al Parco del Colle dell’Infinito. Insomma se non l'avete ancora capito, la cittadina è molto orgogliosa del suo famoso concittadino (come anche del tenore Beniamino Gigli).

Day 4

Loreto

Dopo la colazione e la piacevolissima chiacchierata con la proprietaria del B&B che dista solo 4 km da Loreto, decidiamo di dare un'occhiata alla sua famosa Basilica della Santa Casa, purtroppo solo da fuori in quanto è in corso una celebrazione liturgica, e ai Palazzi e monumenti attorno a Piazza della Madonna.

Macerata

Anche qui un mordi e fuggi di una mezz'oretta per gustarsi nella piazza principale (Piazza Libertà) un aperitivo e casualmente assistere al tocco delle 12 all’uscita di un carosello di angeli e Re Magi dall’Orologio Astronomico dalla Torre Civica (onestamente esagerato l'assembramento di un gruppo smanioso di riprendere neanche fosse la Torre dell'orologio di Praga). Peccato che la piazza sia praticamente un enorme parcheggio a cielo aperto, ovvio che non sempre si può scavare per fare garage sotterranei ma è un peccato sacrificare tanta bellezza.

Treia

“Uno dei Borghi più belli d’Italia”, recita il cartello fuori del Paese. Chissà gli altri, penserà uno straniero che viene catapultato nel nostro stivale cominciando proprio da qui… :-) Diciamo che è più bello da sotto (o da un drone) che da dentro… Vicoli stretti, in salita come quasi tutti qui nelle Marche, la Piazza municipale purtroppo deturpata da un grande cantiere e una bella terrazza con il solito panorama collinare. Ma nulla di più. 

Cingoli

Il Balcone delle Marche” è l'altro cartello che preannuncia questo paese posto più in alto e già ci aspettiamo una seconda fregatura; invece, bisogna riconoscere che qui l'appellativo è più che meritato. Si ha un 180° di visuale veramente impressionante e scorgere il mare sapendo di essere così all'interno ha dell'incredibile. Con una giornata tersa (cosa che oggi non è) dev'essere veramente pazzesco. L'interno del paese invece è proprio bruttino; decidiamo anche di saltare la visita al lago omonimo e di iniziare il viaggio verso la prossima meta.

Elcito

Ho scoperto questa tappa da un video-podcast di un autore che parlava affascinato di questo piccolissimo paesino ormai praticamente abbandonato (si parla di 5 abitanti) dove regna il silenzio e passeggiano molti gatti.

Chiamato anche “il Tibet delle Marche” decidiamo quindi di visitarlo per una meta un po’ diversa dal solito. Lasciamo da bravi e diligenti turisti sostenibili la macchina circa 1 km sotto il paese immaginando che lassù non ci sia posto o siano occupati (spoiler, saremo gli unici visitatori) e ci inerpichiamo per un sentiero molto ripido che continua a tenere allenati i nostri polpacci. Il piccolo villaggio di case di sasso è esattamente come me lo aspettavo e come viene descritto: un'oasi di pace e tranquillità, ma dove onestamente non deve essere (stato) molto facile viverci. Avevo letto di un piccolo alimentari con una ragazza che caparbiamente lo teneva aperto, ma era chiuso anche quello (al contrario di un bagno pubblico molto pulito e dove è d'uopo lasciare un'offerta per chi lo tiene in questo modo). I gatti e il silenzio comunque ci sono, non vi è dubbio… sono indeciso se consigliare questa meta, perché non vorrei venisse deturpata dall'overtourism come spesso succede. Quindi vi dico “non andateci, non vale la pena!!” (#pinocchiomode).

Faggi secolari di Canfaito

Proseguendo per la stretta strada di montagna dopo Elcito si scorge la freccia per un grande parcheggio a pagamento! Per vedere cosa, ci chiediamo? Entrando in macchina in un oscuro bosco su una strada sterrata, capiamo di essere già dentro la famosa Faggeta di Canfaito di cui ho visto innumerevoli foto autunnali con un foliage incredibile. I faggi sono proprio tra la strada provinciale e il parcheggio e anche solo passando in macchina si gode della bellissima vista di questi imponenti alberi secolari.

Braccano

Avevo distrattamente letto del “Paese dei Murales”, ma se non ci fossimo passati esattamente in mezzo (la strada lo taglia in due) non so se ci sarei andato apposta. Molte pareti di case, come dice il nome, sono state utilizzate come tavolozze di pittura talvolta con risultati apprezzabili, ma molte altre diciamo “affidate a mio cugino di 11 anni” (ci siamo capiti…).

Matelica

Facciamo solo una vasca lungo la zona pedonale la sera per raggiungere il Ristorante Secondo Tempo, locato dentro un ex-cinema (ci sono infatti vecchi proiettori e molti memorabilia per cinefili) dove mangiamo bene e chiacchieriamo amabilmente di vini della zona con Mauro, molto preparato e prodigo di consigli.

La mattina successiva durante un’ottima colazione, la chiacchierata enologa continuerà con la gentilissima gestrice del B&B, Lara, dove abbiamo soggiornato; siamo infatti in una delle due zone famose per il Verdicchio (l’altra è Castelli di Jesi) e avendo del tempo (e una moglie non astemia) sarebbe sicuramente da dedicare qualche ora a degustazioni e acquisti nelle molte cantine presenti.

Day 5

Pioraco

Non chiedetemi da dove sia venuto fuori questo paese come tappa (anche fuori mano, quindi ci si deve andare apposta). È vero che è considerata la vera capitale della carta (la Fabriano ha qui un suo stabilimento), ma se non avete intenzioni di fare qualche escursione nei selvaggi monti dei dintorni, direi che si può benissimo evitare.

Camerino

Durante la lunga chiacchierata a colazione con Lara, l'host del bel B&B di Matelica, era venuto fuori che Camerino è stato uno dei pochi paesi delle Marche interessati dal terremoto del 2016 con epicentro Amatrice. Data la sua vicinanza all’Alto Lazio e alla sua conformazione particolare di essere sospeso su un colle, la parte alta del centro storico pur non avendo subito crolli era stata dichiarata zona rossa e inagibile e i molti commercianti che avevano le botteghe lungo i vicoli si sono tutti trasferiti in un centro commerciale più in basso. Da ingenui altoatesini abituati a vedere risolte in brevissimo tempo le magagne causate da disastri naturali, ci siamo detti “dopo 8 anni vuoi che non sia ora tutto a posto??” E purtroppo non è così, molti edifici pubblici (chiese, municipio) sono ingabbiati dai ponteggi, in alcuni casi di vedono interventi per la messa in sicurezza, ma molte altre case probabilmente di privati sono abbandonate a sé stesse e ciò fa molta tristezza.

San Severino Marche

Aperitivo e sosta tecnica nella grande piazza di forma ovale sotto i bei portici. Null'altro da segnalare.

Sarnano

La strada per arrivarci ci introduce nel mood “monti Sibillini” dove il paesaggio lascia l’aspetto collinare multi-appezzamento e diventa più montano e selvaggio. Il paese è un altro di quei “borghi più belli d’Italia” e sicuramente partire da sotto e percorrere gli stretti e ripidi vicoli assolutamente deserti (non abbiamo incontrato UNA persona in 20 minuti buoni) è sempre affascinante. Buono anche il gelato artigianale a piedi del paese.

Urbisaglia

Era di strada e quindi una foto all’imponente Rocca e Castello non gliela si può negare.

Sant’Elpido a Mare e Porto Sant’Elpido

Arrivati nel paese (che si chiama a mare ma è distante 10km e siamo a 200mt slm) dove abbiamo la sistemazione notturna, abbiamo una brutta sorpresa, ovvero una gomma della macchina forata. Fortuna vuole che Maria Rita, l'host della bellissima “Piccola Dimora Gherarducci”, non solo ci è venuta a prendere in una piazza poco distante dalla camera ma si prodiga subito per riuscire a risolvere il fastidioso inconveniente (organizza la riparazione, va con la sua macchina a prendermi un compressore per permettermi  di raggiungere il gommista e si assicura che tutto sia a posto… una santa che non smetterò di ringraziare, così come il gommista stesso di Biemme Gomme, che si prende subito cura del foro causato da una vite autofilettanti e lo ripara per una cifra che mi vergogno anche a scrivere data la sua esiguità. L’onestà esiste ancora insomma, grazie a entrambi).

Il borgo diciamo che non si distingue molto dagli altri: vicoli stretti e ripidi(ssimi), molti cantieri da ultime ristrutturazioni con 110% e una bella piazza (Matteotti) purtroppo anch’essa ridotta a parcheggio selvaggio. L’atmosfera notturna con le calde luci dei lampioni (fortunatamente non sostituiti da freddi led) nella quali siamo immersi nel ritorno alla camera è comunque molto romantica.

Alla sera abbiamo voglia di pesce e quindi andiamo a Porto S.Elpidio a pochi passi dalla spiaggia dove le recensioni ci portano in un ottimo ristorantino (Quasi Bistrot) dove rimaniamo meravigliati di essere gli unici clienti in quanto le pietanze sono ottime e preparate divinamente (es. Tonno con salsa barbecue, cotto alla perfezione e con un abbinamento ardito ma azzeccatissimo) e il gestore, anche lui appassionato enologo, ci intrattiene con garbo e simpatia.

Day 6

Fermo

Raggiungiamo con una camminata di 1 km la centrale Piazza del Popolo dove stanno montando un palco per una probabile sfilata di moda (vediamo alcune aspiranti modelle “allenarsi” nella classica camminata sculettante). Il loggiato, i portici e i palazzi che vi si affacciano sono comunque molto belli, ci segniamo per il futuro di riservarsi più tempo per una visita alle Cisterne Romane e alla biblioteca di Palazzo Priori.

Torre di Palme

Una piacevole sorpresa, un gioiellino posto in alto con vista sul mare ma molto carino da attraversare e se fosse orario mangiare qualcosa in qualche enoteca dentro i vicoli.

Grottammare

Ci passiamo praticamente attraverso restando in macchina e scendendo solo per constatare con sorpresa che gli stabilimenti balneari sono ancora deserti pur essendo il 5 giugno, con 29° e un solleone d'agosto e con il mare una tavola invitante.

Ripatransone

Il punto di forza è ancora una volta la quota e la posizione su un Poggio che ne fanno un balcone naturale sul territorio ascolano. Originale anche l’attribuzione di possedere “il vicolo più stretto d’Italia” (in pratica lo spazio tra due palazzi non adiacenti). Carina la terrazza di un bar dove entriamo per una bibita che domina i tetti di tegole di cotto e il mare in lontananza.

Offida

Ultimo (!) dei Borghi più belli d'Italia che andremo a visitare…E devo dire che chiudiamo in bellezza in quanto la piazza di Offida, seppur deturpata da qualche scritta al neon di troppo, si rivela molto particolare, con il palazzo principale sorretto da colonne lignee e dei bei portici.

Ascoli Piceno

Concludiamo la nostra settimana marchigiana nel “salotto d’Italia”, ovvero Piazza del Popolo sorseggiando allo storico Caffè Meletti un aperitivo a base del liquore Anisetta, ovviamente accompagnato dalle immancabili olive fritte ripiene ascolane.

La piazza è veramente bella, peccato sia deturpata dall’ignoranza e maleducazione di genitori che lasciano i figli giocare a pallone (!) o peggio, a scorrazzare con le loro biciclette e lasciando segnacci neri di frenata sulla liscia pavimentazione di marmo. Sindaco… un'ordinanza di divieto e di maggior decoro è così difficile da fare?! 

Day 7

La Piana di Castelluccio di Norcia

Non volendo tornare per la stessa strada (Adriatica) ma dall’interno sconfinando in Umbria e Toscana, una tappa obbligata non poteva che essere la famosa Piana di Castelluccio, ormai balzata all’onore delle cronache più per l’assalto di migliaia di fotografi e influencer (spesso irrispettosi e calpestanti i prati e i fiori per aver un like in più!) che non per la sua peculiarità, ovvero la fioritura multi-cromatica che la rende un enorme tappeto colorato. “Per fortuna” manca ancora un mesetto all’esplosione dei fiori di lenticchie, ma sia il percorso per arrivarci attraverso Il Parco dei Sibillini sia la Piana stessa sono un piacere per gli occhi! Un po’ meno è il vedere ancora moltissime case prefabbricate dopo 8 anni dal terremoto che ha lambito queste zone e un ultimo pensiero va a queste sfortunate popolazioni.