Giorno 4
La giornata è destinata alla visita dei dintorni prendendo una
macchina a noleggio. La prima tappa è a
Sintra una carina cittadina meta
estiva dei reali di Portogallo posta in mezzo a colline nella
Serra de Sintra.
Dopo aver atteso che Lisa saccheggiasse un negozio locale di maglioni, sciarpe,
berretti, guanti, ecc (diciamo che non era partita con l’abbigliamento adatto
ed era leggermente infreddolita…) visitiamo il Palácio Nacional, famoso per
i suoi enormi camini conici usati nelle cucine dove ancora si conservano gli spiedi
e gli utensili di un tempo. Alcune sale sono veramente molto belle (quella dei cigni
–cisnes-, e quella dei cervi –brasões-) ma disturba un po’ il
fatto che fonda stili molto diversi.
Dopo due passi nelle strette vie della cittadine (sovraffollata di negozi turistici
che un po’ la rovinano), ci dirigiamo con la macchina verso il
Palácio de Pena
posto sulla cima più alta della Serra. Gli ultimi metri si devono percorrere a piedi
attraversando il bel parco che si inerpica e ti fa scoprire solo all’ultimo
il Palazzo che ti sorprende per la sua bizzarra architettura (un po’ da Gardaland)
e per i suoi accesi colori (che si stagliano contro un cielo sempre più azzurro…
in questa vacanza sembrava di avere un filtro polarizzatore perennemente montato
davanti agli occhi !). L'interno è arredato con lo scopo di accogliere
stranezze da tutto il mondo, quindi non sorprende vedere la sala araba, quella
cinese,
o le camere di re e regina pieni fino all’inverosimile di ammennicoli
vari.
Dalle sue mura un paesaggio incredibile che si estende da una parte fino a Lisbona
e dall’altra fino alla costa oceanica.
Ripresa la macchina mi ispira l’idea di andare a visitare il punto geografico
più a occidente del continente europeo e dopo un breve tragitto siamo a Cabo de
Roca che ci accoglie con il suo caratteristico faro rosso. La scogliera a picco,
il rumore dei flutti che si frangono sulle rocce, la luce particolarmente calda
e bella del tardo pomeriggio, la vastità dell’oceano (di fronte a noi in pratica
c’è acqua fino a New York...) ne fanno forse il momento che più
ho apprezzato di questo viaggio.
Verso la strada del ritorno passiamo da
Cascais, luogo di villeggiatura con
boschetti di pini e campi da golf. Ci colpisce un’enorme spiaggia dove la
sabbia dall’aspetto desertico arriva a lambire (anzi ad entrare) sulla strada.
E ci colpiscono ancora di più i surfisti che in barba ai massimo 12/13 gradi esterni
(e non voglio sapere quelli dell’acqua già fredda in estate) si divertono
come pazzi con le loro tavole cavalcando le alte onde atlantiche.
Di ritorno in città passando sotto al rosso Ponte 25 aprile (praticamente una copia
del Golden Gate di San Francisco) abbiamo la geniale idea di volerlo percorrere
sia per il gusto di farlo che per vedere da più vicino il
Cristo Rei, imponente
statua di Gesù a braccia aperte che ricorda molto quella di Rio de Janeiro. Oltre
a girovagare per un po’ per beccare l’imboccatura del ponte una volta
sopra ci accorgiamo che il ritorno sarà problematico in quanto completamente intasato
dal ritorno delle gite fuori porta dei lisbonesi . Decidiamo quindi di “allungare”
leggermente la strada (una ottantina di km!!) per fare il ritorno dall’altro
ponte famoso che collega le due sponde dell’estuario, il Ponte Vasco de Gama
lungo ben 17 km.
Riconsegnata la macchina decidiamo di ripetere l’esperienza del
localino in Barrio Alto e anche questa volta ci va bene con dell’ottimo pesce
ovviamente accompagnato da “vinho branco”.
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Sintra
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Palácio Nacional,
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Palácio de Pena
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dal Palácio de Pena
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Cabo de Roca
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Cabo de Roca
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Cascais
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Cascais
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Ponte 25 aprile
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Ponte Vasco de Gama
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