Giorno 3
Petra
Ci svegliamo per la giornata più attesa: il sito di Petra, leggendaria capitale
dei Nabatei, scoperta per caso nel 1812 dall’esploratore svizzero Johann
Burhardt.
Se ad oggi (maggio 2009) mi dovessero chiedere quale sia il posto più bello che
ho visitato, probabilmente direi proprio Petra ! Se fino ad ora dovevo infatti
dividere la bellezza naturale del posto con quella
storico/culturale/archeologica, qui le due cose si fondono; immaginate di
prendere bellezze come il Partenone o il Colosseo o qualche tempio Egizio e di
posizionarlo in un contesto naturale scavato naturalmente dal tempo come possono
essere i canyon dello Utah/Arizona e colorato come Ayer’s Rock. Il tutto con un
cielo azzurrissimo e con un’aria molto tersa visto che il sito si trova
abbastanza alto sul livello del mare.
La visita parte dopo poche centinaia di metri di cammino infilandosi in una gola
lunga 1,2 km,largo in certi punti pochi metri e con pareti alte 80/100 metri: è
il cosiddetto Siq e solo questo passaggio naturale varrebbe la visita. Ma quando
alla fine dello sbocco comincia ad apparire la più famosa delle facciate (il
Khazneh il cui nome significa “il tesoro”) è difficile resistere a non emettere
un “oohhh” di stupore e meraviglia.
A questo punto uno sarebbe già appagato ed io personalmente ignoravo che il sito
si estendesse molto di più e comprendesse moltissime altre facciate e monumenti
che nulla hanno da invidiare a quello più famoso.
Percorriamo quindi la lunga via dove sorge il Teatro e dove ammiriamo dal basso
stupende tombe reali come la tomba palazzo, la tomba corinzia, la tomba
dell’Urna e quella di Sesto Fiorentino. Ci dissetiamo nel bar del Pirata “Johnny
Depp dei poveri” (un beduino conscio
della sua bellezza e con gli occhi bistrati come l’attore) e guidati da Hany
facciamo un percorso alternativo che ci porta a scoprire pareti di arenaria
policroma e caverne e anfratti fino a pochi anni fa abitate dai beduini.
Dopo un pasto che avrebbe dovuto essere un po’ più leggero (visto cosa ci
aspetta), iniziamo l’ascesa di 800 gradini che in circa 45 minuti ci porta ad un
altro “ohhh”: la facciata del Monastero (Gebel Ed-Deir) non ha infatti nulla da
invidiare a quella del Tesoro e soprattutto il panorama sulla valle sottostante
(Wadi Araba) che si offre ai nostri occhi dal viewpoint “end of the world”
ripaga la fatica.
Riscendiamo gli 800 gradini (con Silvia ed Elena che fanno la loro figura di m.
commentando ad alta voce su cosa pensano di chi sale a dorso d’asino...
immaginare che fossero italiani, no eh ??), percorriamo il Cardo Massimo e mi
dispiaccio di non avere il tempo (e forse anche le gambe) per salire a vedere da
vicino le Tombe citate prima. Sono quasi le 18 e tutta la strada di ritorno
della via delle facciate e del Siq si svolge quasi in solitudine e con i beduini che
stanno chiudendo le loro attività: è ancora più bello che questa mattina. Il
colore rosso che dipinge la facciata del Tesoro e il Siq deserto percorso solo
da pochi turisti e da asini e calessi mi rimarranno impressi per molto tempo.
Alla sera ci rimane il dubbio se fare la cosiddetta Petra by Night: il percorso
del Siq illuminato da candele e uno spettacolino (beduini danzanti e suonanti)
davanti al Tesoro. A detta delle nostre guide si tratta di una “pacchianata”
frega soldi ai turisti e quindi rinunciamo (avremmo fatto bene ?) e ci
corichiamo esausti ma altamente appagati.
Alloggio
Mövenpick Resort Petra
Deve la sua fortuna alla posizione (pochi metri dall'entrata del sito). Valgono i soliti discorsi: non merita le 5* ma si sta e si mangia bene.