Tulum è sicuramente il sito con il miglior impatto "visivo":
dopo 3 giorni di entroterra, migliaia di kmq di verde, strade diritte,
lunghe e desolate, la visione di un mare azzurro, "che più azzurro
non si può" è da togliere il fiato.
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La bellezza dei monumenti, la loro posizione a
picco sul mare (è stato l'unico sito ritrovato nei pressi della
costa), il colore del mare, la spiaggia bianchissima e le palme
stile Caraibi, la cura con la quale è tenuto il prato e il
giardino del Recinto, ne fanno sicuramente uno dei più bei posti
visitati in questo mio viaggio.
Tulum è probabilmente il nome moderno dell’antica Zama, la “città
bella come Siviglia”, dove nel 1518 sbarcarono le truppe di Juan de
Grijalva. Sorta nel periodo maya-tolteco, fu abitata fino al 1544 e poi
abbandonata in mano spagnola. Il nome attuale di “Tulum” (fortezza)
deriva dalle spesse mura che la circondano per i tre lati, mentre il
quarto è difeso naturalmente da una ripida scogliera a picco sul mare.
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L’edificio
più importante è il Castillo composto da un terrazzamento e da un
piccolo tempio, a cui si accede mediante una ripida scalinata. Le finestre
feritoie che danno sul mare aperto fanno pensare che l’edificio non
fosse soltanto adibito a funzioni cerimoniali, ma funzionasse anche come
faro. Il Castillo e ventidue altri edifici minori sono racchiusi nel
cosiddetto Recinto Interior, una sorta di muro interno che probabilmente
delimita il nucleo originale della città. Esternamente al recinto la
costruzione più interessante è il Tempio degli affreschi ornato da
maschere di stucco. All’interno dell’unico vano si notano resti di
affreschi rappresentanti figure umane. A nord del tempio, su una
piattaforma, sorgono i resti di un palazzo costituito da un’ala a due
gallerie parallele, di cui una si apre su un portico rivolto a sud.
Spiagge, mare azzurro e antichi resti maya...
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