Dopo i 60 km che ci separano da Cape Jervis, siamo pronti per imbarcarci sul
tragetto della Sealink che in 45 minuti di navigazione ci porterà sull’isola di
Kangoroo Island, a quanto dicono un vero paradiso faunistico ove sorgono ben 19
parchi nazionali.
Iniziamo l’esplorazione dalla penisola Dudley spingendoci fino al faro di Cape
Willoughby (dove tra l’altro ci rassicuriamo di aver scelto bene a non alloggiare due
notti in questa zona, nel seppur lussuoso Sea Dragon Lodge in quanto troppo
distante e isolato da tutto).
Ci spostiamo quindi verso la costa sud per visitare la Seal Bay, ovvero una
spiaggia ove vengono a riposarsi molti esemplari di otarie e foche che hanno
nuotato fin qui dalla Nuova Zelanda. Cominciamo a capire come va l’andazzo: vuoi
vedere gli animali? Caccia la grana… I cosiddetti Parchi infatti non sono altro
che delle zone recintate, ove magari hanno costruito comode pensiline per
arrivarci, ma dove non si accede se non a pagamento. Scattiamo qualche foto alla
baia e alle foche spiaggiate e poi ci dirigiamo al nostro resort, il KI
Wildnerness Retreat che si trova a pochi km dall’entrata del Flinder Chase. Le
stanze sono tutte attorno a un bel giardino dove all’imbrunire facciamo
conoscenza con il nostro primo marsupiale, dei simpatici wallbies che vengono a
mangiare qualche bacca, abituati ormai dalla presenza dell’uomo.
Ceniamo e facciamo colazione l’indomani nell’attiguo buon ristorante e poi
dentro il Flinder non senza aver pagato la solita tassa come nei NP americani:
L’Adminal Arch e le Remarkable Stones sono sicuramente una bella opera della
natura, ma mi chiedo sempre in confronto quanto dovremmo chiedere noi per far
vedere le Dolomiti, l’Alpe di Siusi, le Tre Cime, ecc.
Per riuscire a vedere gli elusivi koala mangiare le loro prelibate foglie di
eucalipto, il posto giusto è l’Hanson Bay Wilderness Park (che attenzione non
uno zoo, ma un parco con molti alberi di quel tipo dove l’incontro è
praticamente garantito). Continuando la passeggiata abbiamo anche la fortuna di
incontrare un bel echidna (un istrice in pratica) e alcuni canguri tipici
dell’isola (più piccoli e scuri di quelli normali australiani).
Decidiamo quindi di visitare la sperduta costa nord-occidentale per cui dobbiamo
percorrere quasi 80km di sterrato non proprio confortevole (con una berlina
poi…). Arriviamo al Cape Borda dove il “guardiano del faro” ci lascia poco tempo per
ammirare il panorama della costa (Cliff hike percorso a tempo di record) in
quanto sono le 17 del pre-weekend quando il faro chiude e lui se torna a casa.
Il ritorno sempre su sterrato e con il sole basso alle spalle è comunque molto
suggestivo, mentre della cittadina Kingscote ove pernotteremo non vediamo nulla
visto che ci arriviamo col buio pesto.
L’alloggio è un semi-anomimo hotel di provincia ma il lamb-rack (costine di
agnello) è il migliore che abbia mai mangiato!
Il giorno dopo finalmente ci accoglie un cielo completamente sereno, va beh un
giorno su 3… visitiamo due spiagge della costa nord (Emu Bay e Stokes Bay) e poi
tagliamo l’isola in verticale su 30 km di sterrata per vedere quella che ci è
stata spacciata come la più bella spiaggia votata dell’Australia (Vivonee Bay)….
MAH! O è l’alta marea che ce la nasconde o ci pare un giudizio molto avventato!
Gli alti flutti che si infrangono sulle rocce sono però molto suggestivi.
Ultima tappa alcune dune di sabbia fine e bianca chiamate Little Sahara dove con più tempo sarebbe possibile "surfare" su tavole che noleggiano o meglio ancora farsi un giro con una bella e-Fat.
Ripartiamo in direzione Pennshaw dove riusciamo per pelo a anticipare di un’ora
il traghetto prenotato. Ci manca un centinaio di chilometri fino ad Adelaide
dove ceniamo in un piccolo ristorantino Thai e facciamo due passi nel bel corso
pedonale (per la prima volta vediamo parecchi homeless, segno che il benessere
non è purtroppo per tutti).
Kangaroo Island Wilderness Resort
Bel resort ai margini del Flinders Chase con i wallabies che stazionano davanti
alla camera. Finalmente il primo posto dove il condizionatore funziona anche al
contrario da riscaldamento. Cena e colazione di buona qualità
Logisticamente un po’ strano (la reception è staccata dal corpo delle camere che
è in un altro edificio sulla strada di fronte). Camera nella norma. Cena di
buona qualità (il migliore lamb-rack di sempre) con un cameriere nepalese che ha
fatto il pizzaiolo a Sydney e scoprendoci italiani non ci mollava più!