Amarapura
La
giornata inizia all'insegna del brutto tempo (piovvigina) e con
una breve visita a due laboratori poco distanti l'uno dall'altro. Nel
primo si producono foglie d'oro che abbiamo visto venire attaccate come
voto o offerta sulle innumerevoli statue del Buddha. Il fatto di vedere
persone quasi indigenti che comunque spendono del denaro per comprare la
fogliolina da offrire al loro Dio mi lascia spesso sconcertato ma anche
ammirato dalla devozione di questo popolo. Ancora una volta ci
sorprendiamo nel vedere lavori di fatica e al limite dell'umano come
questi "martellatori
" che spianano le lastre dorate... una qualsiasi
macchina con un martinetto idraulico o pneumatico lo farebbe centomila
volte meglio e più velocemente; ma siamo sicuri che sarebbe quella
soluzione giusta ? o ci troveremmo 3 disoccupati che seppur con un
lavoro bestiale qualcosa a casa lo portano ?
La visita al laboratorio di
arazzi e di
marionette
fortunatamente non
produce questi dubbi filosofici, qui la bravura dell'artigiano
difficilmente potrebbe essere sostituita (anche se i telai completamente
manuali per la tessitura della seta sono quelli dei nostri bisnonni).
Ci consoliamo l'anima con la visione di uno dei più grandi Monasteri ove
studiano 1500 monaci e dove assistiamo al loro pranzo nel
refettorio; il
vitto è ovviamente fatto a base di riso (preparato in enormi pentoloni)
e di quello che i devoti offrono a loro ogni giorno. A
servirli
sono
infatti normali cittadini/pellegrini per i quali è un onore provvedere
al loro pasto sia in termini economici, sia simbolicamente facendo da
"camerieri".
Dopo la breve visita ad una scuola dove lasciamo un po'
di penne e altri oggetti portati da casa (per offerte un po' più
sostanziose si viene addirittura iscritti sulla lavagna dei benefattori
presenti su uno dei 3 lati di una
tipica aula), ci dirigiamo a visitare
un altro famoso manufatto di Amarapura: Il ponte di legno di U Bein
,
famoso per essere il ponte più lungo del mondo fatto interamente in Tek
(è lungo 1,2 km).
La passeggiata sul ponte è accompagnata da qualche
ragazzo/a che ti prende in consegna all'inizio e finché non gli compri
qualcosa non ti molla... il consiglio quindi è di procedere all'acquisto
solo alla fine, altrimenti se si compra prima, l'accompagnatore viene
subito sostituito da un altro ! La cosa potrebbe sembrare fastidiosa
come sinceramente lo reputo nei paesi arabi dove l'insistenza dei
commercianti io non la sopporto. Qui invece è diverso. Sia io che
Silvia
abbiamo un bellissimo ricordo del "nostro" accompagnatore (nel mio caso
una ragazzina di 16 che mi ha raccontato tutto il raccontabile) con il
quale mi sono divertito a contrattare per finta sul prezzo della loro
merce per poi pagargli molto di più di quello spuntato solo per vedere
la sorpresa (oppure la convinzione di aver trovato un babbeo ??) nei
loro occhi. Anche se per molti nostri connazionali il contrattare su 2
dollari il prezzo della collanina viene quasi spontaneo e lo trovano
divertente, io non ci riesco; per me 1000 (o anche 5000) kyat in meno
nel portafoglio non mi cambiano la vita, e anche se mi trovo sempre a
essere quello che paga più di tutti la stessa merce e viene preso per
quello che è stato "fregato", non me pento per niente.
Si prosegue con la visita alla
Pagoda Mahamuni dove abbiamo la
fortuna di arrivare nel mezzo di una loro festa religiosa e quindi
assistiamo alla ancora più fervida operazione di offerta e "attaccatura"
di foglioline d'oro sulla grande statua del Buddha seduto chiamata anche
"l'immagine vivente". Oramai ci stiamo anche abituando alle camminate a
piedi scalzi (in Birmania al contrario ad esempio della Thailandia non
sono neppure permessi calzini o altre appendici, quindi piedi nudi e via
pedalare...) e non ci preoccupiamo neppure della fanghiglia presente sul
selciato a causa della pioggia.
Mingun
Dopo
il pranzo in un ristorante a base di cucina cinese (con i
proprietari mortificati dal fatto che piove e che quindi non potevano
servirci nel loro bel giardino), ci imbarchiamo su un battello che
discenderà il fiume Irrawaddy per portarci a Mingun, un'antica città
reale. Come spesso accade durante i lenti trasferimenti fluviali, si
gode di bei panorami
(purtroppo vanificati dal tempo grigio) e di
piacevoli incontri con chi sul fiume ci vive o vi trae la propria fonte
di guadagno.
Arrivati nella zona archeologica di Mingun visitiamo
subito la "Pagoda Incompiuta"
(Pagoda Pahtodawgyi), la roccia dei due
leoni (distrutta dal terremoto), la
Mingun Bell (la "più grande campana
del mondo appesa", ovvero ce ne sono di più grandi ma tutte appoggiate e
non appese) e il bellissimo e bianco Tempio Myatheindan dove ho scattato
questa foto ad un monaco
bambino che salta sulle sue guglie e che è
immortalata anche sulla
copertina
della guida Lonely Planet
(e ciò mi fa
dedurre che a turno ci sia sempre un piccolo monaco lì apposta per noi
stupidi turisti :-)
Facciamo ritorno sulla barca non prima di aver
comprato "il mondo" (pacchi giganti di incenso, ventagli al profumo
di
sandalo, righelli, ecc...) da bambini che si avvicinano e in perfetto
italiano ti dicono "ciao, sono una piccola commerciante..." (come
fai a
resistere ?)
Dopo la cena in un ristorante a cucina birmana,
rientriamo in
hotel
.