Cosa vedere in 15 giorni in Nuova Aquitania e Occitania
Giorno 1 - Alvernia-Rodano-Alpi
Moncenisio

Ho volutamente scelto di entrare e uscire dalla Francia attraverso i due Passi (Moncenisio e Monginevro) che allungano un po’ rispetto ai tunnel (Frejus e/o Monte Bianco) ma consentono di vedere dei bei panorami alpini. Arrivati alla piramide, che venne costruita insieme alla diga in omaggio alla campagna in Egitto di Napoleone, ammiriamo le vette ancora innevate e inauguriamo la nostra vacanza francese con una bella Crêpes jambon fromage.
Chambery

Il centro storico di Chambéry è caratterizzato da un dedalo di vicoli e cortili di palazzi privati. La loro architettura di ispirazione piemontese, impreziosita da trompe-l’oeil, sculture e lavorazioni in ferro decorative sono notevoli. Adagiato ai piedi del Castello dei Duchi di Savoia, il centro storico di Chambéry custodisce un tessuto urbano immenso e originale segnato dalla presenza dell’acqua.
Per scoprire gli angoli più pittoreschi della città, abbiamo seguito gli elefanti sul selciato del centro storico, per un percorso di circa 2 chilometri. Ci hanno portato alla scoperta della città conducendoci dalle piazze ai palazzi, passando per la cattedrale e la Fontana dell’Elefante, percorrendo i vicoli medievali, i traboules e gli anfratti più particolari.
🛏️Hôtel des Princes, Chambéry Centre
Nuova Aquitania
Giorno 2 - Da Est a Ovest
Clermont Ferrand

Tappa di passaggio e breve sosta per rifocillarsi e non farsi mancare la visita della cattedrale gotica, dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO e che fa parte del Cammino di Santiago de Compostela. Purtroppo, è domenica ed è chiusa (??!!) e anche il resto della città sembra deserto (capiterà la stessa cosa a Bayonne e Pau). Passeggiamo per il centro storico fino alla spianata di Place de Jaude un angolo incantevole del centro storico: fontane, magnolie in fiore, monumenti storici e negozi vivaci.
Limoges

Nel cuore della regione del Limousin, questa città è riconosciuta come polo culturale di arte e di storia. La capitale della porcellana, con il suo ricco patrimonio culturale ci accoglie nelle sue strade acciottolate. Passando per il bel Municipio (Marie) arriviamo presto alla Cattedrale Saint-Étienne de Limoges un vero gioiello gotico con vetrate colorate, un maestoso organo e le delicate sculture. Passeggiamo poi per la città alta cercando la Rue de la Boucherie e perdendoci tra le sue tipiche case a graticcio, le sue piccole piazze e le sue vetrine purtroppo chiuse. Troviamo l’unico locale dove cenare aperto (L’Eminceur) dove incominciamo a sfruttare la feature di Google Lens per la traduzione automatica via fotocamera dei menu (senza di questa, saremmo stati fottuti!!)
🛏️ibis Styles Limoges Centre
Giorno 3 – Dordogna (Périgord)
Périguex

Capitale della Dordogna, è la tappa giusta per un aperitivo/stuzzichino dopo aver visitato la sua straordinaria cattedrale di Saint-Front, dalle cupole che ricordano le moschee bizantine.
La Roque-Gageac

Subito dopo ci attende uno dei borghi più belli di Francia: con le sue tegole marroni, i suoi tetti pittoreschi, il suo fascino d’altri tempi e i suoi paesaggi mozzafiato, una passeggiata nel villaggio di La Roque-Gageac è un momento indimenticabile.
Il colpo d’occhio del villaggio affacciato sul placido corso del fiume Dordogna, con le sue case dorate, è assolutamente imperdibile. Scendiamo dal paese accaldati attraverso un percorso costellato di banani (!) e ci spariamo un Croque monsieur con 3 kili di burro che digerirò solo dopo molti Geffer :-)
Giardini di Marqueyssac

Tra i tanti giardini e castelli che sorgono in questa zona, scegliamo quelli di Marqueyssac, visto che Silvia ricordava di averne fatto anni prima uno screenshot quando erano apparsi in un lock screen o sfondo di Windows (che memoria!!).
Attorno al castello ricoperto di tegole dell’inizio del XIX secolo, il sito di Marqueyssac offre più di sei chilometri di passeggiate ombreggiate, costeggiate da 150 000 bossi centenari potati a mano e guarniti di belvederi, rocaille, cascate e i cosiddetti “théâtres de verdure” (teatri di verzura)… Scegliamo il percorso che porta al belvedere più alto e scattiamo mille foto del fiume Dordogna che scorre placido nella valle solcato da canoe di turisti e velieri tipici chiamati Gabares. Al castello, un pavone… si pavoneggia offrendoci la sua ruota e un 360° per farsi ammirare nella sua completezza.
Sarlat-la-Canéda

Sarlat è in assoluto una delle città medievali meglio conservate di Francia e l’ho scelta come base per due notti per esplorare la zona.
Con i 66 monumenti storici, Sarlat ha un’altissima densità di edifici storici e medievali, che si snodano lungo le sue strade acciottolate dai muri di pietra bionda. Facciamo una prima passeggiata per trovare il ristorante consigliatoci alla reception e già rimaniamo incantati. Sembra veramente di essere in un’ambientazione medievale (sarebbe da riguardare il film Giovanna d’Arco di Luc Besson girato qui) e i molti tavoli di bar e ristoranti non disturbano come in altri borghi turistici. Ceniamo ottimamente al Petit Bistrot dove apprezzo moltissimo il Confit de Canard (che infatti bisserò anche la seconda sera in un altro ristorante). Insieme a Bayonne, Sarlat sarà sicuramente la tappa che avrò maggiormente apprezzato di questo viaggio.
🛏️Naâd Hotel Sarlat Centre Ville
Giorno 4 – Castelli e Bastides
Castello di Beynac

Come dicevo innanzi, la zona è piena di castelli. Uno dei più famosi e visitati è quello di Beynac, una fortezza feudale emblematica, eretta dal 1115 sulla sua cima rocciosa che domina la Dordogna.
Il navigatore mi porta direttamente al parcheggio in alto e non alla base e quindi una volta visitato il maniero, facciamo un “giù e su” di 150mt di dislivello su ripide stradine attraverso l’antico villaggio di Beynac fino alle rive della Dordogna.
Domme

Iniziamo con Domme la serie di “bastide”, ovvero un borgo fortificato, risalente al sec Medio Evo, tipico di questa regione del sud-ovest della Francia. La lunga strada che porta dai parcheggi alla piazza principale è purtroppo disseminata di troppi negozi di souvenir, ma vale la pena arrivare alla terrazza per godere di una vista mozzafiato sulla valle della Dordogna; In lontananza si scorge il Castello di Montfort; alla sinistra il borgo di Vitrac, ma anche il castello di Beynac e, tra i due, i giardini di Marqueyssac visitati ieri.
Nota: Rocamadur e Cahors si trovano in Occitania e non in Nuova Aquitania, ma per motivi di cronologia sono in questa sezione
Rocamadur

Questa Cittadella della Fede è un famoso luogo di pellegrinaggio sin dal XII secolo e custodisce un tesoro architettonico di epoca medievale. Costruita su vari livelli sul lato della scogliera, il borgo si aggrappa alla roccia a 120 metri sopra un canyon attraverso il quale scorre l’Alzou, affluente della Dordogna. Le sue case, i suoi tetti e le sue chiese sembrano far parte della roccia e il colpo d’occhio che abbiamo arrivando in macchina è assolutamente spettacolare.
Si entra in città attraverso Porte du Figuier prima di seguire Rue de la Couronnerie: è la strada principale del borgo arroccato, molto vivace e ricca di negozi (troppi) e ristoranti in uno dei quali ci rifocilliamo a base di galettes di grano saraceno. Con la scalinata monumentale di 233 gradini arriviamo alla Città Santa con il suo Parvis des Eglises pieno di chiese e le cappelle (Chapelle Notre-Dame de Rocamadour, Basilique Saint Sauveur, Chiesa di Saint-Amadour) tutte costruite in alto per mostrare tutta la loro grandezza ai pellegrini.
Cahors

Visto che le giornate sono lunghe decidiamo di aggiungere una quarta tappa alla città di Cahors, visitando i suoi 2 gioielli, patrimonio dell'umanità per il cammino di Compostela: il Ponte Valentré (XIV sec.), emblema della città, e la cattedrale di Saint-Etienne, sorprendente con le sue cupole in stile bizantino. Fa molto caldo e siamo troppo stanchi per perdersi nei vicoli medievali del centro storico e così ci rinfreschiamo in un bar davanti alla grande fontana davanti alla statua di Gambetta. Col senno di poi è forse una delle poche tappe che si poteva evitare e magari sostituire con il più originale Gouffre de Padirac.
🛏️Naâd Hotel Sarlat Centre Ville
Giorno 5 - I vigneti
Bergerac

La città di Bergerac si trova a metà strada tra Sarlat e Bordeaux, sulle rive della Dordogna. Deve la sua forza al commercio dei suoi vini, conosciuti in tutto il mondo, come nel caso del Monbazillac, un vino dolce che si sposa perfettamente con il foiegras del Périgord (che noi non abbiamo mai assaggiato per motivi etici sapendo come ingozzano a forza le oche).
Nel cuore della città, si passeggia tra i vicoli e le piazze tra cui quella più famosa -Place Pélissière- dove si trova la famosa statua di Cyrano de Bergerac.
Saint Emilion

Saint-Emilion è un piccolo comune della Nuova Aquitania, situato a una cinquantina di chilometri da Bordeaux. È una cittadina dal fascino unico, conosciuta in tutto il mondo per il suo vino ma anche per i suoi numerosi edifici religiosi e palazzi storici. Avete presente quei paesi che basano tutta la sua economia sull’enologia (tipo Montepulciano o Montalcino)? Ecco moltiplicate per 10! Tra mille enoteche, trenini per le visite di cantine sotterranee, bottiglie di Petrus in vendita a 20.000€, negozi che vendono solo cavatappi (a 500€!!) o bicchieri e decanter, tutto gira intorno al dolce nettare e per me è una goduria!
Ma anche per gli astemi il borgo si presta molto a una passeggiata nella città medievale che conduce attraverso le sue stradine tortuose chiamate tertres, lungo i suoi bastioni e le sue piazze acciottolate. Notevoli i due chiostri, quello dei Cordeliers e quello della Collegiata.
🛏️Hôtel 56
Giorno 6 - Bordeaux
Bordeaux

Preso un day-ticket per il tram cittadino molto comodo (anche se ci sono molti lavori e una tratta è chiusa e sostituita da autobus), iniziamo ovviamente da Place de la Bourse con il suo prospicente specchio d’acqua che a cicli di 5 minuti si riempie di 2 cm di acqua, poi si svuota e rimane vuoto, prima di lasciare il posto a 5 minuti di nebbia.
Il resto della mattinata lo trascorriamo nel suo centro storico enorme, quasi la metà della sua superficie, che riunisce più di 300 monumenti: sono tutti accomunati da un’ineguagliabile coerenza architettonica, una superba collezione di edifici classici e neoclassici perfettamente ristrutturati.
Non ricordo l’ordine in cui li abbiamo visti (la pianificazione del city-tour è stata fatta al volo sul posto!) ma abbiamo visitato il Pont de Pierre e il suo bel lungofiume, il Grand Théâtre considerato uno dei più belli del mondo, la grande spianata di Place des Quinconces di 12 ettari con la sua fontana/monumento ai girondini, la Cattedrale di Saint Andrè e la Basilica di San Michele, siamo passati sotto la Grosse Cloche e sotto la Porta Cahilhau nel bellissimo quartiere di Saint-Pierre, ci siamo persi nel Quartiere dei Chartrons con la sua famosa Rue Notre-Dame dove i negozi di antiquariato, da tempo onnipresenti, si mescolano ora a nuove attività come gallerie d’arte, laboratori, ecc.
Non poteva mancare una “vasca” in Rue Sainte-Catherine, la via dello shopping pedonale più lunga d’Europa, con quasi 300 negozi distribuiti su 1.2km (e quasi 3km di vetrine!!), da Place de la Comédie a Place de la Victoire.
La Méca17, uno spazio artistico multifunzionale e dinamico situato sulle banchine di Paludate, invece era proprio davanti al nostro hotel (le foto sono fatte dalla camera).
Cite de Vin

Dopo 21000 passi e 15km a piedi, anche se stanchi, non possiamo rinunciare alla visita del vero must della città, ovvero la Città del Vino. All’interno di questo edificio monumentale e contemporaneo (vale solo quello la visita) si annida un emozionante museo sull’arte del vino: un viaggio nello spazio e nel tempo per ripercorrere la ricca e viva storia del vino e del suo posto nelle culture del mondo.
Vi sono vari percorsi tematici e purtroppo bisogna scegliere già in biglietteria se fare la Permanent Exhibition (che comprende una singola degustazione sul Belvedere all’ultimo piano) oppure la Via Sensoria un percorso olfattivo/gustativo con assaggio di 4 vini e relativa spiegazione (ma senza la possibilità del Belvedere!). Personalmente avrei scelto quest’ultima ma essendo Silvia completamente astemia unito al fatto che le spiegazioni erano solo in inglese/francese/spagnolo (alcuni termini o nomi di fiori/frutti sono già difficili in italiano… tannico, astringente, flavonoidi, biancospino, marasca, figurarsi in un’altra lingua), optiamo per la prima soluzione (anche perché al Belvedere avrei usato anche la sua degustazione 😊)
Nei 3000 mq di spazio espositivo c’è veramente di tutto, un vero appassionato o un addetto ai lavori, se legge tutto o usa tutte le installazioni medioevali potrebbe tranquillamente passarci una giornata intera. Mi ha molto colpito e affascinato la parte olfattiva del buffet des 5 sens dove erano presenti decine di cupole di vetro contenenti tutti gli aromi che i più bravi riescono a riconoscere: da un pezzo di cuoio a rotelle di liquirizia, dal pane raffermo a libri antichi, cacao, caffè e incenso oltre ovviamente alla parte botanica con i sentori di vaniglia, frutti di bosco, cannella, menta e moltissimi altri. Riconoscerli singolarmente era abbastanza semplice, ma appena in una cloche se ne mischiavano 2 o 3 era già molto più difficile!
🛏️Hôtel 56
Giorno 7 - La Costa Atlantica
Dune de Pilat

Vera e propria attrazione della costa della Nuova Aquitania, la Dune du Pilat è un sito naturale intriso di esotismo e maestosità. Alta più di 103 metri, larga 600 e lunga 3 km, la duna più alta d’Europa offre un sorprendente contrasto con la foresta alle sue spalle, la sabbia e l’oceano. Questo muro altissimo di sabbia è in continua evoluzione: sotto l’azione del vento si sposta da 1 a 5 metri verso il massiccio forestale.
Per nostra fortuna il meteo, che prevedeva brutto tempo, ci offre una bella (e calda!) giornata di cielo azzurro e anche se il periodo migliore per visitarla e fotografarla sarebbe l’alba o il tramonto, mi sono molto divertito a scattare decine di inquadrature che potrebbe essere spacciate per posti molto più esotici.
In questa stagione la quantità di gente è assolutamente tollerabile e poi basta spostarsi di qualche decina di metri in ogni direzione e si trova già una pace e un silenzio che ben si sposano con l’incredibile ambiente. Sicuramente la parte naturalistica del viaggio che ci è più piaciuta!
Arcachon

Vivace luogo di villeggiatura, Arcachon è la dolce cittadina di mare dove si ama passeggiare lungo i suoi moli, fare acquisti nel centro città e perdersi nelle stradine tortuose della sua Ville d'Hiver. Noi la eleggiamo come tappa per un tardo pranzo e dentro l’immancabile Les Halles i banchetti di ostriche stanno per chiudere ma riusciamo comunque a pranzare in uno dei ristoranti interni (originale il menu di sardine, dove viene portato un cestino di diverse varietà tra cui scegliere…).
Dopo pranzo facciamo un giretto per il Bassin de Arcachon, un bacino di acqua salata comunicante con l'Oceano Atlantico, la cui principale attività (ed anche risorsa economica, assieme al turismo) è appunto l'ostricoltura.
Visitiamo un paio di spiagge e moli tra cui Plage Pereire e le Moulleau e poi proseguiamo per la prossima tappa.
Hossegor

Citata da un famoso sito turistico come tappa #7 tra le 10 da non perdere in Nuova Aquitania, la cittadina di mare è assolutamente evitabile a meno di non essere un appassionato di surf.
Una vasca in una normalissima via turistica (ma il gelato al malaga era strepitoso!) e poi un salto alla Plage de la Gravière dove il microclima mi ha fatto venire in mente quanto sperimentato in Portogallo: caldo assassino dietro la duna che ti ripara dal vento atlantico e poi botta di gelo pazzesca appena l’oceano ti si presenta davanti (non so come faccia la gente a stare a prendere il sole o addirittura a fare il bagno, onde enormi a parte…).
🛏️Hôtel Villa KOEGUI Bayonne
Giorno 8 - I Paesi Baschi francesi
Bayonne

Capitale economica dei Paesi Baschi francesi, è la nostra meta scelta per 2 notti per visitare la zona e la visitiamo “a sprazzi” nelle sere del giorno precedente e corrente, e la mattina di quello successivo. I suoi storici quartieri pedonali, che si snodano su entrambi i lati della Nive, la Petit Bayonne e la Grand Bayonne: sono una concentrazione di fortificazioni e di case dalle tipiche facciate colorate. Come dicevo innanzi, insieme a Sarlat è la tappa che mi è più piaciuta dal punto di vista fotografico, pur trovando sempre cielo grigio e luce piatta. Le sue innumerevoli case a graticcio, le sue strette vie pittoresche, le migliaia di persiane dai mille colori, l’atmosfera permeata dalla tradizione basca oltre a una favolosa gastronomia (da segnalare l’eccellente ristorante Cantine de Musée a 20 metri dal nostro hotel…), ci hanno lasciato un ottimo ricordo.
La Cattedrale di Sainte-Marie è un capolavoro dell’architettura gotica, il centro storico di Grand Bayonne è pieno di vie e viuzze da esplorare (Rue des Faures, Rue d’Espagne, Plachotte, Rue des Augustins, Place Bernard de Lacarre) mentre il quartiere di Petit Bayonne è molto più giovane e popolare e la sera i bar di Rue Pannecau si riempiono di avventori.
Biarritz

Biarritz è una splendida località balneare della costa atlantica, adagiata nel Golfo di Biscaglia, che per la mitezza del suo clima è luogo di vacanza preferito fin dai tempi di Napoleone III e dell’imperatrice Eugenia che fece costruire l’affascinante Cappella Imperiale in stile romano-bizantino e ispano-moresco.
Dopo un giretto tra i vari negozi di cartoline, poster d’epoca ed espadrillas, e un café noisette, che pensavamo essere un qualcosa alla nocciola ma è un normalissimo macchiato con meno latte del solito (!), passeggiamo fino allo scoglio della Rocher de la Vierge lungo la passerella costruita nientepopodimeno che da Gustave Eiffel.
Non c’è purtroppo tempo per l’Acquario e la Città dell’Oceano e il tempo grigio non invita neppure a sostare nelle spiagge come la Grand Plage o la Cote des Basques (votata come la spiaggia più bella di Francia).
San Sebastián (E)

Incuriositi e ingolositi da una parola che vediamo e sentiamo spesso nominare in questi giorni (pintxos in basco, pinchos in castigliano/francese), decidiamo di andare a pranzare a base di queste piccole porzioni di cibo -tipicamente servite su una fetta di pane, con ingredienti spesso infilzati con uno stuzzicadenti per tenere tutto insieme- servite principalmente nei bar dei Paesi Baschi (non chiamatele “tapas” che si offendono).
Vuoi quindi non fare un salto fuori dalla nazione e spingerci nella confinante Spagna per visitare Donostia/San Sebastián, città con una ricchissima ricca tradizione enogastronomica ed una delle città preferite dai food lovers di tutto il mondo?
Non ho ancora capito se il giorno in cui ci siamo capitati fosse una festa di qualche patrono o altro, ma la quantità di gente intenta a fare aperitivo con appunto i pinxtos e innumerevoli calici di vino/birra davanti ai mille bar e locali presenti nella città vecchia è impressionante!
Così come l’incredibile difficoltà a leggere (figurarsi a parlarlo) i cartelli in lingua basca, che sembrano più un agglomerato di consonanti buttate random a formare parole incomprensibili!
Saint Jean de Luz

Concludiamo la giornata a Saint-Jean-de-Luz, una piacevole cittadina della costa atlantica, che ci accoglie con le sue case tipiche e pittoresche e un mercato cittadino posto sulla via che taglia il paese.
Non ci facciamo mancare il dolce tipico preso alla famosa Maison Adam, non il più famoso macaron, bensì il Gâteau Basque che viene preparato con diverse farciture (ciliegia, noci, crema, ecc.)
🛏️Hôtel Villa KOEGUI Bayonne
Occitania
Giorno 9 - Dai Pirenei a Tolosa
Pau

Lasciamo la Nuova Aquitania con una breve tappa nella sua ultima città sulla nostra strada, situata in una posizione ideale fra mare e monti, nel cuore dei Pirenei Atlantici. Tappa irrinunciabile il Castello di Pau, anche perché c’è poco altro ed inoltre essendo domenica è tutto chiuso e sembra di essere tornati ai tempi del lockdown!
Tolosa

Arriviamo nel tardo pomeriggio nella quarta città più grande di Francia e constatiamo subito perché è chiamata la città rossa: il colore rosato dei suoi edifici in mattoni rossi, che si incendiano con la calda luce del tramonto è molto coinvolgente. Pensavo fosse una cosa limitata a qualche palazzo storico intorno a Place du Capitole, mentre invece constateremo che la maggior parte delle case ha le facciate con questi particolari mattoncini.
🛏️Albert 1er
Giorno 10 - Tolosa
Tolosa

Giornata dedicata interamente alla visita della città; battiamo il record di passi di Bordeaux (26015 per 17.3 km); purtroppo di lunedì qualche attrazione è chiusa come da noi oppure è in ristrutturazione come, ad esempio, il Convento dei Giacobini. Notevole la Basilica di Saint Sermin, considerata la più bella chiesa romanica d’Europa, così come la Basilica di Notre-Dame de la Daurade; sontuosa la residenza Hôtel d'Assézat con un bel cortile che fa cornice alle due facciate.
Dopo due favolosi smoothies in un carinissimo e originale locale (Au Coeur du Grain, gestito da una gentilissima coppia che vende solo prodotti ortofrutticoli km0 e dolciari fatti in casa) cominciamo a vagare un po’ a caso tra i vari quartieri di Saint-Etienne, nel vecchio Quartier des Carmes, in quello modaiolo di Bourse-Daurade, oltre a Les Chalets che però non ci convince. Ci rifacciamo però con i Giardini giapponesi Pierre Baudis che riproducono fedelmente una sintesi dei giardini di Kyoto (va beh, non sarà il Padiglione d’oro, ma qualcosa ce lo ricorda)
🛏️Albert 1er
Giorno 11 - Circuito delle Bastide
Albi

Imponente città vescovile inscritta nella lista del patrimonio UNESCO, Albi custodisce un enorme complesso episcopale in mattoni rossi che comprende la cattedrale di Sainte-Cécile, capolavoro dell’arte gotica meridionale, la collegiata di Saint-Salvy e il suo chiostro.
La cattedrale in mattoni più grande del mondo, sembra più un castello fortificato e offre una suggestiva collezione di dipinti, sculture e statue. Così a memoria, mi sento di dire che è la più bella chiesa che abbia mai visitato! Il maestoso blu delle sue volte è paragonabile a quello di Assisi, sotto il grande organo si snodano 200mq di superficie con la più antica rappresentazione del Giudizio Universale, il coro è un tripudio di merletti in pietra che comprende 200 sculture e statue in pietra cesellate con maestria e poi le “dimensioni contano“ (113 x 35 metri e 78 l’altezza del campanile!). Da non perdere (e l’ingresso a pagamento con audio-guida è più che giustificato)!
Dopo un giretto per il centro storico con tappa alla Maison du Vieil Alby (antico edificio a graticcio) e una foto al Pont Vieux scattata dal ponte 22 agosto 1944, ripartiamo in direzione nord in cerca di bastides, ovvero le cittadine medievali arroccate e spesso fortificate.
Cordes sur Ciel

La più famosa e una delle più antiche bastide dell'Occitania è Cordes sur Ciel, un gioiello scolpito nella pietra che si presenta ai nostri occhi molto…in alto! La ripida stradina, seppur piena di laboratori di ceramisti, pittori, creatori di gioielli, artigiani del legno o della pelle, ci stronca le gambe e una volta arrivati in cima, forse per la stanchezza e la fame, non riusciamo a goderci del tutto le facciate scolpite delle Case del Grand Fauconnier, del Grande Scudiero e delCapocaccia. Insomma, possiamo dire che è un bel paesino arroccato, più bello visto da lontano che da dentro.
Forti di questo disappunto, e molto affaticati dai 33/34°C, rinunciamo al circuito di “borghi più belli di…” che avevo pianificato ma che cito qui per dovere di informazione: Puycelsi, Penne con il suo castello del X secolo e Bruniquel.
Per la prima volta in undici giorni, quindi, facciamo un break e ci rilassiamo nella bella e deserta piscina del nostro “hotel” molto particolare.
🛏️Château de Tauzies, The Originals Relais
Giorno 12 - Città Occitane
Carcassonne

La città medievale di Carcassonne è uncomplesso medievale unico in Europa, sia perle sue incredibili dimensioni ma soprattutto per il perfetto stato di conservazione. Arrivando in macchina la visione da lontano, con l’antico ponte sottostante, è sicuramente la migliore e più affascinante, mentre quando si è all’interno, l’impressione di trovarsi in una Gardaland medioevale ricostruita è molto forte.
Parcheggiamo a 1 km circa e cominciamo a salire verso la Porte d’Aude che è una delle due entrate insieme a quella di Narbonnaise. All’interno è visitabile il Castello del Conte del XII secolo e la Basilica di Saint Nazaire con bellissime vetrate.
Narbonne

Breve sosta in quella che fu una delle più ricche colonie romane fuori dall’Italia e che oggi conserva ancora un pezzo della Via Domitia nel centro della città che raggiungiamo con un breve passeggiata dal parcheggio.
Sulla piazza principale, Place de l'Hôtel de Ville, il municipio che stanno adornando con ghirlande di fiori, il Palazzo degli Arcivescovi, la Cattedrale (dove spenderò in monete per un cero a S.Antonio gli unici soldi in contanti di tutta la vacanza!! W il cashless!!) e un antico Gran Magazzino della famosa catena Aux Dames de France ora però sostituito da un meno nobile MonoPrix.
Sete

Dopo Hossegor, anche la guida sui Must See in Occitania mi ha teso una trappola. Forse avevo letto di fretta, ma la pensavo una cittadina elegante sul mare, mentre tutto si limita alle foci del famoso Canal di Midi (che abbiamo visto anche a Tolosa lontana centinai di km) sulle qui sponde si ergono palazzi con facciate degne di nota, mentre l’interno è abbastanza anonimo.
Oltretutto è l’unica volta che ci scontriamo sia in entrata che in uscita con un traffico “importante” dovuto a rotonde strettissime che formano dei cul-de-sac. Direi quindi, bocciata!
🛏️Novotel Montpellier
Giorno 13 -Montpellier
Montpellier

Se avete amato Parigi non potrete non amare Montpellier, che sembra evocare, in scala ridotta, proprio la bellezza della capitale francese. Così diceva una guida…ok, non esageriamo!!
Iniziamo ovviamente dal suo brulicante centro storico, l’Écusson e dalle sue attrazioni più importanti come Place de la Comédie, una delle più grandi aree pedonali d’Europa e l’Opéra Comédie, uno dei più famosi teatri francesi.
Cerchiamo un po’ di refrigerio (al pomeriggio il termometro segnerà 36°) sotto i quattro filari di platani de l’Esplanade Charles de Gaulle, passando vicino ad un Arco del Trionfo e raggiungiamo la particolare la cattedrale di Saint-Pierre che possiede un’architettura tanto colossale quanto originale per le sue gigantesche torri circolari di oltre 4 metri di diametro.
Dopo tanto gotico e romanico, il Quartiere Antigone ci fa fare un salto nel contemporaneo dove attraversiamo diverse piazze circondate da edifici razionalisti, neoclassici e richiami dell’Antica Grecia.
Volendo esplorare un po’ i dintorni, in macchina raggiungiamo le spiagge che distano solo 10km, sperando di trovare qualche localino sul lungomare per magari una bella frittura; ma ahimé seppur famose e frequentate (Plage Carnon, Plage Palavas les flots, Plage du Pilou, Plage de l'Espiguette) sono tutte spiagge libere, selvagge e solitarie, ottime per la quiete, i bagni di sole, il bird-watching ma molto meno per trovare da mangiare. Ci rifaremo alla sera in un bellissimo ristorante (Les Bains) dentro una corte molto suggestiva in una struttura del 1770 che ospitava i bagni pubblici
🛏️Novotel Montpellier
Giorno 14 - Di nuovo in Alvernia-Rodano-Alpi
Pont-en-Royans, Gorge de la Bourne, Villard le Lans

Su ottimo consiglio dell’Amico Giampaolo, ho modificato all’ultimo l’itinerario Montpellier- Briançon allungandolo di un po’ ma passando per posti che altrimenti non avrei mai visto.
Pont-en-Royans e le sue vecchie case sospese sopra il fiume Bourne è uno di questi e gli scorci sia dall’altro di Pont Picard che dal basso sulle sponde del fiume sono sicuramente suggestivi.
Lo stesso si può dire de la Gorges de la Bourne, la più lunga delle strade tipiche del Vercors, che con i suoi 24km alcuni dei quali letteralmente tagliati nella falesia, congiunge Pont-en-Royans con Villard le Lans che è preceduto da un bellissimo altopiano (il paesino in sé invece ha poco o nulla)
Les Deux Alpes e Col Lautaret

Per uno sciatore e mtb-biker come me impossibile non aver mai sentito nominare questa famosa località turistica che offre d’inverno uno dei più grandi comprensori sciistici francesi (mio padre ci faceva già la settimana bianca 40/45 anni fa!) e d’estate -oltre allo sci su ghiacciaio- ha un famoso bike park e ospita una delle gare più pazze del settore downhill (Mountain of Hell, 2400 metri di dislivello con partenza sulla neve!)
Il meteo purtroppo è grigio, siamo partiti da Montpellier con 34 gradi e quando scendo dalla macchina in maniche e pantaloncini corti per fare una foto ce ne sono 20 di meno!! Si riesce comunque ancora a scorgere pezzi del ghiacciaio, che purtroppo sicuramente si staranno ritirando come i nostri, e un panorama alpino imponente. Al Col Lautaret ci sarebbe un meraviglioso giardino botanico che contiene più di 2000 specie vegetali delle Alpi e del mondo, ma inizia a piovere e quindi iniziamo la nostra discesa verso la meta. Sulla strada passiamo per Grenoble, che con più tempo sarebbe stata degna di una visita, ma le tante ore in macchina di oggi cominciano a pesare.
🛏️Hotel Vauban
Giorno 15 - Ritorno a casa
Briançon

Visto che la sera precedente era fredda e piovosa e che la abbiamo dedicata solo ad una cena in sintonia con il posto (enorme e ottimo stinco alla birra, la Raclette per i semi-intolleranti al lattosio come me era troppo!), visitiamo questa mattina la bella cittadina circondata dai bastioni progettati dall’architetto militare Vauban.
La pioggia di ieri ha pulito l’aria (frizzante e fresca dati i 1326 Slm) e la visibilità sui monti circostanti e gli impianti sciistici è “unlimited”. Risaliamo la principale via pedonale della Cité Vauban, con in mezzo alla strada il famoso Gargoyle di Briançon, un piccolo canale di scolo che permette all’acqua di defluire senza bagnarsi i piedi. Pur essendo un paese prettamente turistico di montagna come i nostri Ortisei o Cortina, le facciate colorate di alcune case, le meridiane dipinte sulle pareti, le piazze come Place d’Armes con il suo pozzo e le sue antiche strade acciottolate la rendono più umana e meno posto da “spenna-turisti” delle nostre.
Monginevro
Come accennato in apertura, tocca al passo del Monginevro chiudere la nostra terza avventura francese. Al contrario del suo “collega” Moncenisio non c’è molto da visitare, solo un minuscolo paesino poco prima del confine che deve essere molto più brulicante in inverno in quanto collegato al gigantesco comprensorio sciistico della Via Lattea. Rincontriamo quindi Susa e pur essendo un sabato di primi esodi fino ad Affi viaggiamo spediti e senza intoppi. Poi… l’A22 e 100km di code fino a Vipiteno… “Bentornati” nella nostra overtourismed terra :-(