|  Crazy wheels:
                ovvero le  moto a quattro ruote. Si è trattato di una simpatica escursione
                di mezza giornata con queste divertenti moto a quattro ruote a trazione integrale
                adatte a tutti i tipi di terreno: dall'asfalto agli sterrati veloci, dalla sabbia
                ai guadi di un fiume. 
                    Con la compagnia di due simpaticissime persone conosciute in questa vacanza (Nildo
                    e Milla) partiamo per questa "avventura" passando i primi minuti a studiare
                    il funzionamento della moto (cinque marce a pedale, tre freni -due sulle leve uno
                    a pedale-, acceleratore a "grilletto" sul pollice ma soprattutto una strana
                    sensazione nelle curve...dimenticatevi di essere su una moto, perché con la guida
                    motociclistica non ha niente a che fare). 
                     Dopo
                    alcuni sterrati "tecnici" e con in bocca già mezzo chilo di polvere ci
                    fermiamo presso un'arena dove si svolgono i combattimenti tra galli e dove compriamo
                    sacchetti di caramelle che useremo nell'attraversamento dei villaggi per lanciarle
                    ai numerosi bambini (il termine "lanciare" è appropriato in quanto in
                    questo modo si evita che i bambini vengano troppo vicini alle moto rischiando di
                    farsi del male). Sicuramente la vista di questi villaggi fa assaporare quell'autentico
                    "sabor domenicano", ma lascia un po' l'amaro in bocca vedere la povertà
                    (anche se molto dignitosa) di queste famiglie di contadini soprattutto se paragonate
                    all'opulenza dei villaggi turistici. Si consideri che un contadino guadagna 12 dollari
                    americani (l'equivalente di un paio di mance di noi turisti) ogni tonnellata
                    di canna da zucchero raccolta! 
                     Successivamente entriamo in una di queste piantagioni
                    di canna (dal quale si ricava anche l'ottimo rum) che percorriamo in lungo e largo
                    perdendo completamente il senso dell'orientamento. Dopo una discesa tecnica su uno
                    stretto sentiero e dopo aver bagnato le ruote (tutti noi speravamo in un guado alla
                    Indiana Jones) nel fiume Rio Chavon, ci fermiamo presso una capanna immersi in una
                    vegetazione sub-tropicale che ricorda molto i paesaggi orientali (non per niente
                    proprio qui sono stati girati film come Apocalipse Now, Rambo, ecc.) 
                    Qui abbiamo la fortuna di fare amicizia con la guida locale che fa le riprese con
                    la videocamera, che ci accompagna nell'interno della "giungla" spiegandoci
                    tutta la flora che incontriamo man mano. 
                    Il ritorno si svolge in parte su strade asfaltate e in parte su sentieri sabbiosi
                    e ultra-polverosi che ci riducono a emuli di concorrenti della Parigi-Dakar (solo
                    per quanto riguarda lo strato di sabbia che abbiamo addosso..) 
                    Dopo l'ultima sosta nel villaggio di pescatori di Bayahibe (dove Rambo-Nildo sfoggia
                    il suo super-fisico per un bagno rigeneratore) torniamo all'hotel desiderosi di
                    lavarci di dosso la polvere e il fango ma contenti di questa gita.  
                    
                        | 
                                 Sopra: le moto Yamaha tra i banani
 
                                A destra: Nildo e Milla alla partenza (sono puliti in faccia!) e pomodorini e peperoncino
                                tra i sentieri.
 |  |  |