Namibia

Namibia

5-20 ottobre 2015

Erano molti anni che la Namibia era nella nostra wish-list di viaggi, ma per una serie di motivi era stato sempre posticipato.

La possibilità di compierlo in completo self-drive vista la sicurezza offerta dal Paese e dalla buona viabilità, l'ottima offerta ricettiva in termini di qualità, il paradiso per i fotografi sia per i panorami che per i game-safari, rendono questa nazione un'attraente attrattiva.

A inizio anno quindi la decisione era presa e questa sarebbe stata la volta buona. Grazie all'aiuto di due amici che ci erano già stati (qui e qui i loro diari di viaggio) ho fugato molti dubbi, buttato giù un itinerario di massima e deciso la durata del viaggio. Due settimane sono il minimo, mentre se si vuole includere anche il sud (Fisher River canyon, Luderitz e Kolmanshop) e/o il nord (le Epupa Falls o addirittura il Caprivi Strip) allora bisogna aggiungere un'altra settimana. Noi abbiamo optato per il giro classico in senso orario: Windohoek, Kalahari, Namib Desert con le dune di Sossusvlei, Swakopmund e la costa, il Damaraland, il parco Ethosha e il ritorno a Windhoek passando per la regione di Otjwarongo. Qui potete vedere la mappa completa dei 3000 km percorsi di cui un buon 60/70% su strade sterrate.

Abbiamo volutamente deciso di evitare il Kaokoland e la regione degli Himba, l'etnia locale stra-fotografata con le donne in topless che si cospargono i capelli di una specie di fango rossastro: ogni volta infatti che mi sono imbattuto in queste popolazioni con usi e aspetti caratteristici -es. le donne dal collo di giraffa in Thailandia-, l'impressione è stata di estrema tristezza e mai di fierezza o orgoglio delle loro tradizioni; i loro volti -spesso segnati dall'alcolismo come ho letto- sembrano sempre dire "ok fammi in fretta sta foto e lascia quanto dovuto...". Se sommata alla mia ritrosia a scattare ritratti "rubati", non è proprio un'esperienza che volevo fare; ho avuto conferma di ciò anche da un libro comprato poco prima di partire dove l'autore (un genio, visto che riesce a vendere un diario di viaggio simile a questo e a mille altri presenti in rete) conferma l'aspetto fake sia dei bushman che degli himba che ha incontrato nel suo viaggio.

Il grosso anticipo organizzativo (febbraio per ottobre) era dovuto a due fattori: i voli che devono essere prenotati abbastanza in fretta per non far lievitare il loro costo e la disponibilità di posti nei lodge che in periodi di alta stagione è molto limitata.

Purtroppo voli diretti a uno scalo per Windhoek non ve ne sono più (esisteva una volta un comodo Monaco-Windhoek di LTU ma è stato cancellato), volendo risparmiare si possono prendere compagnie che fanno 2 scali (es. Dubai o Cairo e poi la classica Johannesburg), io ho preferito spendere un centinaio di euro in più e volare direttamente al Tambo con SAA via Monaco. 

A questo punto mancava il noleggio auto e la prenotazione di tutti i lodge (era da subito escluso il viaggio con pernottamento in tenda sopra la macchina come hanno fatto gli amici Roby e Steno per nostra completa incompatibilità con il campeggio e affini). Un primo contatto con un'agenzia locale di Windhoek gestita da un italiano (la stessa usata dagli amici di cui sopra) non ha avuto un esito positivo, in quanto seppur professionale e disponibile non ha saputo far scattare in me la necessaria fiducia per affidargli comunque un budget non proprio "negligible". Cercando in internet altre alternative, ne ho trovate altre 3 tutte gestite da italiani che mi hanno prontamente fatto un preventivo per il giro che avevo sottoposto.

AfroZapping

Delle tre offerte quella più cara è stata quella del tour operator chiamato AfroZapping, ma da subito ho capito che loro erano le persone giuste per me in quanto dopo qualche scambio di mail sono riuscite subito a capire le nostre esigenze e a ri-formulare l'offerta con qualche variante e con qualche cambio di lodge rispetto a quelli che io avevo suggerito. L'Agenzia è composta da due giovani italiane (Barbara e Sabrina) che gestiscono il tutto o da Windhoek quando sono in loco o direttamente dall'Italia coadiuvandosi con altre colleghe (ho conosciuto ad esempio Agnes al ritiro della macchina). Io personalmente ho avuto occasione di trattare solo con Barbara ma presumo che la sua cortesia, disponibilità ed efficienza siano uguali in Sabrina.  Sia via mail che via lunghe chiacchierate con Skype, Barbara ha sempre risposto in tempi brevissimi (premevo Send e sentivo il bing della risposta!) ed esaurienti. Come dicevo ha saputo modulare l'offerta capendo che per noi il lodge e l'accomodation sono una parte fondamentale del viaggio e non solo il posto "dove dormire". Alcune chicche come l'Hoodia Desert, il Mowani e il Mushara probabilmente senza di lei non le avremmo mai conosciute e saremmo andati in lodge "standard" con molta meno soddisfazione. Sono anzi pentito di essermi approcciato a loro con già delle mie idee e di non averle lasciato carta bianca su tutto (li ho interpellati quando il volo e le date erano già stati fissati quindi con paletti ben precisi), probabilmente il viaggio sarebbe stato ancora più spettacolare di quanto lo sia comunque stato.

Il lettore potrebbe chiedersi che bisogno ci sia di affidarsi ad un'agenzia visto che i rent a car e i lodge sono comunque prenotabili via internet (o dai loro siti o anche da booking/expedia) in maniera autonoma. Io ho fatto un paio di tentativi: in febbraio via booking.com praticamente tutti davano per ottobre sold-out e anche mail private dirette ai lodge ricevevano come risposta la non disponibilità di posti. Il motivo è che quasi tutte le strutture inizialmente riservano gli allotment ai grandi tour operator, lasciando comunque la possibilità alle agenzie locali di mettersi in lista di attesa per qualche camera. Per il privato invece la risposta è sempre picche a meno che non sia un last-minute e vogliano vendere una camera rimasta libera all'ultimo. Questo vale ancor più per i lodge all'interno del parco Etosha che sono gestiti direttamente a livello governativo e dove le prenotazioni senza agenzia mi dicono siano quasi impossibili.

Barbara è quindi riuscita a prenotare da subito la maggior parte dei lodge e nel corso dei mesi mi aggiornava mano a mano che le richieste in lista di attesa venivano accettate: morale della favola non ho dovuto rinunciare a nessun lodge di quelli preventivati inizialmente grazie alla sua ottima organizzazione. Se poi ci aggiungiamo il kit che ti arriva a casa con sim telefonica namibiana per le emergenze, mappa con già evidenziato percorso e rifornimenti, libriccino redatto da loro stesse con utilissime indicazioni, recall telefonico durante il viaggio per sapere se andava tutto bene, capite bene che non posso esimermi dal stra-consigliare AfroZapping per il vostro viaggio in Namibia (e visto che trattano anche altre destinazioni spero vivamente di servirmene anch'io una seconda volta).

La macchina e le strade

Tarred Roads Uno dei primi dubbi affrontati con le chiacchierate con gli amici è stato sul tipo di autovettura da noleggiare. E' ovvio che molto dipende dal percorso che si deve affrontare e io non avendo preventivato passaggi da "ridotte" o scollinamenti di dune con pendenze da skilift, ho subito escluso le 4x4 estreme come Land Rover e Toyota Hilux. In rete ho letto spesso che il giro che avrei affrontato lo si poteva fare benissimo con qualsiasi macchina, berlina o addirittura più piccola (Yaris o Polo), ma sono contento di aver optato per una via di mezzo che a mio parere è l'ideale per questo tipo di viaggio: un piccolo SUV a 4 ruote motrici, con magari la possibilità di avere il differenziale bloccante e una modalità "ridotte" ma senza la doppia leva di marcie (funzione che comunque ho usato solo 1 volta). Perché il Suv e non ad esempio un Passat? Semplicemente per  il motivo per cui io in Italia non lo comprerei mai: un assetto "schifosamente" morbido che però per le buche e i corrugamenti dei centinaia di km di sterrato che si devono fare sono una manna. Se poi uniamo ruote generose, magari sgonfiate di 0,1/0,2 bar rispetto all'originale e un'altezza di guida maggiore che ti fa intravedere meglio il panorama, il cerchio si chiude. La parte "fuoristradistica" da ridotte e paura di insabbiarsi l'abbiamo affrontata solo una volta sulla private road del primo lodge (il Camelthorn del Kalahari) dove in effetti c'era il rischio che anche con la nostra ci impantanassimo (in quel caso se non ci vedevano arrivare entro un tot. ci sarebbero venuti a prendere e a tirare fuori con molto imbarazzo, mentre per fortuna -pur bestemmiando per l'impossibilità di fermarmi a scattare favolose foto dei primi struzzi/orici/springbok che vedevamo- siamo arrivati con le nostre "forze").

Gravel Roads A parte questo episodio il resto del roadbook era composto da perfette strade asfaltate a due o quattro corsie (limite 120kmh), da scorrevoli strade bianche tipo le nostre forestali (limite 80kmh) e ahimè da molti tratti dove la scorrevolezza veniva meno per le "bumps" (cunette) che si creano dopo molti passaggi e che rendono la macchina un enorme vibratore dove i 40 o 50kmh sono il massimo percorribile (andare più piano è comunque peggio in quanto le corrugazioni si sentono molto di più; per dare un'idea del frullatore in cui si è immersi, la ventosa porta cellulare che avevo comprato prima di partire per usarlo come navigatore si è spaccata dopo 4 o 5 giorni per un cedimento strutturale della plastica a causa delle vibrazioni!). Se la macchina non ha le plastiche perfettamente fissate, inizia quindi il concerto di scricchiolamenti e cigolii che arriva a rendere quasi difficile parlare tra due persone.

Uno dei tanti difetti della nostra Suzuki Gran Vitara era proprio questo: abbiamo viaggiato per 15 giorni con il gomito a turno perfettamente appoggiato al portaoggetti centrale, ché altrimenti emanava rumori osceni che non chiamerò più "come una Fiat" ma "come una Suzuki".

L'altro grosso "problema" è stata la polvere che viene sollevata dal tuo passaggio (e quindi impatta la parte posteriore della vettura) e nel caso sfortunato tu debba seguire un'altra macchina anche quella anteriore. Mi avevano messo in guardia che nelle double cab come le Hilux con copertura del cassone in alluminio o vetroresina, i bagagli sarebbero stati subito sommersi dalla polvere ma ero convinto che nelle macchine "normali" porte e portelloni fossero a chiusura "quasi" stagna. Ahahahah!! Già dopo una ventina di km le nostre valigie messe nel bagagliaio erano praticamente bianche di polvere e dopo un paio di giorni i sedili posteriori e le cose appoggiate sopra erano in identiche condizioni. Quando poi è capitato di dover seguire anche da lontano una macchina che alzava una nuvola di polvere analoga alla nostra, il problema si è posto anche anteriormente: pur mettendo il ricircolo la polvere da qualche parte entra (anche da posti strani come l'imbocco della cintura di sicurezza che era quasi completamente bianca). Insomma bocca sempre impastata, necessità di comprare degli stracci per pulire alla meglio cruscotto e sedili, e valigie in condizioni di vergognarsi ad ogni check-in nei lodge! Last but no least, pur preavvisati dal gestore del car hire, la maniglia del portellone posteriore, se non veniva continuamente soffiata e liberata dalla polvere si inceppava costringendomi ogni mattina a fare i conti con San Pietro che mi pregava di smettere di invocare tutti i suoi fratelli! Non so se tutto ciò sia ascrivibile a Suzuki o se con una Kia/Hunday/Toyota le cose sarebbero andate in maniera diversa, so solo che la polvere è stata una dei fattori dominanti del nostro viaggio. Per il resto la macchina si è comportata bene, NON ABBIAMO MAI BUCATO (cosa mi dicono abbastanza rara) e quindi le due ruote di scorta sono rimaste fortunatamente inutilizzate: attenzione a questo fattore se viaggiate in 3 o addirittura in 4 con una macchina di questa classe, la seconda ruota di scorta viene messa nel bagagliaio e quindi porta via molto posto per le valigie.

Bella pulita appena presa...
Dopo qualche km di sterrata!

Navigazione

Il consiglio di Barbara era stato: non portatevi navigatori GPS perché basta e avanza la mappa stradale e le indicazioni che avevano redatto per raggiungere ogni lodge. Visto che però lo smartphone lo avevo comunque e che per l'app che uso esistono anche le mappe per la Namibia, ho "disubbidito" e abbiamo navigato con entrambi i mezzi. Dico subito che Barbara aveva ragione a mettermi in guardia da eventuali "pazzie" che il GPS avrebbe sugggerito ed infatti certe volte se non avessimo avuto la cara e vecchia mappa cartacea, avremmo allungato di molto oppure preso strade ancora piú disastrate del solito. Se lo usate quindi fatelo cum grano salis e sempre con un double-check della mappa. Però... nelle 2 città diventa molto comodo per trovare le guesthouse o i ristoranti e soprattutto l'indicazione di quanto manca all'arrivo o l'estimated time senza fare tanto calcoli è tutta a vantaggio dello strumento digitale. Sull'app OsmAnd (che ricordo non ha bisogno di connessione in quanto ha tutto in locale) e la qualità delle mappe OpenStreet ormai ho parlato più volte e non posso che ripetere le lodi sperticate!! Quanti altri navigatori/mappe indicano i cancelli di entrata di un lodge o adirittura vi dicono dove è la vostra camera all'interno di un lodge??!

Caprivi Car Hire

Due parole sul noleggiatore dell'auto: come detto la macchina a parte la non-impermeabilità alla polvere e al fatto che non fosse nuovissima (90000 km) aveva le 4 gomme praticamente nuove di zecca cosi come una delle 2 ruote di scorta (la seconda invece era abbastanza "slick"). La consegna e il ritiro con relativo transfer da e per l'aeroporto sono avvenuti in maniera professionale e con tutte le spiegazioni del caso. L'unico grosso punto "a sfavore" di questo noleggiatore, ma come ho letto di molti altri, è la presenza sulla macchina di una "black-box" che segnala con un sibilante e rumoroso fischio i superamenti dei limiti di velocità tramite il suo GPS integrato che le serve da tachimetro e per sapere su che strada sei e quindi che limite applicare (120 su asfalto, 80 su sterrata, compresa la strada di sale verso Cape Cross che è invece nera, compatta e scorrevole come l'asfalto). Sul foglio che ti consegnano vi è inoltre specificato che ad ogni beep viene mandata una email al noleggiatore e che ti verrà addebitata di 1 NAD$ (0.065€) e che dopo 5 infrazioni si riservano il diritto di far decadere l'assicurazione. Probabilmente ciò è vero se i limiti sono superati di molti kmh e per prolungate distanze, perché altrimenti i miei 1000 $ di cauzione che avevo lasciato mi sarebbero stati tolti quasi tutti :-) E' infatti quasi impossibile riuscire a non far suonare il maledetto coso anche volendo sempre stare sotto i limiti...basta un pressione di un ettoPascal in più sull'acceleratore o un sorpasso che se non vuoi che duri 8 km devi dare un po' di gas e l'inesorabile beep arriva come un treno.

C'è poi un problema intrinseco di aggiornamento della loro base dati: in almeno 3 occasioni strade asfaltate (la C20 prima di Mariental, la C28 dopo la Welwitschia drive e un'altra che ora non mi sovviene) dove il limite era 120 o al massimo 100 e che erano viste dal loro gps come sterrate e mi hanno costretto per molti km a viaggiare con "l'handicap". Insomma se alla guida a sinistra, al cambio manuale che non usavo da una decina d'anni, ai tergicristalli che continuavano ad essere azionati al posto degli indicatori di direzione ci aggiungiamo la necessità di viaggiare guardando praticamente solo il contachilometri e non la strada, devo dire che è stata un'esperienza abbastanza pesante e faticosa... Nella scelta del Rent a Car considerate attentamente questo fattore; io in futuro preferirò spendere di più piuttosto che non avere questa spada di Damocle sul piede dell'acceleratore!

Se siete amanti di numeri e statistiche questi sono i km giornalieri con una stima di % di asfalto e sterrato e dei rifornimenti fatti (il cambio al tempo di questo viaggio era 100 $ (namibiani o rand sudafricani) = 6.65€

Day Destinazione Km % sterr. ~ Rifornimento NAD$
1 Windhoek Windhoek $  550,00
2 Kalahari 340 30%
3 Hoodia 260 50% Mariental $  222,00
4 Sossusvlei 164 30%
5 Swakopmund 385 100% Solitaire $  380,00
6 Walvis Bay 110 0% Swakopmund $  440,00
7 Mowani 359 70%
8 Grootberg 151 100%
9 Etosha (Okakujeio) 404 30% Kamanjab $  487,00
10 Etosha (Halali) 225 100% Halali $  492,00
11 Etosha( Mushara) 151  90%
12 Okonjima  364  0%
13 Windhoek 210  0% Otavi $  466,00
14 Windhoek  11  0%
 3134 (200€ circa)  $ 3.037,00

Fotografia

E' esagerato dire che la Namibia è il paradiso dei fotografi? Non di molto! Intanto per la luce, esageratamente spettacolare e calda all'alba e tramonto e comunque sempre particolare a causa dell'assenza di inquinamento (se escludiamo la polvere lasciata dalle macchine che però si posa quasi subito). I paesaggi e panorami sono ovviamente da wow, soprattutto per chi come noi non è abituato a grandi spazi aperti e vede la sua visuale essere sempre ridotta all'osso da qualche montagna limitrofa.

Certo, la maggior parte sono "pur sempre dei fottutti deserti" come dicevano in Ocean Eleven, ma la conformazione di questi è estremamente variegata. Da quelli sabbiosi a quelli pietrosi al bush dove cresce della vegetazione nonostante le precipitazioni di pioggia inferiori ai 100mm all'anno (che è la definizione di deserto). E poi ovviamente la fauna, così abbondante e così diversa dalla nostra. La visione dei primi springbok, orix, impala, kudo lungo la strada ti invoglia a fermarti ogni 5 minuti (dopo alcuni giorni vengono snobbati come le mucche e le capre sui nostri pascoli). La stessa cosa succede per le giraffe, zebre ed elefanti che all'inizio incontri scaricando una memory card ogni volta e che dopo qualche pozza li dedichi al massimo qualche scatto di contorno in attesa di incontri "felini" molto più rari ed emozionanti. Per i bird-watching invece è un po' diverso, essendo completamente ignorante sull'argomento e quindi qualsiasi cosa volasse cercavo di immortalarla, magari ritrovandomi a fotografare dei normali passerotti.

E poi le notte stellate... non voglio dire di aver scelto questo periodo per l'assenza della luna ma è stata una fortuna scoprire che la luna nuova cadeva a metà vacanza, quindi i cieli erano sempre molto bui per l'assenza del nostro satellite e ovviamente per la totale mancanza di inquinamento luminoso, visto che spesso le uniche luci nel giro di 100 km erano le abat-jour della decina di bungalow che compongono il lodge.

Purtroppo non avevo con me un obiettivo grandangolare molto luminoso (f2,8 o inferiore) che è la lente adatta per questo tipo di fotografia. Qualcosa ho tirato fuori, ma non quello che l'ambiente avrebbe potuto offrire. Un bel Rokinon 14mm a fuoco manuale potrebbe essere un prossimo acquisto, unito al portare un treppiedi serio, nel caso ripetessi un viaggio simile.

Per il resto, tanto, tanto tele! Un 400mm è a mio avviso il minimo indispensabile, il mio Sigma 150-600 spero si sia comportato bene, lo giudicherete voi dalle photogalleries

3015 fotografie per 75Gb di occupazione.... Non si può dire che non abbia scattato.

Meteo e Clima

Preferite il caldo o il freddo? Noi indiscutibilmente il primo e quindi la scelta è caduta sul periodo più caldo possibile ma prima delle grandi piogge che solitamente iniziano a novembre. Devo dire che un po' abbiamo rischiato in quanto ogni tanto le piogge anticipano e quindi anche la fine di ottobre è un po' a rischio. A noi è andata bene, la prima goccia d'acqua l'abbiamo sentita nel gate dell'aeroporto prima di imbarcarci per il ritorno, per il resto sole, sole, sole se escludiamo un pomeriggio velato al Camelthorn e "ovviamente" i due giorni sulla costa a Walvis Bay e Swakapomund dove il termometro è stabile quasi tutto l'anno sui 15/16 gradi di giorno e 3 o 4 di meno di notte ma sempre nuvolosi o piovigginosi...insomma una specie di Scozia o di Germania del nord dove io mi suiciderei dopo 3 giorni!

42° Il resto del viaggio è stato caratterizzato da un gran caldo (una media di 35 a occhio) con punte di 42/43 a Sossusvlei e all'Etosha. Insopportabile? Per noi affatto...anzi, piacevole direi... molto meno l'escursione notturna patita al Mowani che dai 35 delle 5 di pomeriggio quando abbiamo preso il thè al riparo del sole si è passati ai 17/18 della cena e presumibilmente ai 5 o 6 gradi della notte e della colazione (poi la comparsa del sole ha fatto subito salire la temperatura). Fare colazione con guanti, berretto di lana e pile grosso non era però nelle nostre corde, e non oso immaginare come sia lo stesso viaggio fatto in luglio/agosto (e forse anche settembre) dove questa è la norma: freddissimo mattina/sera/notte e piacevole di giorno. Certo se siete caldo-fobici come i miei amici che già a 30 boccheggiano, allora ottobre non è il vostro periodo ideale, a noi è andato divinamente.

Cibo

Uno dei tanti filetti "Se siete vegetariani, sieti fottuti!" (cit. mia!). A parte due cene in cui il piatto principale era il pesce, il resto è stato carne, carne, carne...E devo dire di ottima qualità! Erano un po' di mesi che il nostro consumo di carne rossa era drasticamente diminuito al max a una volta alla settimana e le fiorentine o le mega grigliate non ci attiravano più come in passato (sarà la vecchiaia...). Però già la prima cena al ristorante Stellenbosch ha ritirato fuori il carnivoro che era sopito in noi, con un ottimo filetto di manzo. E la serie è continuata le sere successive con filetti di Orice (i migliori), di kudu, spezzatini, maxi-burger, carpacci per concludere degnamente con il classico spiedino misto di Joe's Beer House di sprinbok, zebra, kudu, coccodrillo e orice. Mangiare carne eticamente purtroppo mi disturba ed è ormai assodato che soprattutto la rossa bene non fa... diciamo che almeno qui i pascoli sono naturali e allevamenti a base di antibiotici o ormoni non ve ne sono. Per quanto riguarda i pranzi, su consiglio di Barbara, abbiamo evitato i lunch packet che avrebbero potuto fornirci gli hotel ed abbiamo invece optato per il classico e sano panino imbottito comprando pane, affettati (in busta o tagliati al volo) e formaggi nei locali supermercati (dal piccolissimo spaccio attiguo al distributore al mega SuperSpar della nota catena austriaca). Sulle colazioni non possiamo spendere lodi sperticate in quanto consumatori delle classiche "continental" caffè, brioche, pane e marmellata che erano si sempre presenti ma diciamo non in infinita varietà (muffin e biscotti se andava bene e talvolta il pane nero con i semi al posto del bianco). Gli altri ospiti anglofoni o germanici erano invece super serviti con uova, bacon, sausages e tutto il resto che Dio solo sa come faccia un fegato ad assimilare alle 7 di mattina! :-)

Karma

Senza tirare in ballo religioni o santoni, ho sempre creduto che il bene (o il male) che si fa, prima o poi torna indietro. In questo viaggio ne ho avuto più di una conferma: se la salute ha retto, a parte un piccolo episodio, per entrambi, se non abbiamo mai bucato, se tutto è filato liscio dal primo all'ultimo momento, se il meteo è stato super clemente proprio come me l'aspettavo, se quando dici "mi mancherebbe da vedere solo quell'animale..." e taac salta fuori dal cespuglio, e se soprattutto il primo giorno di vacanza sollevi di scatto come un idiota lo zaino fotografico aperto e il tuo super tele di 1,9kg appena comprato e principale strumento di questo viaggio cade rovinosamente a terra da un metro di altezza sulle piastrelle grezze di porfido dure come il diamante, e miracolosamente NON subisce alcun danno (di solito o l'autofocus o lo stabilizzatore o l'allineamento di una delle 19 lenti parte...); ecco se tutto ciò avviene forse un merito lo hanno le decine di mance più o meno cospicue che ho lasciato. La più clamorosa è stata la prima sera al ristorante dove obnubilato da 24 di viaggio e anche da un ottimo Shiraz e ancora poco incline al cambio devo avere sbagliato il conto mentale del tip lasciando ad un'esterrefatta cameriera più del 50% del conto. Ho avuto un sospetto quando ha chiamato le sue amiche colleghe a vedere la ricevuta, ma io e Silvia ci siamo fatti una risata e il giorno dopo un angioletto ha messo la mano sotto l'obiettivo precipitato a terra. In molti altri casi non avendo banconote di piccolo taglio ho reso felici molti portatori di valigie, benzinai, cameriere, parcheggiatori più o meno abusivi e perfino un ometto che ci ha lavato la macchina e ha ricevuto molto di più di quello che pago a casa. Tutto questo lo dico assolutamente non per vantarmi ma per far riflettere le persone che vedo che si mettono a trattare sul souvenir etnico da 1 euro per comprarlo a 30 centesimi e che poi sono magari quelli che manifestano in piazza al grido di "aiutiamoli a casa loro..." Non lesinate sulle mance o sugli acquisti, 10/15€ li spendete in 2 aperitivi usciti dal lavoro mentre qui possono fare veramente una piccola differenza...e poi quanto vale la sorpresa, il sorriso e il thank you VERY VERY much dell'omaggiato ???

Diario e foto

Nella pagine successive troverete come nei precedenti diari di viaggio, l'esatta successione degli avvenimenti e dei flash sulla giornata/e in quell'area con alcune immagini inerenti.

La parte corposa fotografica la trovate qui suddivisa in categorie tematiche che spero possano soddisfare i vostri gusti.

Se avete commenti o dubbi su un viaggio simile che state organizzando, non esitate a contattarmi.